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A Baselice, suggestivo borgo sannita in provincia di Benevento e ai confini con la Puglia e il Molise, si svolgerà anche quest’anno la tradizionale Via Crucis vivente, giunta alla XII edizione.
Con un forte senso di compassione e devozione si ripercorrerà la via dolorosa del calvario con la rappresentazione dei momenti drammatici e intensi della passione di Gesù vissuta il venerdì santo lungo le strade di Gerusalemme. L’evento prevede la partecipazione attiva di tanti baselicesi nelle vesti dei protagonisti di quel momento e con una scenografia realizzata artisticamente ad hoc.
La drammatizzazione sarà la narrazione di un intreccio in cui emergono malvagità e odio: dal processo di Gesù Cristo alla sua condanna, dall’abbandono degli apostoli al momento di sconforto che mette in evidenza l’umanità del Salvatore con le sue fragilità, i suoi sentimenti e soprattutto le sue speranze.
La Via Crucis diventa così la metafora della vita in tutte le diverse sfaccettature: contraddizioni, passioni, sconforto, rabbia, amore, fede, inclinazione verso il bene, tendenza al male: un percorso duro e difficile, irto di ostacoli e di grossi problemi da superare e i vari protagonisti della storia rappresentano le debolezze umane, i vizi, i peccati, le paure: la perfidia di Giuda, la viltà di Ponzio Pilato, l’instabilità di Pietro, la paura degli apostoli, la crudeltà dei soldati e la cattiveria umana, elementi che da sempre caratterizzano gli esseri umani.
Il mondo da sempre è un continuo calvario, attualmente in modo particolare. Si soffre a causa di quegli elementi che caratterizzano la Via Crucis, ieri come oggi: c’è la guerra, c’è l’odio, c’è la violenza, c’è l’invidia, c’è la voglia di potere, c’è il narcisismo, c’è la prepotenza, c’è la malavita, c’è la corruzione, c’è la distruzione del pianeta e contemporaneamente c’è sempre colui che lotta sotto l’egida dell’amore, fa di tutto affinché il male sia estirpato e si immola per il bene dell’umanità. Ma il suo gesto di bontà, altruismo e solidarietà diventa la sua condanna: viene zittito, isolato, emarginato, stalkerizzato, dileggiato, soppresso.
Nel mondo quindi ci sono vittime e carnefici dovuti a negligenza, a ignoranza, a pregiudizi, a crudeltà; si commettono errori e continuamente c’è Cristo che viene inchiodato sulla croce.
Ricordare il suo gesto eroico e di grande amore è un messaggio forte, importante, educativo affinché il suo esempio possa essere emulato e i comportamenti che abbrutiscono l’animo si trasformino in bellezza spirituale artistica e virtuosa.
Lo scopo della Via Crucis vivente organizzata a Baselice è proprio questo e si invitano tutti a partecipare con il massimo silenzio in meditazione.
Non si tratta di uno spettacolo, ma di una sacra rappresentazione in cui ciascuno dei partecipanti possa rivivere con devozione gli ultimi momenti di Gesù e dedicare un raccoglimento che fa bene allo spirito e alla mente
L’ultimo momento della drammatizzazione sarà molto forte, intenso, commovente emozionante: Maria che stringe a sé Gesù deposto dalla croce. Si tratta della pietà, il momento dell’abbandono totale tra le braccia della misericordia che più volte nei secoli è stato rappresentato in svariate forme artistiche e che in qualsiasi linguaggio è di grande impatto emotivo. Cosa c’è il più doloroso di una mamma che piange il proprio figlio morto? Maria rappresenta proprio ciò ai piedi di quella croce simbolica in un dolore composto, con nobile umiltà, con l’eloquenza di infinito amore e tanta dolcezza: “Lei era lo specchio perfetto del Dio crocifisso”. “E faceva ciò senza lamenti senza scene isteriche senza strapparsi i capelli senza battersi il petto come avrebbe fatto una qualsiasi madre orientale…”
“La riflessione accompagnata dalla contemplazione scenica del calvario su cui svettano le croci di Gesù e dei due ladroni deve farci immergere profondamente nell’intimo di ognuno di noi il silenzio della notte aiuti ad amare il dolore inflitto da tutte le croci dell’umanità”
La Via Crucis baselicese si svolgerà il 4 aprile 2004 alle ore 21,00 ed è ormai parte della tradizione del borgo antico con la speranza di lasciare delle tracce indelebili e don Michele il parroco della parrocchia di Baselice che ha promosso questa iniziativa ha ricevuto la collaborazione piena appassionata ed entusiasta di tanti paesani che con i loro interventi, sia nella nelle rappresentazioni teatrali sia nella realizzazione di scenografia, coreografie e testi, renderà possibile la buona riuscita di questo nobile progetto.
Daniela Vellani