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Non c’era luogo più suggestivo e magico migliore del Complesso Monumentale Vincenziano per concludere la stagione musicale 2021-2022 di Wunderkammer.
Nell’incantevole Cappella D’Estate della location si è svolto venerdì scorso, 3 giugno, infatti, il concerto del trio costituito da Giulio Martino al sassofono, Marc Abrams al contrabbasso e Ferdinando Faraò, eccellenze del panorama jazzistico internazionale che hanno presentato “The Freedom Suite Revisited”, progetto di altissimo livello e di gran pregio, ispirato fedelmente all’opera del grande sassofonista Sonny Rollins, pubblicata nel 1958.
L’evento è stato anche l’occasione per scoprire un posto “nascosto” e di grande bellezza artistica, che si potrà visitare nei suoi preziosi anfratti partecipando a visite guidate, come ha affermato Diego Nuzzo allorché, ringraziando i padri Vincenziani per l’ospitalità, i presenti e il direttore artistico Giulio Martino, ha dato alcune informazioni sul luogo.
Prima del concerto il musicista Andrea Parente, attivo collaboratore della storica rivista Jazzit, è intervenuto evidenziando le peculiarità di Wunderkammer e la cura dei dettagli con cui organizza gli eventi, soffermandosi, altresì, sulla forte risposta del pubblico e sulle origini del nome dell’Associazione di Wunderkammer, “La camera delle meraviglie”, luogo in cui nel passato in Germania si organizzavano eventi culturali straordinari in luoghi molto interessanti.
Giulio Martino prima di dare voce alla musica ha presentato il progetto, anteprima di prossime date, che nasce dal disco di Sonny Rollins, The Freedom Suite, di valore musicale e di impegno sociale, visto che la suite, che occupa l’intera facciata A aveva l’intento di puntare i riflettori sul problema razziale.
Riproducendo l’atmosfera dell’opera registrata da Rollins con Oscar Pettiford e Max Roach, i tre musicisti, in questo luogo bello e con un’acustica perfetta per la giusta valorizzazione dei timbri degli strumenti, hanno affrontato un bellissimo viaggio nel jazz del grande sassofonista americano.
La performance, fin dalle prime note ha rispecchiato una grande sintonia tra i tre, frutto di un interplay affiatato e sinergico. Le esecuzioni sono state un coinvolgente percorso caratterizzato dalla raffinatezza, dalla grande professionalità e dalla tecnica strepitosa.
La suite è stata aperta dal contrabbasso su cui gli altri strumenti si sono ancorati con suggestive percussioni e giochi di suono di grande effetto con un incontro di note ora fuse, ora divergenti e con ritmi variegati e colorati. Con classe ed eleganze i fraseggi del sax intessevano veri e propri dialoghi musicali intensi ed emozionanti. Ciascuno si è espresso con improvvisazioni e assoli di gran pregio. Tratti di free jazz approdavano a dolci melodie in cui abbracci di note morbide toccavano le corde emotive del pubblico attento. A momenti la musica si faceva crescente e fluida con le voci degli strumenti che scorrevano in piena sintonia finendo in piacevoli vortici di bellezza artistica.
La seconda parte del concerto è stata dedicata all’esecuzione dei seguenti standard: Turnaround di Coleman, Isfahan di Billy Strayhorn e Caravan di Duke Ellington.L’esecuzione di quest’ultima è stata introdotta dalla batteria che in modo crescente,ha determinato il ritmo talvolta esplosivo e a tratti caratterizzato da sonorità orientali e sinuosamente esotiche, con civettuoli fraseggi del sax incorniciati dal contrabbasso.
Non poteva mancare la richiesta del bis e così il trio ha donato altre emozioni musicali.
La serata è stata, dunque, una grande festa della musica di alto livello con evidente soddisfazione dei protagonisti, degli organizzatori, del presidente dell’associazione Salvatore Falco, del deus ex machina Diego Nuzzo e del pubblico, un preludio per l’imminente programmazione della rassegna estiva.
Daniela Vellani