“Lupin” – Il ritorno del mito del ladro gentiluomo, su Netflix

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Uscita l’8 gennaio su Netflix, “Lupin” è già la serie del momento, balzata al primo posto in top 10 tra le nuove uscite. Composta da 5 episodi, lo scorso weekend la prima parte è stata “divorata” dagli users, scatenando l’intrepida attesa per la seconda parte della prima stagione.

 

Come suggerisce il titolo, George Kay e François Uzan s’ispirano liberamente al personaggio ideato nel 1905 da Maurice Leblanc, Arsène Lupin, il ladro gentiluomo. L’appellativo dato al personaggio letterario deriva dall’attitudine del ladro a rubare agendo con modi gentili, ingegnosi e mai violenti.

Con un’abilità straordinaria nel camuffarsi, cambiare le proprie fattezze e movimenti, si prende gioco delle vittime, vivendo incredibili avventure che hanno fatto sognare intere generazioni, sia grazie ai romanzi che con l’indimenticabile adattamento giapponese di Lupin III di Kazuhiko Katō.

 

Un personaggio intramontabile che con Netflix torna nella sua città natale, nella Parigi contemporanea con il camaleontico Omar Sy. Reso celebre dall’eccelsa interpretazione in Quasi Amici con François Cluzet, dopo una serie di partecipazioni cinematografiche anche oltre oceano, Sy veste, ora, i panni di Assane Diop. Di origini senegalesi, Assane appare inizialmente come un uomo comune che lavora nella ditta delle pulizie del Museo del Louvre. Anonimo e diligente, Assane nasconde in realtà la sua grande astuzia, intento a studiare il piano perfetto per poter rubare, durante un’asta al museo, il collier di Maria Antonietta, posseduto dalla famiglia Pellegrini.

Con un gioco di sapienti flashback ai fini della narrazione, si scopre l’infanzia del protagonista, segnata dalla prematura morte del padre. Una ferita indelebile che a distanza di 25 anni porta Assane a disseppellire la vicenda per vendicare un padre a cui deve tutto, compreso il suo amore per Lupin. Un romanzo di Leblanc regalatogli in adolescenza da suo padre, è di fatti il suo modus operandi, nonché alla base dei suoi ideali di gentiluomo.

 

Il Lupin di Omar Sy è eclettico. La mimica facciale è sicuramente un punto di forza, sul quale si poggia per poter interpretare personaggi diversi per le diverse occasioni. Mai banale, con un sorriso beffardo trova all’istante una soluzione veloce, sfuggendo ad ogni tentativo di cattura da parte della polizia.

 

Con ingegno e illusione, fin dai primi minuti il ladro gentiluomo ruba l’attenzione con le sue entusiasmanti vicende, spingendo lo spettatore a guardare la serie d’un sol fiato. Nonostante i pochi episodi, si notano le fragilità che riguardano Assane nel profondo e dell’importanza che lui presta ai rapporti familiari e alla prevalsa della verità e del bene nelle ingiustizie.

 

 

Un personaggio che spontaneamente cattura simpatia, comprensione e coinvolgimento emotivo, abbastanza diverso dall’adattamento giapponese anni ottanta. Il personaggio che ha fatto sognare una generazione intera con il suo humor e avventure spericolate, è in questo caso un ricordo ben lontano.

Bisogna guardare al romanzo, riproposto con caratteri e problematiche nuove a più di un secolo di distanza dalla sua pubblicazione. Il protagonista di Leblanc è tramandato come un’eredità, tema di sottofondo della serie.

 

Sarà l’intramontabilità del personaggio, ma l’inafferabile Lupin ha sempre il suo fascino.

 

Roberta Fusco

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