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Un viaggio nella musica interplanetaria, che con un incontro di sonorità diverse e testi poetici, regala emozioni, immagini, svariati colori e belle sensazioni, è la sequenza di brani dell’ultima creatura del poliedrico musicista e compositore Marco Gesualdi.
Il talentuoso artista napoletano, noto per il suo impegno artistico a 360 gradi che da anni e anni lo induce all’esplorazione e alla sperimentazione costante di culture
Musicali diversificate e di varie etnie, recentemente ha pubblicato Now (Naples
Open World) (etichetta Clapo Music edizioni Rai Com, Marechiaro, Mommò Records), un album in cui confluiscono diversi sound, voci dagli svariati timbri, echeggiamenti di differenti generi musicali, melodie scaturite da strumenti inusuali ed esotici.
Alla realizzazione del progetto, i cui brani portano tutti la firma di Gesualdi, hanno partecipato diverse eccellenze musicali e ognuna con la propria peculiarità ha tratteggiato suoni, melodie, ritmi contribuendo a far sbocciare brani unici e suggestivi.
Le dodici tracce si susseguono in un fluido scorrere di note belle e variegate: le chitarre e il mandolino di Marco Gesualdi si uniscono al piano di Giosi Cincotti o alle tastiere di Ernesto Vitolo,Sacha Ricci e, Piero De Asmundis, alle voci dei sassofoni di Paolo Licastro, di Daniele Sepe o di Nando Trapani, al basso e il contrabbasso ora di Guido Russo e ora di Roberto Giangrande oppure allo stick bass di Roberto D’Aquino, alla tromba di Giulio Angrisani, al violino di Francesco de Laurentis, ai ritmi della batteria di Nicola de Luca, Carmine Brachi, Ivo Parlati, Agostino Mennella o alle percussioni di Maurizio Capone, Francesco Paolo Manna, Tony Cercola, Domenico di Domenico e Robertinho Bastos.
Belle anche le voci che ricamano alcuni brani dando la giusta identità etnica: viscerale e grintosa quella di Silvia Romano nel brano di apertura che omaggia Napoli con Bella Figliola, dal timbro caldo e dolce quella di Simona Boo che ricorre al francese in Je Suis La Mer e che duetta con Ousmane Samou in lingua Wolof (Senegal), il secondo brano, brioso che scorre su un amalgama di strumenti diversi tra cui il balaphone di Diabate Sungalo e la lap steel Guitar di Luigi Stazio.
L’atmosfera si fa soft, raffinata e con intarsi jazz col brano successivo Litte Castle caratterizzato, altresì, dalla presenza del dobro slide di Rocco Giovanni Mastrolia che gli conferisce quel tocco esotico che emoziona e crea suggestioni.
Con un ritmo brioso che fa sentire la tradizione del bel sound napoletano associato ad un testo interessante su tematica sociale si presenta Cit Cit arricchito dalla presenza delle voci di Maurizio Capone, coautore che ne determina il ritmo, di Michela Montaldo, Lucio Maria Lo Gatto & i Vandalia e i cori di Eleonora Gesualdi, Margherita Guarino, Emanuele Rilievo, Nyong Ette-Akamba Inyang, Vittorio Nicoletti Altimari e dello stesso Marco Gesualdi.
Lo Zengaro è un brano fresco, melodico, un elegante scorrere sereno tra le note e la lead chitarra di Marco Gesualdi e la chitarra acustica di Brunello Canessa incontrano il violino di de Laurentis, l’hammond di Vitolo e il ritmo di una pregevole sezione ritmica.
Ancora linguaggi sudamericani dal sapore di malinconiche bossanove con le voci di Simona Boo in Pirckipao, equivalente e particolare traduzione portoghese di “Pirchipepola”, di Rossella Rizzaro in Violao, due canzoni ricche di colori e di immagini.
Naturalmente non poteva mancare il jazz della migliore tradizione nordamericana: SMiles è l’eloquente titolo del brano con improvvisazioni della tromba di Giulio Angrisani e quella del sax tenore di Nando Trapani, musicista quest’ultimo che nel brano strumentale Casammare con bei fraseggi s’inframezza tra le melodie creando un raffinato ed emozionante ricamo musicale.
Ancora tratti jazz e interessanti contaminazioni in C’era Una Svolta dove la bella e inconfondibile voce del sax di Daniele Sele “dialoga” con i vivaci vocalizzi di Rossella Rizzaro, mentre le melodie in un sound di grande atmosfera scorrono in un ritmo marino mediterraneo grazie percussioni di Ciccio Merolla e a Diabate Sungalo, con il balaphone, uno xilofono caratteristico dell’Africa Occidentale sub-sahariana.
Non poteva mancare un omaggio al grande bluesman napoletano e Pino Song ripercorre la sua musica con suoni belli, suggestivi e di grande coinvolgimento dove non poteva mancare il magico tocco delle tastiere di Ernesto Vitolo.
Oporto conclude la bella sequenza di brani. Si tratta di un brano strumentale dedicato a Gino Evangelista, grande musicista (che ha collaborato con la NCCP, Nino D’Angelo e tanti altri) prematuramente scomparso. Questo brano, registrato anni addietro, è stato recuperato ed è completato in post-produzione.
Il musicista suona la chitarra portoghese e il flauto, sprigionando emozionanti note malinconiche che fanno pensare vagamente al Fado.
L’illustrazione della copertina è “Ammujna” un quadro di Tiziana Cattaneo: il golfo di Napoli dove il cielo, il mare e la terra sono uniti dall’imponente sagoma del Vesuvio e la moltitudine di colori degli uccelli, delle barche diventano l’emblema dell’armonica miscellanea di suoni del mondo dei brani del disco.
Il cd, inoltre è corredato da un libretto che indica i brani, i musicisti che vi hanno preso parte, i testi di quelli cantati, belle foto di Toty Ruggieri e Marco Iazzetta e acquerello di fondo “Terra, Mare e Cielo” di Renato Barone.
Now di Marco Gesualdi è, dunque, un lavoro di raro pregio, curato nei minimi particolari, e rivolto a tutti coloro che amano la musica di qualità.
Daniela Vellani