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“Il Manoscritto di Italicus” conquista palazzo Paternò. Il primo romanzo di Giovanni Bocco è stato protagonista di un incontro organizzato dall’Inner Wheel Club Capua Antica e Nova Caserta nella splendida cornice di uno dei più antichi palazzi storici di Caserta. La serata ha visto la partecipazione dell’attore Piero Grant, che ha interpretato alcuni estratti del romanzo di Bocco. A moderare l’incontro la giornalista Lidia Lubrano.
Un viaggio onirico sospeso tra due linee temporali che si intrecciano. Re Italicus, il “fanasioso re del Ponto” osserva il suo popolo con la curiosità di uno scienziato, si cala tra la gente in incognito, si domanda quale sia l’essenza dell’identità italica. Intanto un’intrigante bibliotecaria e il giornalista Michele si addentrano nella lettura di un antico manoscritto ritrovato. Un racconto diviso su due piani narrativi che cattura il lettore, dando spazio all’azione letteraria quanto alla riflessione sul concetto di “civilizzazione italica”. Ma chi sono gli italici? Per sfruttare le parole dell’autore- “[…] una vasta comunita virtuale, di centinaia di milioni di persone, accomunate dalla particolaresensibilità per l’talian sound, l’italian style. Per il modo di vivere e di produrre all’italiana.” L’incontro con l’autore è stato arricchito da un confronto online con il Professore Riccardo Lattanzi, e con Carlotta Ianniello, Dottorata presso la New York University, che hanno fornito una testimonianza personale dell’esperienza di vita all’estero ed esportazione dei pregi italici.
L’incontro è stato aperto dai saluti della Presidentessa dell’ Inner Wheel Club Capua Antica e Caserta Nova, Rita Ianniello Sommo–“Questo è il primo di una serie di incontri che abbiamo intenzione di organizzare. Il protagonista della serata è Giovanni Bocco, famoso giornalista ed esperto di politica internazionale, nonché scrittore e autore de Il Manoscritto di Italicus. Un romanzo che si snoda su due livelli temporali, tra il presente e il passato, e racconta la civilizzazione italica.” Ha commentato la Presidentessa, per poi introdurre l’Associazione Capua Antica e Nova Caserta.-“la nostra associazione è presente sul territorio da più di dieci anni. Siamo un gruppo di giovani donne, molto fattive, soprattutto nelle iniziative per i più bisognosi. Interveniamo aiutando le associazioni sul territorio a svolgere le loro attività. Siamo state attive anche durante il lockdown, pur restando a casa, grazie alla tecnologia e siamo riuscite a ottenere risultati superiori alle nostre aspettative.”
Il Manoscritto di Italicus si presenta come un progetto letterario che non si ferma al racconto surreale e filosofico, ma mostra una spiccata vocazione informativa, promulgando quelli che sono i valori italici, il made in Italy, la cultura e l’identità popolare del Belpaese. La scrittura di Giovanni Bocco, giornalista, reporter ed esperto di politica estera, nonché membro dell’Associazione “Svegliamoci Italici”, trasporta facilmente il lettore in un universo ‘altro’, eppure così simile al nostro, nel quale Napoli non può non esistere in quanto polo culturale e melting pot. Abbiamo chiesto a Giovanni Bocco di raccontarci la genesi de Il Manoscritto, questa è l’intervista all’autore.
Come nasce il Manscritto di Italicus? Era in Italia o in trasferta quando ha sentito per la prima volta il richiamo della scrittura?
“Io ho sempre scritto appunti sparsi, ma l’idea per il romanzo mi è venuta a conclusione del mio reportage per il Tg1 in Australia. Subito dopo c’è stata la pandemia e mi sono soffermato a rivedere ciò che avevo scritto. Ho pensato di riunire questi appunti dando seguito in un romanzo a questa teoria della civilizzazione italica e trasponendo i valori dell’Italicità nella letteratura. Nell’associazione Svegliamoci Italici, ci siamo detti tutti che mancava un repertorio divulgativo e questo è anche un passo per la creazione di un repertorio divulgativo di queste idee. Con il romanzo prbabilmente si riesce a far arrivare meglio il messaggio alla gente, alla grande platea. Lo scopo è sedurre, conquistare il lettore, per portarlo a riflettere su questi temi”
C’è un legame con la classicità nel suo romazo…
“Sì, sicuramente questo riflette la mia formazione. Anche i rimandi alla filosofia, da Platone ad Heiddeger, Spinoza, sicuramente sono le letture verso le quali sono più orientato.”
In che modo incentivare la rilettura dell’immagine italiana e di un Meridione ricco di cultura?
“E’ necessaria una grande riflessione, sono necessari poi nuovi studi per ripensare gli anni successivi all’Unità d’Italia, in cui è stata smntellata l’industria meridionale, sono state create leggi che ne hanno bloccato lo sviluppo. L’unità del paese è frammentata anche per questo, ancora oggi paghiamo gli errori fatti nel passato, ma si può riparare. Il ruolo del meridione ad esempio può cambiare, rilanciando quelle che sono le vocazioni più autentiche industriali. Nel 1860 la Campania era la regione più industrializzata d’Italia. Nell’Italia Meridionale su più di 8 milioni di abitanti c’erano un milione e mezzo di operai e 3 milioni di contadini. Una poderosa struttura industriale insomma, che competeva con l’Inghilterra.
Conclude così Bocco, con un’analisi storica che ricerca la matrice delle problematiche contemporanee legate al territorio. Poi aggiunge- “Bisogna investire tante energie, se si mettono in campo le risorse e le leggi giuste, poi tutti i territori ritrovano la loro vocazione. Ci sono tantissimi esempi positivi. Noi Italici abbimo un grande brand internazionale. Dobbiamo solo giocare bene le nostre carte.”
Un messaggio contenuto nel suo romanzo, che forse costituisce la colonna portante de Il Manoscritto.
di Silvia Barbato