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Termini come “Zero Waste”e “Plastic Free” si stanno affacciando sempre più spesso sui media. Ma cosa significano e perchè è importante abbracciarne il messaggio?
A partire dal movimento dei “Friday For Future”, fino al diffondersi della cultura “green”, appare evidente come la preoccupazione delle nuove generazioni per l’ambiente stia alimentando un circolo virtuoso che va verso la costruzione di una coscienza ecologica collettiva.
Nel 2015 iniziavano le proteste ambientaliste in concomitanza con la Conferenza per il Cambiamento Climatico di Rio e da allora il movimento si è rafforzato trasportando i propri ideali dalle piazze alle case. Sì, perché abbracciare la cultura ambientalista vuol dire soprattutto riflettere il proprio pensiero nelle scelte quotidiane. Un’affermazione che può apparire ovvia ma che apre alcuni quesiti personali: Qual è il nostro contributo quotidiano per l’ambiente? E cosa possiamo fare nel pratico per migliorarlo?
La strada per diventare consumatori consapevoli in realtà non è difficoltosa e grazie a internet può iniziare con un click.
Entra qui in scena la filosofia dello “Zero Waste”, il movimento che invita ad azzerare il proprio consumo di plastica e materiali non riciclabili per ridurre l’ impatto ambientale di ognuno.
Scegliere una spesa “plastic free” (senza plastica), ad esempio, può essere di grande aiuto per il pianeta.
Da Luglio 2020 sarà introdotta la cosiddetta “Plastic Tax” che prevede un contributo di 45 centesimi al chilogrammo di materia plastica. In questo modo l’Italia si adeguerà alla direttiva comunitaria del 5 giugno 2019 n. 2019/904/UE, con lo scopo di ridurre l’incidenza delle materie plastiche sull’ambiente. Sono proprio i rifiuti in platica, infatti, a danneggiare maggiormente i mari e le spiagge d’Italia e d’Europa.
Ciò porta in primo piano il dibattito sull’esigenza di scegliere il “Plastic Free” (Senza Plastica), non solo per ragioni etiche ma anche pratiche.
Ad esempio, la sola raccolta differenziata non basta, perché secondo il COREPLA (Consorzio nazionale per la Raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica) il 43% della plastica raccolta in Italia non viene riciclato. Come risultato abbiamo discariche che si accrescono e microplastiche disperse nell’ambiente che danneggiano la fauna marina. Alimentiamo così un circolo vizioso che porterà il rifiuto nuovamente nei nostri piatti.
Ecco perché è necessario indirizzare i propri consumi verso la tendenza ecologica ed un primo importante passo è eliminare la plastica.
- Diventare Zero Waster vuol dire risparmiare
Il pianeta è in pericolo e questa è una lezione che stiamo imparando a caro costo. Un costo che non è soltanto metaforico: infatti la presenza di imballaggi e oggetti in plastica negli scaffali dei nostri negozi aumenta notevolmente il prezzo della spesa, senza contare l’enorme impatto sull’ambiente di materie plastiche e affini.
Già, perchè il solo bicchierino di plastica utilizzato per sorseggiare il caffè in spiaggia e abbandonato sul bagnasciuga impiega almeno 100 anni a decomporsi, mentre un contenitore di polistirolo può impiegarne anche 1000.
Dati alla mano, secondo l’ISTAT la spesa media di una famiglia italiana si aggira attorno ai 457,12€ al mese, ma di questa somma circa il 30% è il costo degli imballaggi di plastica. Ciò si traduce con una spesa di circa 137€ in imballaggi e sacchetti destinati alla spazzatura. Come riportato da PlasticEurope.org nella pubblicazione “PLASTICS- THE FACTS 2019” circa il 40% della plastica distribuita nel 2019 era destinata a packaging, involucri e contenitori.
Non comprare plastica vuol dire produrre zero rifiuti inquinanti e allo stesso tempo risparmiare.
Ma come fare a ridurre a zero il proprio consumo di materiali plastici?
- Plastic Free è facile
Non è impossibile come sembra. Oggi esistono diverse alternative alla plastica, materiali altamente performanti e decisamente più duraturi di quelli concepiti per essere “usa e getta”. Un esempio è la fibra di bamboo, che come molte fibre naturali si presta a numerosi impieghi. Sono facilmente reperibili online prodotti per ogni esigenza, dalla cura personale (shampoo solido, spazzolino in bamboo, pettini in legno etc) fino all’utilizzo domestico (detersivo solido, spugne in fibra naturale, contenitori in fibra di bamboo etc). Per quanto riguarda i punti vendita fisici, si stanno diffondendo i cosidetti “negozi leggeri” che offrono la possibilità di acquistare prodotti sfusi portando i propri contenitori da casa.
In totale nei 28 Paesi dell’Ue si consumano annualmente 46 miliardi di bottiglie in plastica, tra i 7,2 e gli 8,4 miliardi sono solo in Italia. Se consideriamo queste cifre, anche sostituire con una borraccia le tante bottigliette di plastica che altrimenti consumeremmo, appare come un enorme vantaggio ambientale ed economico.
- UNA LISTA DI PRODOTTI ECOLOGICI PER NON COMPRARE PIU’ PLASTICA
A questo punto il ventaglio di alternative green alla plastica è ampio: i prodotti di seguito elencati sono tutti reperibili in negozi fisici e online. Molte aziende italiane propongono oggetti pensati per avere una lunga durata ed una resistenza maggiore all’usura rispetto alla plastica.
Oggetti per la cura personale:
Spazzolino in bamboo
Dentifricio solido
Pettini e spazzole in legno e fibra naturale
Sapone solido
Shampoo e Balsamo solidi
Dischetti struccanti lavabili in fibra di bamboo
Coppette mestruali
Oriculì (oggetto per la pulizia dell’orecchio)
Oggetti d’uso quotidiano:
Fazzoletti in stoffa (come quelli usati dai nostri nonni)
Borraccia in vetro/acciaio/alluminio/vetro borosilicato etc
Cannuccia in metallo
Kit posate in legno (per i pasti fuori casa)
Contenitori alimentari in fibra di bamboo
Pellicola per alimenti in cera d’api
Borse per la spesa in stoffa/rete/fibra naturale etc
Oggetti per la Cura della casa :
Detersivo Solido
Spazzole per piatti in legno e fibra naturale
Spugne in fibra naturale
Insomma, la statistiche parlano chiaro, il tempo a nostra diposizione per salvare il pianeta è poco, ma gli strumenti necessari al cambiamento non mancano.
Tra i 262 punti campionati lungo le coste italiane da Legambiente, più di uno su tre presenta valori di inquinanti oltre i limiti di legge.
Il rapporto annuale dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA) del 2018, ci ricorda invece come ogni anno in Europa siano oltre 422.000 le morti premature all’anno per inquinamento atmosferico e l’Italia, purtroppo, si colloca tra i paesi europei con più decessi in rapporto alla popolazione.
Abitiamo un pianeta che sta soffocando a causa di inquinamento, rifiuti ed emissioni eccessive di Co2. Il nostro semplice contributo però può essere determinante, anche solo diventando consumatori consapevoli e più informati. In una società che impone ritmi di vita sempre più veloci, rinnegare la cultura dell’ “usa e getta” a favore di beni duraturi può essere un piccolo atto di rivoluzione.
Silvia Barbato