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Torna Politicamente Scorretto, il progetto di Casalecchio delle Culture con lo scrittore Carlo Lucarelli. Alla sua XVI edizione, l’evento si svolge nell’ambito di A Mente Fresca 2021, grazie al prezioso contributo della Regione Emilia-Romagna, con un ricco programma di eventi, composto da spettacoli teatrali, talks con ospiti d’eccezione e presentazione di libri dedicati alla Legalità e all’impegno civile. Gli eventi in programma seguono il tema della Cultura dell’Impegno, coinvolgendo artisti e personaggi del panorama culturale, in confronto con le istituzioni.
Nel palinsesto il secondo evento è in diretta dal Teatro Laura Betti e in contemporanea in streaming su Facebook e YouTube, alle 18,00 del 14 giugno, con l’incontro di Murubutu, intervistato da Pierfrancesco Pacoda, per parlare di rap, hip-hop e d’impegno sociale.
A seguire, alle 20,30 si è tenuto invece l’incontro di Carlo Lucarelli con Willie Peyote, con il tema dell’incontro precedente, toccando simili discorsi ma corde diverse.
Gli incontri sono stati introdotti dal progetto Flow – It’s bigger than Hip-Hop, iniziato a marzo online e completato in presenza. Il progetto di ATER Fondazione/Teatro Laura Betti/Circuito Musica nell’ambito di Generazioni a Teatro 2021 con il sostegno della Fondazione del Monte, in partenariato con Locomotiv Club, ha previsto 8 incontri sotto la guida di So Beast e Menny, dove si sono esplorati i punti cardine della cultura hip-hop e non solo, ma soprattutto ha dato spazio ai giovani di esprimersi con un linguaggio a loro familiare.
Di fatti, a seguito dell’esibizione di uno dei protagonisti del progetto, Pacoda ringrazia per l’incontro, soprattutto in quanto rappresenta un simbolo di rinascita, e prendendo spunto da Flow, chiede per l’appunto a Murubutu qual è il suo pensiero in merito ai laboratori di scrittura, dato che ha partecipato a progetti simili a Reggio Emilia.
Può sembrare banale, ma la domanda è la miccia che accende l’intervista. I due protagonisti dell’evento si conoscono già, e per l’appunto scherzano sul fatto di esser venuti con la stessa auto ma di non aver preparato nulla. Ma, considerando che il rapper Murubutu è il nome d’arte del professore di storia e filosofia Alessio Mariani, l’intero evento non ha avuto bisogno di una scaletta, perché sembra una vera e propria lezione dalla quale apprendere.
Per chi non lo conoscesse, Alessio Mariani comincia negli anni 90 ad avvicinarsi alla scena hip-hop. Sperimenta lo storytelling, costola del rap che lui unisce al suo personale amore per la letteratura e la narrativa. Il risultato è la costruzione di brani coinvolgenti composti da una trama che crea empatia grazie a storie con personaggi, eventi e dialoghi, che costruiscono dei veri stralci di letteratura rappata.
Data la passione per la letteratura e il desiderio di voler parlare di storie di vita esemplari valide da raccontare e dalle quali apprendere dal punto di vista emotivo, ne consegue una composizione musicale e di testo di unicità complessa e profonda.
Fin dalla prima domanda, appunto, spiega delle difficoltà sulla scrittura, della sua impossibilità ad essere insegnata, e della necessità di essere stimolata. Seguendo il filo del discorso, come un rapper-professore, guidato dalle sapienti domande di Pierfrancesco Pacoda, tocca alcuni punti concernenti al rap e al suo personale impegno per esso. Non nasconde la perplessità sul fine della musica contemporanea, ma per l’appunto, la sua parte da prof gli fa parlare di veridicità. La realtà è difficile da trasporre e la musica non può cambiarla. Ciononostante, la musica può influenzare le persone, che possono contribuire a cambiare la realtà. Per questo, la musica di Murubutu si sviluppa sull’emotività, in modo tale da poter, anche solo nel suo piccolo, influenzare i suoi ascoltatori. La sua scelta è quella di parlare persino di storia, o dell’Inferno Dantesco, per mettersi in gioco ma soprattutto per raccontare storie che ricordano la realtà e possono stabilire un legame empatico con i suoi ascoltatori.
Chiamarlo quindi rapper o professore, nonostante siano le sue mansioni, è estremamente riduttivo. Lo si può definire un’artista educatore, dato il suo impegno nella musica nel non lasciare nulla al caso ma di parlare di cose vere e di un certo spessore narrativo ed emotivo.
Un discorso similare è stato toccato anche da Willie Peyote nell’incontro successivo, parlando di stato di pancia e di testa durante la composizione dei suoi lavori.
Senza fare ulteriori spoiler, per chi lo desiderasse, sulle pagine Facebook e YouTube di Politicamente Scorretto, è disponibile il video dell’incontro tra Murubutu e Pierfrancesco Pacoda, ma anche quello di Willie Peyote con Carlo Lucarelli (si consiglia di consultare http://www.politicamentescorretto.org/ per tutte le info sugli eventi successivi) così da poter ascoltare e vedere chi il rap lo vive in prima persona ancora con lo spirito degli anni 90.
Roberta Fusco