Napoli, successo per il “Tribute to Miles Davis”, dell’ONJ diretta da Pino Jodice

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courtesy photo Sonia Ritondale

Tribute to Miles Davis, concerto meraviglioso con tutti gli ingredienti della bellezza, classe, bravura, talento, creatività, energia positiva, raffinatezza e virtuosismo, si è concluso tra l’entusiasmo e l’apprezzamento del pubblico presente che ha tributato una standing ovation ai musicisti.

L’evento, nell’ambito della rassegna Napoli Jazz Winter 2019, ha avuto luogo presso il teatro Acacia di Napoli venerdì 22 novembre e ha visto protagonisti l’Orchestra Nazionale dei Conservatori Jazz italiani, diretta dal M° Pino Jodice assieme ad una special guest che ha fatto la storia della musica, il celeberrimo batterista Billy Cobham.

L’evento è stato straordinario perché, grazie al M° Jodice, è stato l’epilogo di un progetto importante e unico consistente nella rielaborazione per Big Band, per la prima volta, dell’olimpo del jazz: Kind of Blue di Miles Davis, il lavoro che quest’anno compie sessant’anni. Non poteva mancare anche la rilettura di brani che hanno segnato l’innovativa, creativa e avveniristica svolta elettrica del “principe delle tenebre”.

L’ONJ, residente al Conservatorio G.Verdi di Milano e composta dai migliori allievi dei dipartimenti di jazz dei Conservatori Italiani affiancati da valenti tutor, Maestri del settore, ha così eseguito con maestria e sinergia brani arrangiati, senza rimuovere la peculiarità delle composizioni, con grande pregio e tecnica eccellente dal M° Jodice. La sua direzione, attenta e di grande levatura, ha coinvolto magistralmente Cobham che, malgrado i suoi settantacinque anni suonati, risulta ancora tra i più grandi batteristi del mondo sia per la storia che per la sua attività concertistica.

La prima parte del concerto è stata acustica. Con il brano di apertura, So What, si è entrati subito in una dimensione magica: le improvvisazioni del sax, quelle del pianoforte, vere e proprie incursioni raffinate, i fraseggi della tromba con eleganti virtuosismi, arricchivano quelle note tanto ascoltate, ma mai abbastanza perché sempre emozionanti e uniche. Dalla batteria luminosa e troneggiante al centro dell’orchestra, giungevano carezze ritmiche che si univano al contrabbasso e insieme fascinavano in modo seducente gli altri suoni. I brani si sono, quindi, susseguiti come lo scorrere pacato di acque cristalline. Con le esecuzioni di Freddie freeloader, Blue in green, All blues, eseguite in modo ora soft e ora spumeggiante ed effervescente, si sono create atmosfere suggestive e avvolgenti. Ciascun musicista, in uno straordinario “speciale interplay”, si è espresso evidenziando talento e peculiarità: i colorati echeggiamenti del vibrafono, la voce del trombone che acquistava man mano una grazia che delineava splendidi momenti musicali, così come quella del flicorno, del flauto traverso, dei sax, della chitarra. Flamenco Sketches faceva il suo ingresso con una intro al piano che invitava gli altri strumenti ad entrare in una vellutata punta di piedi e l’improvvisazione della tromba con la sordina contribuiva a creare una sconfinata atmosfera emozionante e incantata, quasi astrale, alimentata inoltre da un ritmo elegante e dall’alternanza degli altri strumenti.

Si concludeva così la prima parte e si passava a quella “elettrica” con un netto cambiamento di toni, rispecchianti la svolta di Davis. E Il contrabbasso veniva sostituito dal basso elettrico.

Con grande energia, in un jazz che si è fuso col progressive e inframezzi psichedelici, sono state quindi eseguite Tutu e What it is e Stratus. Cobham cambiava completamente il suo intervento e dalla pacata raffinatezza mostrata nella prima parte, da eccellente jazzista, si esprimeva con forza e diventava energia trainante che avvolgeva la big band e si sono vissuti momenti esplosivi magnetici.

Naturalmente a gran voce è stato richiesto il bis dal numeroso pubblico in visibilio e così ancora emozioni forti con Volcano for Hire, celeberrimo brano dei Weather Report che il Mº Jodice ha dedicato a Napoli.

Non sono mancati i ringraziamenti da parte del Maestro rivolti all’organizzatore Michele Solipano, ai fonici e a Ludovica Punzi (Produzione del Conservatorio di Milano) e a Carlo Gentiletti (fonico di sala) Si concludeva un concerto unico, che resterà tra i bei ricordi dei presenti. Tutto ciò grazie al M° Pino Jodice, a Billy Cobham e a tutti gli eccellenti musicisti: flauto: Edoardo Casu, sassofoni: Daniele Comoglio, Manuel Caliumi, Fabio Tiralongo, Luca Ceribelli, Federico De Zottis; trombe: Daniele Moretto, Giuseppe Todisco, Manuel Concettini, Ivan Elefante, Andrea Del Vescovo, Antonio Baldino; tromboni: Andrea Andreoli, Francesco Di Giulio, Francesco Cangi, Giulio Giannini; tuba: Alberto Introini; vibrafono Antonio Della Polla; chitarra: Davide Sartori, pianoforte: Giulio Gentile; contrabbasso: Stefano Zambon; basso elettrico Francesco D’Alessandro; percussioni Federico Nelson Fioravanti.

 

Daniela Vellani

 

 

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