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Dopo il debutto la scorsa estate nell’ambito del Campania Teatro Festival, torna in scena Gemito – L’arte d’ ‘o pazzo, scritto e diretto da Antimo Casertano, anche interprete insieme a Daniela Ioia, Luigi Credendino e Ciro Kurush Giordano Zangaro. Lo spettacolo, nato dalla collaborazione tra NarteA e Teatro Insania, il 23 e 24 aprile sarà al Teatro Civico 14 di Caserta e dal 26 aprile al 1 maggio replicherà al Piccolo Bellini di Napoli.
Abbandonato alla nascita alla ruota degli esposti, Vincenzo Gemito è un artista che oggi trova posto tra i pilastri dell’800 napoletano. La sua è stata una vita tormentata dalla continua ricerca della perfezione e dal maniacale tentativo di lavorare non per la conquista del successo ma per la verità. Ossessione che lo ha spinto addirittura alla reclusione in manicomio, avvenuta tra il 1886 e il 1888, e alla conseguente, una volta uscito, clausura domestica volontaria durata oltre venti anni.
«Questo spettacolo nasce dalla volontà di narrare e investigare la crisi – spiega l’autore e regista Antimo Casertano –, vissuta da Gemito, ma che può attraversare qualsiasi artista, in qualsiasi ambito. Quanto spesso sentiamo parlare di artisti, autori, musicisti, attori in crisi, che si trovano a fare i conti con i propri demoni? Il nostro mestiere è da sempre in bilico, precario, non solo per la questione economica, ma anche e soprattutto per la questione emotiva e psicologica. Bisognerebbe sfatare il mito del genio-folle: molto spesso chi attraversa un momento insano non riesce a creare nulla di geniale. Parte da questa analisi, la volontà di realizzare uno spettacolo non solo per ridare luce alla complessa figura di Gemito, ma soprattutto per esplorare questo delicatissimo e profondo momento che riguarda noi esseri umani da molto vicino. Attraverso la vicenda di Gemito cercheremo di esplorare la materia intima che muove un artista, sperando di porre le domande giuste. Sperando di poter aprire le giuste fessure nei meandri delle nostre anime. La risposta come al solito sarà affidata al pubblico».