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The Windshield Wiper è stato premiato con l’Oscar come “miglior cortometraggio animato” nel corso della cerimonia di domenica 28 Marzo 2022. Il corto, scritto e diretto da Alberto Mielgo e prodotto in collaborazione con Leo Sanchez, ha visto la partecipazione del lucano Marco Regina, che ha curato l’animazione dell’opera come head of animation.
What is Love?- Si apre con questo interrogativo il corto di Mielgo, un racconto non lineare, che avanza con una tecnica ad alveare, caratterizzata dall’affiancarsi di scene, talvolta alternate e riprese. Finestre su una Manhattan degradata e malinconica, su una spiaggia luminosa o sulle strade di Hong Kong. Un uomo seduto in un cafe si chiede cosa sia l’amore mentre fuma una sigaretta e- in mezzo al vociare confuso-srotola un rullino di episodi quotidiani. Non troverete lunghi dialoghi o le classiche vignette sull’amore tenero e dirompente. No, non c’è nemmeno il cliché dell’incontro fortuito che diventa un colpo di fulmine. Il sentimento rappresentato da Mielgo assomiglia molto più a quello sfuggente e non sempre corrisposto che incontriamo tutti i giorni: l’amore incompleto e fugace di due ragazzi che si sfiorano al supermercato, quello stanco che non ha più niente da dirsi e quello potenziale di due sconosciuti che si guardano per la prima volta. In tutte le sue sfumature, culturali e sociali, è presente questa forza universalmente recepibile che lega tra loro racconti altrimenti scollati.
Windshield Wiper assomiglia molto ad uno storyboard, è reso coerente soltanto da una vaga cornice e procede accostando vignette che non si auto-giustificano. Spazialità e temporalità non sono chiarite, i personaggi non hanno un nome e talvolta nemmeno un volto. Siamo noi, senza sapere bene come, ad attribuirgli un significato innescato dall’empatia. Tra un’animazione e l’altra, tutte le rappresentazioni sociali, culturali e narrative dell’amore, giocano lo stesso ruolo: ricordarci un’esperienza universale, che spesso persiste soltanto come sottotesto nelle nostre vite.
The Windshield Wiper abbatte le barriere della narrazione diegetica servendosi della forza evocativa delle immagini per comunicare una domanda. La risposta arriva, ma non sapremo mai se è quella giusta.
di Silvia Barbato