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Viviamo in un’epoca difficile, surreale, all’insegna dell’orrore e del dolore, confusi dalla pandemia prima e dalla guerra poi.
È un’epoca in cui emergono aspetti di cui non si era consapevoli. Si pensava di essere giunti alla frutta con il razzismo e le discriminazioni, la mancanza di ospitalità e la chiusura dei porti. Ma al peggio non c’è mai fine, è un pozzo di cui non si vede il fondo. L’odio, la cattiveria, la perfidia, la violenza, la morte, il pericoloso narcisismo e l’inquietante assuefazione alle scene di dolore che scorrono davanti a noi continuamente e che possono sfociare nell’indifferenza pericolosa, ormai sono elementi fissi della nostra quotidianità.
La tendenza alla distruzione insita nella nostra natura umana, sta esondando. Thanatos prevale su Eros.
In questo caos l’unica certezza della maggior parte di noi è questa: la guerra non si fa, la guerra è sporca, la guerra è morte, la guerra è cattiva, la guerra porta lacrime!
Ho letto un romanzo che più che frutto della fantasia è frutto della realtà, una realtà passata che oggi si fa avanti con le stesse tragiche dinamiche. Durante la lettura mai avrei pensato che le descrizioni, le azioni, i gesti, le brutalità di cui si parla nel testo potessero diventare oggi oggetto di una cronaca sconvolgente e inquietante.
Si tratta di “Le notti e per sempre” di Diego Nuzzo pubblicato a novembre 2021 dalla casa editrice Homo Scrivens di Aldo Putignano.
Lo scrittore ha realizzato un lavoro prezioso, importante e l’ha fatto con dovizia e una ricerca certosina di documenti, pubblicazioni, testimonianze. I risultati della sua solerzia e pazienza, uniti alle azioni di personaggi nati dalla sua fantasia, sono confluiti nella creazione di una storia che si profila attraverso due diversi punti di vista dello stesso protagonista, un giovane soldato. Il romanzo, ambientato nel periodo della Grande Guerra e precisamente nel novembre del 1917 a Monte Pertica, all’indomani della disfatta di Caporetto, infatti, consta di due parti: la prima costituita da una lettera d’amore del soldato in trincea con toni leggeri, rasserenanti, poetici; la seconda, preannunciata dall’ultima parte della epistola: “Vorrei raccontarti tante cose Lenuccia mia ma…”, è quella della cruda realtà della guerra, di chi c’è dentro e la vive tatuandosi per sempre l’anima di orrendo, quella in cui si toccano con mano le sue brutture, le sue violenze, le sue nefandezze, quella in cui l’uomo si trasforma in una creatura che dà il peggio di sé, violenta, tortura, convive con aspetti della propria esistenza che mai avrebbe espresso in condizioni di convivenza pacifica, evidenziando comportamenti che non possono essere paragonate neanche minimamente ad una bestia. Le bestie uccidono per difendersi e sopravvivere, l’uomo in determinate condizioni oltrepassa queste necessità vitali e agisce con perfidia e cinismo crudele.
Le due parti del racconto anche linguisticamente mutano. La parola è espressione del pensiero e mentre quello della prima parte è un pensiero che esprime ciò che si vorrebbe e ciò che si dice per giustificare la follia della guerra: coraggio, amicizia, buoni sentimenti, eroismo, speranza di un mondo migliore, il pensiero della seconda esprime, ahimè, ciò che è: efferatezza, atrocità, tortura, dissennatezza, fosse comuni, mutilazioni, stupri, sporcizia dentro e fuori.
Si consiglia vivamente la lettura di “Le notti e per sempre”. È un romanzo che avvince, emoziona, commuove, fa arrabbiare, sconvolge e fa riflettere e citando Primo Levi “Meditate che questo è stato…”
Scritto con penna scorrevole, fluida, in cui sono presenti termini dialettali, anche in disuso, che dimostrano anche in questo caso la ricerca filologica dell’autore. Si tratta dei dialetti delle varie regioni italiane da dove partivano giovanissimi ragazzi che spesso non hanno fatto più ritorno e di cui non c’è neanche una tomba sulla quale portare un fiore, se non quella dell’altare della Patria a Roma.
Si consiglia altresì la lettura per riflettere, comprendere e soprattutto per ripudiare decisamente scelte pericolose con un effetto boomerang che conduce alla perdita di tutto, dignità in primis, e ad un punto di non ritorno di abbrutimento e distruzione.
Info: Diego Nuzzo “Le notti e per sempre” editore Homo Scrivens– Collana Dieci- Novembre 2021- pagine 160- 15,00 euro
Daniela Vellani