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Domenica scorsa si è conclusa la sesta edizione di Piano City Napoli.
Ancora una volta il bilancio della rassegna è molto positivo con grande soddisfazione degli organizzatori, NapolitanoPiano (Alberto Napolitano pianoforti di piazza Carità) e Comune di Napoli (Assessorato alla cultura e al turismo) e dei due direttori artistici storici Dario Candela per la musica classica e Francesco D’Errico per il jazz.
Il festival si è svolto in una tre giorni, 5, 6 e 7 aprile, durante la quale le melodie sprigionate dai pianoforti sono echeggiate in numerosi e svariati luoghi della città come musei, palazzi antichi, biblioteche, stazioni delle metropolitane, aeroporto, scalinate, piazze, atelier d’arte. Hanno partecipato ben settecento pianisti di ogni età, genere musicale e livello. Gli eventi sono stati duecentocinquanta e si sono snodati in cinquantacinque location diverse.
L’edizione, come ormai da tre anni, si è aperta con un concerto che si è svolto a piazza del Plebiscito. Ventuno pianoforti hanno fatto risuonare all’unisono la loro musica sotto l’immenso colonnato tra suggestivi giochi di luci e di fronte ad un pubblico numerosissimo. Si parla di più di diecimila presenti. I ventuno pianisti diretti superlativamente dal M° Mariano Patti, hanno così emozionato il pubblico con le note di Mozart, Rossini, Bizet, Puccini.
Il “quartier generale” quest’anno è stato Castel Nuovo, ovvero lo splendido Maschio Angioino, simbolo della città. Nelle sue sale, si è svolto il maggior numero di concerti gratuiti.
I concerti del M° Antonio Faraò per il jazz e del M° Bruno Canino per la classica hanno concluso la rassegna.
E’ importante però soffermarsi sull’aspetto peculiare della rassegna: gli House Concert. L’incipit che ha ispirato il pianista tedesco Andreas Kern al punto da ideare Piano City, è stato non solo la volontà di avvicinare la maggior parte della gente alla musica, ma anche quello di aprire le case alle melodie. Kern ha iniziato con quelle berlinesi nel 2010, ma è poi approdato nel 2013 in quelle di Milano e Napoli. Il pianista ha scelto la città partenopea non solo per la sua bellezza e per il suo patrimonio artistico e storico, ma anche per la sua antica tradizione degli eventi svolti nei salotti artistici. Tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900, infatti, si svolgevano le cosiddette “Periodiche”, riunioni in case private, tenute tra amici e parenti a scopo di intrattenimento culturale dove la forma performativa più diffusa era l’esibizione al pianoforte.
La rassegna di quest’anno ha previsto ben cinquanta House Concert ed ecco il reportage di due di questi che si sono svolti in eleganti salotti napoletani.
Il primo si è svolto sabato sera nell’ elegante salotto sede dell’associazione “Scusi le piace Brahms”: protagoniste sono state le due talentuose pianiste Maria Grazia Ritrovato e Mariella Pandolfi. Le due musiciste, classica una e jazz l’altra, hanno suonato sia singolarmente che a quattro mani ed hanno fatto echeggiare note di Chopin in un meraviglioso cocktail interpretativo che ha fuso jazz e classico entusiasmando gli astanti che hanno richiesto a gran voce bis. Le performance sono state inframezzate dalle lettura di epistole di George Sand tratte dal testo “Fryderyk e Aurore: un idillio” di Mario Buonoconto. Non sono mancati fuori programmi musicali che hanno sguinzagliato le potenzialità musicali di ospiti, creando così un’atmosfera familiare e festosa nel salotto.
Nel tardo pomeriggio di domenica la casa di Monticelli-Jandoli, per il terzo anno consecutivo, ha aperto le sue porte a due pianisti che in un’atmosfera raffinatamente familiare si sono esibiti al cospetto di una cinquantina di persone. I pianisti Alba De Berardinis e Davide Zito, presentati dalla sottoscritta, hanno deliziato i presenti nelle loro performance diverse per genere e tipologia, offrendo così una arricchente varietà musicale. La De Berardinis, giovane talentuosa pianista di Teramo, laureata al triennio presso il Conservatorio di Teramo e attualmente laureanda al biennio specialistico di pianoforte a indirizzo Solistico presso quello di Bari, ha interpretato con grande trasporto ed energia brani belli e impegnativi di Tchaikosky, Mendelssohn, Mozart e Liszt. Le esecuzioni superbe, virtuose e intense hanno ammaliato il pubblico, trasportandolo in una calda dimensione di attento ascolto. L’impatto emotivo è stato forte e la musica fluiva con toni ora soft ora veloci ed ora forti, aprendo l’anima dei presenti a note calde e vellutate.
Di diverso tono è stata la performance di Zito. Il pianista- avvocato di Pompei, che si è avvicinato alla musica fin da bambino, ha eseguito brani di sua composizioni legati da brevi intro che hanno rappresentato le fonti di ispirazione. La sua musica, ispirata a Einaudi e al rock progressive, è fluita in modo effervescente. Il primo brano, “Radici” dedicato al padre, ha aperto la sequenza. E’ stato interessante ascoltare la presentazione simpaticamente offerta prima delle esecuzioni dei brani e ciò ha creato una forte empatia col pubblico. Man mano i brani raccontavano con note momenti di vita e ricordi. Alcuni sono stati dedicati a persone care, il maestro (Settanta), la madre e la figlia (E poi giochiamo). Interessante è stata anche una particolare interpretazione di Bach arricchita da libere interpretazioni molto personali.
Ma a casa Monticelli-Jandoli le sorprese non mancano mai. Due anni fa giunse improvvisamente proprio Andreas Kern. Quest’anno la giovane e promettente pianista Lidia De Migno, tra il pubblico del salotto, è stata invitata a suonare e in un fuori programma ha lasciato esterrefatti i presenti con una meravigliosa interpretazione della Ballata n. 1 di Chopin.
Appuntamento con Piano City Napoli l’anno prossimo. Ma è interessante segnalare che nel mese di maggio ci sarà Piano City Milano e che negli ultimi anni la rassegna si è diffusa anche a Palermo, Novi Sad (Serbia), e sta nascendo anche a Trieste e Pordenone.
Daniela Vellani