Aversa, al d’Aponte, successo per il concerto di Jennà Romano dedicato a Piero Ciampi”

Views: 16

foto di Giuseppe Panza

Non ha deluso il suo pubblico, ieri sera all’Auditorium d’Aponte, Jennà Romano, con il concerto “E se il mondo assomigliasse a Piero Ciampi”, dove, accompagnato da tanti amici artisti ha dato vita ad una serata davvero ricca di emozioni e divertimento.

La compagine artistica, che ha accompagnato Jennà, formata dal sassofonista Giovanni Sorvillo, i pianisti Filippo Piccirillo e Lorenzo Natale, il cantautore Antonio del Gaudio, l’attore Pio Del Prete, il cantante, compositore e attore Patrizio Trampetti, e il cantautore veneziano Porfirio Rubirosa, ha reso un bellissimo e speciale omaggio a Piero Ciampi.

Lo spettacolo è presente nel cartellone nazionale del PREMIO CIAMPI 2023 (Città di Livorno) e farà parte di un documentario dedicato alla vita del cantautore livornese.

Jennà Romano apre il concerto con i brani  “Quello che ho di te” e “La fiamma di una candela”, al d’Aponte il pubblico è attento e si gode lo spettacolo, e la sala è strapiena di persone che assistono ammirate.

Per gli estimatori di Ciampi è davvero una serata unica, infatti, a seguire, accompagnato dal pianista Filippo Piccirillo, e suonando il bouzouki, Jennà canta “Tento Tanto”, un brano di Piero Ciampi (pubblicato postumo e, come racconta Jennà era stato inciso solo su nastro, come si usava in quegli anni).

Si alternano gli artisti sul palco, e lo accompagnano tutti in modo magistrale, ognuno porta la sua vena di “follia”, come anticipato ad inizio concerto da Jennà, ed è davvero emozionante e divertente assistere a questo avvicendarsi di contaminazioni e originalità.

A Jennà, si uniscono, poi, Filippo Piccirillo al piano, e Antonio Del Gaudio per presentare la loro versione di “Non chiedermi più”, un altro bellissimo brano di Ciampi, dal quale è difficile non lasciarsi prendere.  

Antonio Del Gaudio, regala al pubblico, un monologo, che accompagna col piano, un toccante brano dove un figlio continua, insistentemente, a porre domande al suo papà, che in realtà vorrebbe solo leggere il suo giornale. Domande forti, difficili, domande alle quali, molto spesso, non si sa rispondere o non si vuole rispondere, dal semplice “Papà, cosa c’è dopo il mare?” alle domande universali come “papà, cosa c’è dopo l’infinito?…”

Poi Jennà, continua con Pensare libero, ovvero Mi sono rotto il cazzo, brano che non lascia spazio a fraintendimenti, una sorta di “sfogo” per denunciare tutte le brutture e le ingiustizie che vediamo intorno a noi e nel mondo.

La serata si fa sempre più intensa di emozioni in un vortice di virtuosismi musicali, teatrali e poetici, si prosegue con “Dietro quelle porte”, “‘A vita è mo” (testo postumo di Franco Del Prete) con musiche e arrangiamenti di Romano, che lo esegue accompagnato al piano da Lorenzo Natale.

Arriva il turno di uno dei brani più amati del repertorio di Ciampi, infatti il pubblico è estasiato dall’ascolto di “Tu no”, che Jennà esegue, da solo, con la chitarra.

Segue poi, il brano Brilla una stella, e Romano lo fa, raccontando un aneddoto per ricordare il compianto Fausto Mesolella, e l’amata Bianca d’Aponte, poiché è a lei dedicato. E sempre nella magica atmosfera, che all’auditorium non manca mai, si continua con le forti emozioni, quelle che non mancano mai quando si tratta di Ciampi: Jennà e Lorenzo Natale incantano il pubblico con le versioni de “Il Vino” (nella versione napoletana) e “In un palazzo di giustizia”, una storia che racconta della separazione di una coppia, che, alla fin fine, forse non vuole realmente separarsi…
Pofirio Rubirosa si è rivelato una piacevole sorpresa della serata, l’ospite veneziano, si è presentato molto bene e il pubblico ha apprezzato le sue esibizioni “La confusione”, “Ha tutte le carte in regola”, in duetto con Jennà e “La Troia”, accompagnati dal magistrale  Giovanni Sorvillo, al sax.

A conclusione di serata non sono mancate le “chicche”, si prosegue, infatti, con “La mela” che eseguono Jennà Romano e Giovanni Sorvillo, poi arriva l’istrionico Patrizio Trampetti, che ha deliziato i presenti con la sua “Feste di Piazza“, che scrisse per Edoardo Bennato nel ’75. E infine tutti sul palco per riproporre, questa volta, supportati dal pubblico con il battimani, Il vino (‘o vin).

Una bellissima serata con un degno finale: applausi, applausi e tanto divertimento!

Giustina Clausino

Print Friendly, PDF & Email