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Nelle ultime settimane non si è parlato d’altro: il fascino di Napoli protagonista delle due fiction Rai, campioni di ascolti. Stiamo parlando naturalmente di Mina Settembre e del Commissario Ricciardi, entrambe tratte da racconti e romanzi di Maurizio De Giovanni.
Chi ci segue da più tempo sa che Differentemente ha sempre sostenuto Maurizio De Giovanni con interviste e recensioni, promosso i suoi libri, seguito le sue presentazioni e per questo non ci stupisce tutto il successo che stanno riscuotendo le trasposizioni televisive dei suoi lavori, e ne siamo molto contenti.
Come non ci ha stupito che, in entrambe le fiction, ci sia Susy del Giudice, attrice che seguiamo da tempo e che in passato abbiamo avuto il piacere di vedere nel suo habitat naturale, a teatro, con diversi spettacoli di successo.
Prossimamente la vedremo nella nuova fiction Rai Lolita Lobosco e, si spera quanto prima, al cinema nel nuovo film di Sergio Rubini I De Filippo, dove interpreta la madre dei fratelli De Filippo, Luisa.
Nonostante i tanti impegni, siamo riusciti a rubarle un po’ di tempo per farle qualche domanda.
Lei è nata, professionalmente parlando, come attrice di teatro, qual è stata l’esperienza più significativa che le ha fatto capire che questa era la sua strada?
In effetti ho debuttato all’età di 7 anni, in una compagnia teatrale, capitanata da Beniamino Maggio. Non penso di averlo capito allora, ero sicuramente troppo piccola, anche se quando il regista mi chiese: ma tu sai recitare? Io gli risposi:- Beh insomma…-
Non molto tempo dopo però ho capito che non avrei saputo fare altro. La conferma l’ho avuta a 18 anni, quando un grande artista di nome Mario Scarpetta mi volle in compagnia.
Chi nasce nel teatro ha solide basi per affrontare le altre arti interpretative, quali il cinema e la televisione, è d’accordo con questa affermazione? E se sì, quanto è stato importante e utile il suo background teatrale?
Più o meno. Chi nasce in teatro ha una base sicuramente solida per avvicinarsi al cinema e alla televisione, ma il metodo recitativo è completamente diverso. Intanto devi dimenticarti di ‘portare la voce’, cosa obbligatoria e fondamentale in teatro. Al cinema o in televisione, infatti, quasi si sussurra. Tutte le espressioni poi, vanno ridotte, sul grande schermo più sei fermo, mantenendo l’emozioni, più sei credibile…solo per fare un esempio.
In questo periodo è impegnata nelle due fiction più seguite su Rai 1, ci descrive i suoi personaggi: Sonia, la badante in Mina Settembre, e Maria Colombo, la mamma della “dirimpettaia” nel Commissario Ricciardi?
Due personaggi completamente diversi tra loro e completamente diversi da me…Sonia è la finta badante rumena, alla ricerca di una nuova vita lontana da un marito violento; un personaggio che ho amato tanto, mi ha fatto sentire ancora più vicina ad un problema molto attuale quello della violenza sulle donne, specialmente tra le mura di casa.
Maria Colombo invece mi ricorda un po’ le nonne di un tempo…lei fa parte della categoria di donne degli anni ‘30 con una missione nella vita: il matrimonio e farlo quanto prima. Mi sono divertita ad interpretare questi ruoli, cercando di dare vita ed un’anima ad entrambe, per renderle vere fino al midollo.
Quando le hanno proposto questi personaggi cosa ha pensato e quanto transfert emotivo c’è in loro?
Ho pensato quello che in effetti penso ogni volta che mi si propone un nuovo ruolo: sarò in grado???
E da lì inizia il mio lavoro certosino di studio e di ricerca, perché ho bisogno di dare credibilità a tutto ciò che faccio.
Per il teatro, purtroppo, bisogna aspettare nuove disposizioni…in merito alle normative anti covid, quanto le manca?
Ovviamente non le nascondo che questa domanda mi è stata già fatta più volte, mi ripeterò: il teatro è casa mia, adesso mi sento come se non avessi un tetto sulla testa. Spero quanto prima di ritornare a casa.
Cosa le piacerebbe fare, appena possibile?
Poco prima della Pandemia sarebbe dovuta iniziare la mia prima tournée in coppia con un attore che stimo molto, mio marito. Purtroppo tutto ciò è stato rimandato, aspetto con fiducia e non vedo l’ora.
Paola Improda