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Dopo l’uscita a settembre del primo singolo “Canciari”, per il lancio ad ottobre dell’album d’esordio “Parru cu tia – La voce delle donne”, dal 3 marzo è online il video di “A giostra”, il secondo singolo estratto di Manutsa. Un brano scelto perché di denuncia sociale politica, dai toni ironici, resi da figure circensi, domatori, giocolieri e ballerini, ovvero, i protagonisti della giostra pubblica nei palazzi del potere.
Link “A giostra”: https://www.youtube.com/watch?v=e4DVVyW9bR8
Dalla regia di Frank Falletta, il video mette in scena un sistema politico permanentemente immutato, che permette scambi di pizzini e baciamani, nonostante nel tempo possano esserci persone diverse a ricoprire le cariche pubbliche maggiori. Uno scenario apparentemente immobile, nel quale i protagonisti si trasformano in figure circensi, per un’ironica metafora danzante che canta come i ricchi avranno sempre la strada spianata a discapito della povera gente. Il video non a caso incornicia perfettamente il brano, che con un sound tradizionale ed estremamente orecchiabile, arriva diretto al pubblico.
“A giostra” è anche il brano d’apertura di “Parru cu tia”, album d’esordio della palermitana Manutsa. Prodotto e arrangiato da Roberto Terranova e Denis Marino, il disco è un concentrato elettro-folk in dialetto siciliano, generato dalle due influenze maggiori per la cantautrice: l’elettronica, ispirata dai Massive Attack, Portishead e Radiohead; mista alla ricerca della tradizione, attraverso suoni e racconti vari della cultura della sua terra.
Il risultato è una raccolta di nove tracce che cantano la ribellione interiore femminile, nei confronti del sistema, della vita e della società. Manutsa sceglie otto brani, una cover omaggio a Giuni Russo (“Illusione”) e una bonus track, “parru cu tia”, una poesia di Ignazio Buttitta che dà il titolo all’album, per ricreare un disco world music, nel quale si contaminano synth, programmazioni, theremin e campionamenti, a marranzani, tamburi a cornice, mandolini e bouzouki della musica tradizionale. Un album dai suoni intensi e coinvolgenti, che spazia nelle sue contaminazioni con una voce, quella di Manutsa, che calda e confortante gioca sapientemente sulla musica con le parole.
A rendere il progetto ancor più interessante, è lo studio della cantautrice precedentemente al disco:
“Per anni mi sono dedicata alla ricerca delle tradizioni: ho raccolto detti, racconti, canti registrati dalle voci anziane delle donne di alcuni paesi dell’entroterra siculo che poi mi raccontavano anche le loro storie di vita. A questo ho aggiunto altre vicende più contemporanee, ne ho ascoltate tante durante il mio lavoro in una segreteria politica. Narrazioni diverse, in anni molto distanti tra loro, che avevano un unico comune denominatore: erano storie di donne che non riuscivano a dar voce a se stesse. Ho quindi deciso che quella voce avrei voluto dargliela io.”
Un risultato avvincente, che invitiamo a non perdere e ad ascoltare sulle piattaforme di streaming.
Roberta Fusco