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Che cos’è il dolore? Quante volte ci siamo posti questa domanda. Tante vicende ruotano intorno a questa semplice parola. I motivi sono svariati e ci accompagnano nei diversi momenti della nostra esistenza alternandosi ai momenti di gioia che la vita ci destina.
Ecco perché il romanzo di Ciro Pinto merita attenzione. Già il titolo è un invito alla riflessione. Sto parlando, infatti, di “Senza dolore”, l’ultimo suo romanzo che è stato pubblicato recentemente da Laurana Editore (16,90 euro, 333 pagine), vincitore della Quarta Edizione Premio Nebbia Gialla nella sezione inediti, 2019.
Il romanzo è pregnante di vita, di stati d’animo, di molteplici situazioni e di una varietà di personaggi che con la loro personalità caratterizzano azioni, scelte, gesti, comportamenti, passioni, tensioni, amori, gelosie, invidie.
Dovendo dare una collocazione di genere, il romanzo è un giallo e ne presenta, ovviamente, le caratteristiche e la struttura nell’intreccio ben costruito e articolato. Ma sconfina anche in altri generi e ciò lo rende ancora più pregiato e di spessore. La bella penna, impeccabile e raffinata che caratterizza il registro linguistico di Pinto, si snoda tra il romanzo storico, quello neorealista, quello d’avventura e poliziesco.
Certamente la sua lettura stimola la curiosità, intriga, lascia col fiato sospeso, emoziona e amplia le conoscenze.
Man mano che si sfogliano le pagine e si entra negli orditi della trama avvolgente ci si affeziona ai personaggi, le descrizioni che fanno da sfondo alle azioni sono suggestive e mostrano scenari intriganti. Sembra di passeggiare costeggiando i Navigli e di vedere i riflessi delle luci notturne sulle loro acque tranquille oppure di camminare e correre attraversando campi sterminati, boschi, campagne, colline con i loro profumi e colori stagionali. “Quella mattina, appena il cielo si era messo in ghingheri con un paio di striature rosa che se ne fregavano della guerra e delle miserie di quei tempi, e il mare se ne stava così placido da sembrare un lago, si era messo in marcia.”
La storia è ambientata nella Milano del ’48, ma ampli flash back confluiscono in una storia parallela dove si muovono i protagonisti, partigiani della Resistenza, nelle loro imprese rischiose e patriottiche.
Le ricostruzioni dei due momenti epocali sono curate meticolosamente, dall’abbigliamento alle automobili, dalla gastronomia agli oggetti della quotidianità.
Sulla copertina si può ammirare una bicicletta d’epoca. Questo veicolo potrebbe essere il metaforico filo conduttore del romanzo perché non solo legato agli spostamenti della “Rossa”, ma anche perché il suo movimento può rappresentare lo zigzagare veloce tra i vari momenti dell’avvincente intreccio.
Assieme ai protagonisti principali e ai relativi punti di vista, diversi sono gli altri personaggi. Dietro ognuno di loro ci sono background che ne determinano le peculiarità caratteriali. Queste sono ben espresse e presuppongono competenza di natura psicologica da parte dell’autore. Ciò consente l’instaurarsi di identificazioni, proiezioni, simpatie e ostilità che rendono ancora più partecipe il lettore e infonde curiosità e desiderio di divorare la storia.
Anche i nomi non sono scelti a caso, per non parlare dei soprannomi che consentono una maggiore confidenza da parte del lettore, creando affinità e coinvolgimento: Brillo, per l’ingente uso della brillantina, Buffalo grazie al cappello del celeberrimo personaggio americano, e poi ancora Mosca, Spugna, Ombra, Angiolino, Stinco, Barbarossa.
“Senza dolore” di Ciro Pinto è dunque un romanzo di grande pregio. Si legge d’un fiato per poi tornare indietro, annotare alcune parti, riflettere e approfondire. Merita attenzione così come gli altri suoi lavori.
L’autore napoletano, ex manager nel settore bancario e finanziario, si dedica alla scrittura dal 2012. Ha pubblicato varie opere, l’una diversa dall’altra per contenuti e tematiche, tutte però originali e autentiche, accomunate dall’impronta della sua cifra stilistica. Nel 2012 ha pubblicato “Il problema di Ivana”, nel 2014 “L’uomo che correva vicino al mare”, nel 2015 “Gli occhiali di Sara” con cui si è aggiudicato il premio Nabokov 2014 e la silloge “Di fossato in fossato” (coautrice Rossella Gallucci), nel 2016 ha pubblicato Subway (Rossella Gallucci coautrice), che ha vinto la seconda edizione del Premio Camuni Graffiti, nel 2017 “Il passero e l’imperatore” con cui si è aggiudicato il premio Festival Giallo Garda 2017, nel 2019 “La casa di Posillipo”.
L’autore ha anche pubblicato in e-book diversi racconti. Altri suoi racconti e diverse poesie hanno vinto premi e sono pubblicati nelle Antologie dei Concorsi Letterari di riferimento.
Per ogni approfondimento: www.ciropinto.com
Daniela Vellani
Il libro si può acquistare sugli store on line. È presente in tutti gli store, da Amazon a Ibs, da Mondadori a Feltrinelli o direttamente su Laurana.it