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Il 4 aprile, alle 15:00, nell’Auditorium Rosa dei Venti, di Castel Sant’Elmo, si è svolto l’evento “Dalla Beat Revolution alla Bit Generation” con Lello Savonardo, autore di “Pop music, media e culture giovanili” e con la partecipazione di Sergio Brancato, EGEA, Massimo Iovine dei 99 Posse e Dario Sansone dei Foja.
Il dibattito che si è svolto tra gli ospiti era incentrato sul contenuto dell’ultimo libro di Savonardo, nel quale si analizza e si riflette sul rapporto tra la musica pop e lo sviluppo dei media, correlati alla cultura di massa e alla contaminazione dei linguaggi. L’autore spiega che questo sarà il suo ultimo libro sulla pop music, dove raccoglie i suoi studi di sociologia della musica e della cultura giovanile, il tutto per chiudere un cerchio aperto col suo primo libro, nel quale il soggetto erano i 99 Posse. Questi ultimi, come ci dice Savonardo, nella loro musica hanno incrociato diversi linguaggi musicale, infatti l’ibridazione dei linguaggi è il tema centrale della loro produzione e di quella dei Foja. I 99 Posse hanno creato una nuova scuola, mischiando rap, etnorap, sonorità che partono da Napoli e si uniscono a suoni anglo-americani, giamaicani, diventando un linguaggio completamente nuovo. È ciò che fanno anche i Foja, un gruppo musicale folk-rock italiano di Napoli. Infatti, Dario Sansone, voce e chitarra del gruppo, ha partecipato al progetto “Gatta Cenerentola” come uno dei registi e utilizzando una delle proprie canzoni nella soundtrack del film che introduce un mutamento musicale e filmico.
Passa poi la parola a Massimo Iovine che dichiara di essere appassionato agli scritti di Lello, in quanto parlando di sociologia riesce a spiegare bene cosa si riesce trasmettere con la musica. Parlando della sua band, Iovine racconta di come i 99 Posse nascono dall’esigenza di raccontare il proprio tempo, avendo una visione sociale e politica per ogni argomento di cui trattavano. “Oggi invece”- afferma Iovine “ la musica è un business. La rete produce fenomeni musicali che hanno contenuti che esprimono dei valori, come Salmo, mentre ci sono altri esempi di belle sonorità con testi raccapriccianti”. Savonardo aggiunge che nella scena odierna musicale, soprattutto in quella della trap, vengono celebrati i valori del successo, della misoginia, di uso di macchine, donne e droghe in maniera superficiale, ma si tratta sempre di pop music che racconta il quotidiano. Sergio Brancato concorda con lui, affermando che bisogna sdoganare l’idea che il cantante sia un profeta e pensare che il contenuto dei loro testi prorompenti risponde ad un processo di rinnovamento, già avvenuto in passato tra i passaggi da un’ideologia ad un’altra. Così come ci sono artisti che producono musica con valori fuorvianti, così ci sono artisti che producono canzoni d’impegno sociale, il tutto è reso più semplice dal web che riduce i tempi di lettura e ricezione. Come dice Sansone “I testi non sono più votati alla riflessione, ma all’immediatezza del concetto, anche se vuoto”. Ritornando poi al discorso sulla contaminazione dei linguaggi, Dario Sansone ne è esempio vivente, in quanto egli dipinge, suona e canta, vive diverse forme di linguaggi espressivi che poi unisce per creare dei prodotti nuovi, delle opere d’arte per gli altri. Bisogna, quindi, innovare, ma tenendo sempre conto delle proprie radici.
Nell’ultima parte del dibattito si è parlato di come i giovani vanno ad una velocità maggiore, si è consapevoli che i ritmi di trasformazioni e rotture sono serrati: i giovani d’oggi hanno molte più conoscenze a disposizione, tanto da poter creare qualsiasi cosa da casa. Il tasso di alfabetizzazione digitale è molto alto e riguarda per lo più i giovani, che ora sono in grado di insegnare qualcosa agli adulti. Questa possibilità di creare prodotti artistici da casa permette la democratizzazione dell’accesso alla cultura e alla produzione, ma ciò non dovrebbe andare a penalizzarne la qualità.
Per concludere l’incontro, Lello Savonardo ha chiesto a Dario Sansone di far vivere al pubblico un’emozione, porgendogli la chitarra. Il cantante ha eseguito la canzone “A chi appartieni”, la quale fa parte della colonna sonora di “Gatta Cenerentola” ed è stata un’esibizione di grande impatto emotivo, anche per i numerosi fan, presenti in sala.
Maria Anna Mazzei