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Se c’è un buon modo alternativo di passare un pomeriggio piovoso a Napoli, è senza dubbio un’ immersione nel cinema di genere. Ed è ciò che è successo ieri alla Casina Pompeiana che ha ospitato “Le Giornate del Cinema di Genere”, ideate e dirette da M. Deborah Farina, in collaborazione con l’Associazione “Canoneinverso Officina di idee” e il “Circolo del Cinema Dino Risi” di Trani.
Alla loro terza edizione, “Le Giornate del Cinema di Genere” giovedì 28 novembre 2019 hanno presentato un omaggio alla “factory” di Renzo Arbore con il filmato di montaggio “MondoArbore” e la consegna del “Premio per la musica da film Piero Umiliani” a Pietra Montecorvino per la sua interpretazione del brano “Sud” (dalla colonna sonora di “FFSS” – Cioè: “… che mi hai portato fare sopra a Posillipo se non mi vuoi più bene?” scritta da Renzo Arbore e Claudio Mattone). A consegnare il premio, Lino Vairetti, storico leader e cantante degli Osanna. Elisabetta Umiliani ha, invece, donato all’”Archivio Storico della Canzone Napoletana” la rarissima raccolta di brani classici napoletani “Switched on Naples” di Piero Umiliani e gli Oscillatori.
Un ulteriore video-omaggio ha ripercorso la carriera artistica di Fred Bongusto, autore e interprete legato a Napoli e al cinema, con “Da Napoli a Rio”, filmato dedicato ai successi composti dal Maestro per il grande schermo (da “Il tigre” di Dino Risi, “Malizia” di Salvatore Samperi a “La cicala” di Alberto Lattuada).
Dopo proiezioni e premiazione, l’incontro si è trasformato in un vivace talk presentato da Gino Aveta, Direttore dell’Archivio e tra gli autori storici di Arbore, al quale hanno preso parte Lino Vairetti, Lorenzo Procacci Leone (Presidente del Circolo Dino Risi), Elisabetta Umiliani, Daniela Rocca (Presidentessa dell’Associazione Canonoeinverso), il musicista argentino Diego Moreno , nonché tanti altri personaggi legati al mondo dello spettacolo e ai protagonisti dell’incontro.
Un salto nel passato che ha permesso per un pomeriggio di immergersi nelle atmosfere di un cinema considerato di nicchia che ha tuttavia inserito un tassello importante nella storia italiana della cinematografia. Un genere a lungo bistrattato dalla critica ma capace di riempire le sale italiane grazie ad una buona dose di autoironia e fantasia. L’espressione “di genere”,infatti, contrapposta al “d’autore” del cinema blasonato , era inizialmente dispregiativa. Salvo poi conoscere una reinterpretazione che colloca il genere al suo giusto posto, tra le pellicole che hanno contribuito a creare un immaginario popolare italiano tra gli anni ’50 e ’80 ispirando grandi registi in tutto il mondo.
Dopo tutto lo stesso Quentin Tarantino, durante la sua infanzia losangelina, si appassionò agli spaghetti-western di Sergio Leone, un genere spesso incluso nella categoria dei B-Movies.
Tra atmosfere retrò e filtri vintage, la ‘missione’ che si prospettano “Le giornate del cinema di genere” è- “Far conoscere questo cinema sommerso, bistrattato rispetto al cinema ufficiale, contrapposto al cinema d’autore, che in realtà è un cinema di grandi autori”– come ha spiegato il direttore artistico e regista, M. Deborah Farina.
“D’altronde– ha aggiunto Farina- “la stessa Napoli ha ispirato il cinema di genere. Un esempio è il nuovo film dei fratelli Manetti, “Ammore e Malavita” che è un ibrido (tra cinema e musical ndr.) che rilancia il genere. Io stessa sto girando il mio nuovo film a Napoli : un documentario sugli Osanna, sulla loro storia e sulla musica alternativa”.
Non c’è dubbio che questo Novembre ci abbia riservato giornate grigie e tanta pioggia: un’occasione perfetta per approfondire quel cinema italiano spesso accantonato che resta però un pezzo importante del nostro patrimonio culturale. E’ questo l’ invito lanciato dalle “Giornate del Cinema di Genere”.
Non resta che augurare “Buona Visione”.
Silvia Barbato