Napoli, presentato “Alma che visse in fondo al mare”, l’ultimo romanzo di Martin Rua

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Non c’era posto migliore per la presentazione di un romanzo in cui il mare è protagonista del Museo del Mare di Napoli.

Si è parlato di “Alma che visse in fondo al mare”, l’ultimo romanzo di Martin Rua, infatti, in questo luogo magico, in un luogo contornato da bellissimi modelli di navi ed elementi legati alla navigazione di ogni tipo, luogo e contesto storico.

Il perché si comprende dalla trama del romanzo e da ciò che si legge sulla quarta di copertina: “Alma mise piede sull’isola come la sovrana di un regno appena conquistato, la condottiera di un esercito di soldati fedelissimi, o la divinità marina di un antico popolo di naviganti.”

Hanno dialogati con l’autore il Direttore del Museo Prof. Antonio Mussari, la prof. Maria Antonietta Selvaggio della Fondazione Thetys, la dott. Cecilia Laringe della Polidoro edizione, la storica Raffella Salvemini, Ismed CNR. Le letture sono state curate dall’attrice Nella D’Angelo. Il tutto è stato contornato dalla musica della “pianista del mare” Maria Grazia Ritrovato che ha eseguito sia brani tratti dal suo album Barche alla Marina sia brani che suggestivamente si legavano  ai contenuti delle letture.

La presentazione, la prima del “Giovedì letterario”, ossia eventi di grande spessore culturale che si svolgono nel Museo a cura della Fondazion Thetys, si è svolta al cospetto di un pubblico attento con cui i protagonisti hanno amabilmente dialogato.

Dopo i saluti del Direttore e della Prof. Maria Antonietta Selvaggio con cui è stato introdotta la presentazione, sono seguiti quelli della dott. Cecilia Laringe con i saluti dell’editore Alessandro Polidoro che ha voluto fortemente che fosse pubblicato questo romanzo di indubbia qualità.

Assieme agli interventi dei relatori e dell’autore, alle descrizioni del romanzo, alle letture, alla musica e al susseguirsi di fotografie fornite dalla dott. Salvemini con esaustive descrizioni, i presenti sono stati magicamente accompagnati nelle pagine di un romanzo dai sapori sudamericani con evocazioni “Marqueziane” di “L’amore ai tempi del colera”.

Procida è la grande protagonista, l’isola alternativa, l’isola che con le sue storie, i suoi odori, le sue tradizioni, le memorie legate a tutti i suoi anfratti, si distingue da Ischia e Capri.

La presentazione è stata ricca, emozionante e variegata. Si è scoperta una Procida diversa da quella legata alle spiagge e al turismo e, attualmente, dalla Procida Capitale della cultura 2022.

L’amore per il luogo da parte dell’autore e le sue ricerche certosine confluite nelle trame del romanzo hanno messo alla luce aspetti di grande interesse legati ad un mondo magico, al dialetto, alle usanze e ad aspetti poco noti.

Si effettua un viaggio attraverso una storia d’amore che inizia negli anni ’50, ma che in realtà ha radici più antiche, quasi mitologiche e la protagonista, Alma, assieme al suo elemento naturale, il mare, ne tesse come Penelope i momenti e come Ulisse la curiosità e la voglia di esplorare mondi legati a questo affascinate elemento naturale che da sempre unisce, fonde, contamina in una sorta di globalizzazione ancestrale.

Le letture eseguite da Nella d’Angelo sono stati gustosi assaggi di un romanzo arricchente e coinvolgente, in cui si vede una Procida inedita che mediante le memorie attraversa la guerra, l’emigrazione e la navigazione della maggior parte dei suoi uomini, risale alla realizzazione e all’inaugurazione del Canale di Suez, descrive mondi misteriosi e curiosità come gli Ex voto, i “Quadrilli”, i nomi e i cognomi, le monache “di casa”, “il viaggio la navigazione e il mare considerato come la via necessaria guardare fuori dall’isola”.

Intensa ed emozionante è stata la lettura effettuata dallo stesso autore che ha proposto un dialogo intenso      e ricco di colori espressivi, che hanno fatto entrare i presenti in pagine significative e intriganti.

Durante la discussione sono emersi altri elementi interessanti presenti nel romanzo come la presenza di Caravaggio, Malta e il tango. La pianista Ritrovato a proposito di quest’ultimo ha eseguito “Vuelvo al sur” di Piazzolla che, come ha affermato l’autore è stato fonte di grande ispirazione nella stesura della seconda parte del romanzo. Prima di parlare con la musica, la pianista ha citato parole significative estrapolate dal romanzo “…La sua commozione era quella di chi ritorna a casa dopo un lungo viaggio e ritrova le cose amate nella stessa posizione in cui le aveva lasciate: giusto uno stato di polvere a ricordare il tempo che è passato…

Durante la presentazione si è ricordato anche il compianto Mario Buonoconto, Maestro e artista poliedrico, marito di Maria Grazia Ritrovato, a cui Martin Rua è legato e a cui si è ispirato in uno dei protagonisti della storia.

Si tratta di un romanzo intenso e romantico, molto diverso da quelli finora pubblicati da Martin Rua, anche se gli elementi magici, alchemici ed esoterici che caratterizzano i suoi interessi e i suoi studi non mancano.

 

Daniela Vellani

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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