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La musica, la poesia, l’arte non hanno barriere e confini. Parlano una lingua universale che unisce e si attiva, con gli strumenti della bellezza, per la libertà e per la pace.
Con questo spirito umanitario con cui la cultura acquista una valenza importante per la soluzione di conflittualità, un messaggio forte di pace e unione è stato divulgato venerdì scorso presso la Sala Scarlatti del Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli: “Insieme nella Musica”, un concerto per la pace in cui si sono esibite allieve ucraine e russe.
“Ci sono momenti nella Storia nei quali occorre avere ben presente che una Istituzione accademica non è solo un luogo di formazione artistica e musicale. Non tacere, prendere parola, stare assieme, ascoltare, considerare l’altro/a nelle sue specialità e differenze culturali, oltre che nei suoi diversi talenti, diventa più che mai un atto civile, una maniera di partecipare in forma attiva alla vita della Città…” (Il presidente Prof. Luigi Carbone, il Direttore M° Carmine Santaniello)
L’ evento importante e solidale è stato emozionante e commovente con musiche, canti e testi che si sono susseguiti di fronte ad un pubblico numeroso e coinvolto.
Il fil rouge della sequenza artistica è stato la pace, declinata attraverso un programma variegato aperto con il celeberrimo Inno alla Gioia eseguito dal M° Mario Buonafede e che ha visto protagonisti l’attore Patrizio Rispo voce recitante, le allieve ucraine e russe, Alisa Pimanova (pianoforte), Yuliana Pylypiuk (soprano), Tetyana Sapeshko (pianoforte), Mariya Kozak (violino), Inna Kulikova (violino), Mariami Gogberashvili (soprano). Musiche di Ciajkovskij, Lysenko, Machavariani, Paganini, Rachmaninov, Shostakovich e Stezjun si sono alternate alle letture di testi di Svetlana Aleksievich, Salvatore Quasimodo, Taras Shevchenko, Gianni Rodari e Emily Dickinson selezionati da Maria Luisa Bigai.
L’evento è stato aperto dal presidente Luigi Carbone e dalla lettura del messaggio di papa Francesco a cura di Patrizio Rispo. Si è concluso con un bis richiesto a viva voce, l’interpretazione corale di “’O sole mio” la celeberrima canzone napoletana composta a Odessa e che ha coinvolto gli allievi del conservatorio che sono saliti sul palcoscenico e si sono uniti ai giovani ucraini e russi. Il momento è stato molto emozionante e anche il pubblico visibilmente commosso ha cantato.
È stato un modo per affermare l’unione, la convivenza serena e la speranza che quanto prima la pace prenda il sopravvento. Napoli, che “fin dalla sua fondazione è realtà multietnica e crocevia di cultura, lingue, suoni, modi provenienti da Paesi distantissimi e diversissimi, Città aperta e curiosa di apprendere e confrontarsi…”(L. Carbone e C. Santaniello), ha voluto così contribuire a esprimere questo forte desiderio.
Daniela Vellani