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Finalista Tenco e Musicultura 2019, il cantautore napoletano Roberto Michelangelo Giordi torna con “Aliene Sembianze” (edizioni Mariù), il suo quinto disco e con un libro di racconti ispirati ai quattordici brani dell’album.
Alla realizzazione del lavoro hanno partecipato diversi artisti, eccellenze del panorama musicale, in particolare i seguenti “alieni”: Piero de Asmundis (piano, tastiere, elettronica) che ha realizzato gli arrangiamenti, editing e missaggi e, assieme all’autore, ha curato la produzione artistica, Dario Franco (basso elettrico), Franco Giacoia (chitarra acustica ed elettrica), Mauro Grieco (chitarra acustica), Sergio Sorrentino (chitarra), Vittorio Riva (batteria), Leonardo Massa (violoncello), Lino Cannavacciuolo (violino), Gianfranco Compagnoli (tromba), Alessandro Tedesco (trombone), Antonello Capone (fagotto), Luca Martingano (corno francese), Fabio D’Onofrio (oboe), Mimmo Maglionico (flauto), Emilia Zamuner (cori e interventi vocali).
Si tratta di un’opera notevole e, alla luce di quello che sta accadendo attualmente, molto interessante. I testi dei brani, infatti, narrano “lo smarrimento dell’Occidente e il desiderio di riscatto.” Si tratta di canzoni originali, d’autore, dalle musiche variegate e di indubbia qualità che creano atmosfere suggestive che incorniciano riflessioni, analisi intimiste, evocazioni, comportamenti, emozioni, valori, speranze, voglia di riscatto, sogni. È un viaggio metaforico, dai tratti onirici e fantastici, tinteggiato da colori di note che si sprigionano da una tavolozza in cui si mescolano e creano affreschi variegati e unici.
La sequenza si apre con “Spazio e tempo” una canzone in cui la musica avvolgente e la narrazione poetica trasportano subito in una storia musicale che scorre fluida e accompagna chi ascolta in un viaggio che supera la dimensione del tempo e lo spazio “Spazio e tempo infinito uguale a zero…” La poesia prosegue nel brano successivo, “Gare De Lyon”, dove le parole descrivono colori, ambienti, città e misteri “Il riflesso dell’uomo sul vetro, ha il viso nero. Cerco di rubargli un pensiero, mi arrendo”.
“L’Oltreuomo”, il terzo brano, presenta concetti, riflessioni e con la fantasia che trasporta in un viaggio oltre le nuvole di questo cielo nero, affronta tematiche legate ai risvolti della realtà attuale legata all’estetica, al capitalismo, alle convenzioni insomma a tutte quelle sovrastrutture che spesso allontanano l’uomo dai valori e dalla bellezza e riducono tutto ad algoritmi. “Le Mon”, è un brano poetico in lingua francese che in una atmosfera surreale e suggestiva intriga e stimola il pensiero. “Aliene sembianze” cambia completamente l’atmosfera musicale che si fa pacata e morbida. Evocazioni, nostalgia, tracce di ricordi tessono il brano. Ci si lascia andare ad una malinconia pacata e onirica. Anche qui il francese contribuisce a creare un’atmosfera di placido abbandono con quel pizzico di raffinatezza che non guasta. “Mio amor” è una canzone bella, che rientra nei canoni della buona tradizione del cantautorato. Romantico il testo incorniciato dalla musica che si fonde col canto in melodie belle, eleganti e avvolgenti. Interessante è “Io pettino le Bambole”: una disamina trasgressiva sulle tipologie comportamentali con le problematiche legate a condizionamenti, a frustrazioni, a nevrosi di una società malata e a tratti disperata. Un narratore interno si racconta ne “Il venditore di ombrelli”, una metafora in cui il personaggio diventa l’espressione di illusioni e voglia di cambiamento, di evasione e di fantasia. “25 aprile” è un chiaro omaggio alla libertà. La canzone “Il tutto e il niente” presenta un testo che sembra nato proprio oggi alla luce degli avvenimenti attuali “Vado a spasso coi fantasmi della notte a cercare il mondo che nessuno vuole…” parole profetiche che s’intramezzano tra note fluide in cui serpeggia il flauto che con i suoi fraseggi sembra ammorbidire la durezza del messaggio. Con “Chant ‘a la lune” cambia l’atmosfera che si fa soft che si alterna tra il francese e l’italiano e la musica. Anche “Umane sembianze” è una chanson della migliore tradizione del cantautorato per il testo che si conclude con una voce narrante che interpreta la Preghiera di Alessandro Hellmann. Toni da cantastorie caratterizzano “La nuova Atlantide” che in modo pacato attraversano le stagioni con descrizioni poetiche ricordano l’umanità sparita. “La porta dei sogni” conclude l’opera. Con una intro al piano, la musica approda al mondo dei sogni “Sogna finché puoi sogna finché vuoi tutto passerà o è passato di già…”
Si tratta di un lavoro pregiato e multiforme, concepito durante il lockdown a tre anni di distanza da “Il sogno di Partenope”. Si rivolge a coloro che vogliono lottare in nome della bellezza e l’essenza della vita umana. Sicuramente chi ascolta le canzoni non solo ascolterà bel canto e musica di qualità, ma rifletterà sui testi ed entrerà in un mondo fantastico e al contempo reale che arricchisce e apre nuovi orizzonti.
Il cd è stato registrato e missato presso lo studio Marekà di Napoli. Mastering Bob Fix.
I disegni e le illustrazioni sono di Clelia LeBoeuf. Il progetto grafico di Gianluca Staderini e le foto di Irvan Urban Gobbo.
Daniela Vellani