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“L’amore tra libertà e solitudine” è titolo del saggio pubblicato recentemente con Homo Scrivens (177 pagine e 14,00 euro) di Pino Tartaglia, psicologo e psico-terapeuta, specializzato in psicosomatica e psicoterapia a mediazione corporea.
Si tratta di un’opera molto interessante e di piacevole lettura che focalizza la sua attenzione sulla natura dell’amore, della solitudine e sulle nostre scelte dettate da impulsi inconsci.
La lettura fluisce veloce grazie alla scorrevolezza con cui gli argomenti sono trattati. Ci si immedesima e si trovano risposte a domande legate al perché di certi nostri atteggiamenti, abitudini ed errori. L’autore, grazie alla sua grande competenza professionale e sensibilità, entra nei nostri animi e ci invita a riflettere. Man mano che ci s’immerge tra le pagine ci si sofferma, si sottolineano concetti, si torna indietro per approfondire alcune affermazioni. Il libro, infatti, è decisamente arricchente e allarga gli orizzonti culturali e introspettivi del lettore che scopre anfratti della propria e altrui vita. Diventa la guida ed un compagno in un “vagabondaggio” ricco e variegato, dove si acquista la forza e l’energia per superare ostacoli e aprirsi a nuove esperienze. “viaggiare è superare i limiti e i confini… i veri viaggiatori sono viaggiatori dell’anima.”
La prefazione del dott. Michele Rossena, psicologo e psicoterapeuta, e la premessa dell’autore, “Il mito dell’eroe e del Wanderer”, introducono un vero e proprio percorso esistenziale e psicologico ricco di luoghi da scoprire, assimilare e fissare in un diario di bordo da custodire e consultare all’occorrenza. Il fil rouge è l’amore nelle sue diverse sfaccettature e retrospettive: innamoramento, ricordi, incontri, esempi di diversità e amore tossico, segni sul corpo, sul volto e negli occhi, la dimensione onirica e del tempo, il compromesso del “politically correct”, la sua conclusione.
La trattazione si compone di quattro parti: 1 L’inizio del viaggio: l’avventura dei primi passi, 2 Le tappe del viaggio: una fermata chiamata libertà, 3 L’eros muove ogni cosa: dal narcisismo all’amore, 4 Rigenerarsi, ritrovarsi.
Ciò che lo rende peculiare è che non si tratta del classico saggio elaborato da un esperto, ma qualcosa in più. Tartaglia, infatti, si esprime in una forma narrativa coinvolgente con il punto di vista di un viaggiatore che presenta le caratteristiche del Wanderer, ossia del viandante della cultura tedesca che non cerca luoghi ma sé stesso. “Il viaggiatore… è colui che s’incammina per sentieri tortuosi e inconsci. Egli viaggia attraverso un mezzo inconsueto, fatto di sogni, connessioni, linee energetiche evolutive, mitologemi, ponti. Ma sempre e comunque attraverso un percorso reale, anche se con mete non sempre reali.”
Lungo il percorso le riflessioni sono interessanti e riguardano approfondimenti su una molteplicità di tematiche: il concetto di eroe, il self control, la libertà “è joie de vivre senza un perché, senza un come”, la solitudine “non è star da soli, né sentirsi soli, né allontanarsi dalla realtà… va a braccetto con la libertà”, l’idea della bellezza, le emozioni, i sentimenti, l’empatia, i condizionamenti legati all’educazione, il dolore, le problematiche della coppia, l’incapacità di ascolto “pinacoteca dei sordi”, le varie tipologie di “fuga” e quant’altro.
Molto interessanti sono le pagine dedicate al narcisismo che viene analizzato in tutte le sue diverse sfaccettature con un riferimento eloquente alla simbologia mitologica di Narciso ed Eco “Narciso incarna l’identità rigida, assoluta, che non concepisce il riconoscimento dell’esistenza altrui, mentre Eco è l’alterità assoluta che non riconosce la propria identità.” Interessanti anche i riferimenti all’eros, che “muove ogni cosa…”
Il linguaggio del testo oltre ad essere frutto di esperienze e della grande competenza professionale di Tartaglia, non disdegna il registro poetico pieno di tinte, immagini e significative metafore. Eloquente è l’esempio dell’esperienza del rafting, così come il fiume che scorre con acqua limpida e pura diventa l’amore che non si lascia imbrigliare.
La sua passione per la musica, Tartaglia si occupa di psicologia-psicoanalisi della musica, emerge nelle pagine del libro, e il modello jazz, dove le improvvisazioni sono parte fondamentale “è il mio modus operandi nella vita…è libertà di esprimere la parte migliore di sé stessi…”
Interessante il riferimento al “Signor psicosigaro”, personaggio che nella vita si può incontrare e che, “abituato a vivere in una nuvola artificiale di fumo”, marca il territorio e “puzza di solitudine”, oppure alla figura dell’“intruso”.
Attraverso la trattazione si coglie spesso l’invito dell’autore a vivere il presente, hic ed nunc lasciandosi andare all’elan vital.
Diverse sono le citazioni di film, di momenti storici, di artisti e personaggi dello spettacolo e il libro si conclude con un’appendice in cui c’è un ricordo di Giorgio Gaber.
Si tratta, dunque, di un’opera imperdibile e pregiata che non solo allarga le conoscenze del lettore, ma costituisce una guida preziosa, un manuale del nostro viaggio esistenziale.
Daniela Vellani