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Con Jastemma degli ‘A67 la Targa Tenco per l’album in dialetto torna in Campania ma tocca per la prima volta Scampia dove la band partenopea è nata. «Siamo felici e orgogliosi di rappresentare la musica napoletana e soprattutto di portare in alto il nome del nostro quartiere, troppo spesso accostato a fatti di cronaca». Nati come reazione a una condizione sociale di grande disagio, gli ‘A67 sono stati capaci di farsi interpreti della volontà di riscatto e della ricchezza di tensioni che attraversano tutte le periferie del mondo, elaborando proposte musicali di grande originalità, in dialogo con cinema, letteratura e pittura. Caratteristiche che si ritrovano anche in questo album, il quinto della loro carriera, premiato dalla più ampia e prestigiosa giuria di critici e giornalisti musicali con un riconoscimento che in passato è toccato ad altri grandi autori partenopei, da Pino Daniele alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, da Teresa De Sio a Enzo Gragnaniello.
Con Jastemma, edito da Squilibri, hanno infatti dato vita a un un sistema performativo in cui le storie cantate sono germogliate nei racconti di quindici scrittori (Viola Ardone, Alessio Arena, Luigi Romolo Carrino, Giuseppe Catozzella, Marco Ciriello, Amleto De Silva, Luca Delgado, Gennaro Della Volpe (Raiz), Raffaella R. Ferré, Nicola Lagioia, Loredana Lipperini, Carmen Pellegrino, Angelo Petrella, Alberto Rollo e Gianni Solla), in una proliferazione di senso ulteriormente accentuata dai dipinti e disegni realizzati appositamente da Mimmo Paladino. E, come scrive Stefano De Matteis nella prefazione al cd-book, “il tutto regge alla perfezione, come la geometria perfetta di un uovo, simile a quello di Virgilio che dà ordine al caos”. Con la Targa Tenco conferita a Jastemma si è premiato così un progetto con un respiro corale caratterizzato dal concorso di alcune tra le migliori espressioni della cultura campana che, insieme, hanno delineato un grandioso affresco sui sentimenti umani.
Declinando in un’accezione più intima e carnale la loro vocazione ad esplorare i panorami della condizione umana, gli A67 hanno infatti rivolto la loro attenzione all’amore, sviscerato in tutte le sue possibili latitudini, in un disco crudo e spietato, essenziale nel suono e nella parola. Nell’alternarsi di diversi registri musicali, dal rock al reggae, si passano così in rassegna le diverse espressioni di un sentimento fondamentale nella vita di tutti ma senza dimenticare le scelte di campo da sempre contrassegno della formazione di Scampia. Come in una dolentissima litania, dal fondo di tante traversie si leva però un ostinato inno alla vita che assume le cadenze di un seducente blues dell’anima: temi ed istanze ripresi e rivisitati nei racconti e nelle poesie appositamente composti dagli scrittori che hanno risposto all’appello della band di Scampia.
La Targa Tenco per il miglior album in dialetto assegnata a Jastemma conferma il primato della lingua napoletana in questa sezione, ulteriormente posto in risalto dal podio interamente partenopeo con, al secondo e terzo posto, James Senese e Nino D’Angelo.