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Nella mattinata del 12 gennaio, nella sede dell’Istituto Colosimo a Napoli, “Waiting for…CinemadaMare 2019” arriva nella città partenopea dopo la fortunata esperienza della scorsa estate. A scambiare nozioni ed esperienze vi erano Franco Rina, direttore di Cinemadamare; Maurizio Gemma, direttore Campania Film Commision; Marcello Foti, direttore del Centro Sperimentale di Cinematografia; Gianpiero Tipaldi, segretario CISL Napoli; Ernesto Mahieux, attore napoletano di cinema e teatro, e tanti altri giovani che ogni anno si mettono in gioco con Cinemadamare.
Le fil rouge è, ovviamente, il cinema che con i suoi difetti e le sue difficoltà, resta uno dei più grandi mezzi di comunicazione ed espressione artistica.
Dopo una serie di ringraziamenti iniziali di Franco Rina, per il supporto durante lo scorso anno e per per la possibilità di ritornare in città, è stato proiettato un breve video riassuntivo dello scorso luglio, in occasione della presentazione della tappa napoletana di Cinemadamare, la quale ha visto la vittoria di Wali Sheikh come miglior corto, nella settimana di agosto.
Il progetto, unico al mondo, come lo definisce Rina, continua da anni a girare in 12 tappe italiane, dove l’unico obiettivo è quello di formare attraverso la pratica giovani filmaker, attori e tecnici di tutto il mondo attraverso l’esperienza diretta. Ed è proprio su questo punto che si sono soffermati gli ospiti presenti all’incontro: ciò che si riscontra attraverso le parole degli intervistati è che in Italia si studia molta teoria e c’è poca pratica. Le possibilità per i giovani di talento di mettersi in gioco, di produrre un proprio progetto e affermarsi nel mondo del cinema, sono sempre più limitate. Si punta troppo poco sulle competenze, sulla bravura ma soprattutto, problema di fondo e di massiccia importanza: si punta troppo poco sulla cultura. L’Italia, paese fatto di storia, cultura ed eccellenza artistica, con il passare degli anni sta cadendo in un baratro dove chi vuole far arte non viene sostenuto con i mezzi necessari. È in questa ottica che subentrano realtà come Cinemadamare, il quale attraverso lo scambio e il supporto necessario, dona la possibilità a tanti ragazzi di interfacciarsi con i loro coetanei con i quali condividono una passione comune e di fare esperienze utili per il loro percorso.
Ma vi sono anche istituzioni come il Centro Sperimentale di Cinematografia, che ogni anno, ad un numero minimo di ragazzi, riceve una formazione d’eccellenza attraverso laboratori che supportano il talento vero, formando coloro che possono diventare eccellenze del cinema futuro. Un lavoro che deve essere sviluppato, certamente con la pratica, ma anche con la conoscenza della storia del cinema e del teatro italiano ed europeo, sono molti i mentori che tentano di formare giovani in grado di poter realizzare un prodotto di qualità ed essere la qualità.
Anche Maurizio Gemma, direttore del Campania Film Commission, fa pressione su questo argomento, dilungandosi anche sull’aspetto territoriale, da non prendere alla larga.
L’intenzione di Rina era quella di indirizzare l’evento sulla nuova legge Franceschini sul cinema, la quale come indica il sito dei Beni Culturali prevede: “La nuova legge cinema realizza una riforma attesa da oltre cinquant’anni con la creazione di un fondo autonomo per il sostegno dell’industria cinematografica e audiovisiva e pone fine alla discrezionalità nell’attribuzione dei fondi.
La norma rende disponibili risorse certe per 400 milioni di euro l’anno e introduce sistemi automatici di finanziamento con forti incentivi per i giovani autori e per chi investe in nuove sale e a salvaguardia dei cinema storici…”
Nonostante non si sia parlato a lungo di tutto ciò, la giornata non è stata vana: i giovani attori e filmaker presenti si sono confrontati attraverso un ricco dibattito con gli esperti presenti in sala. Ci si è confrontati con chi forma, chi collabora ma anche con chi fa, ad esempio con il famoso attore napoletano Ernesto Mahieux, il quale ha realizzato, l’anno scorso, un workshop con i giovani alla tappa di Cinemadamare, a Vercelli. Con la sua esperienza sia nel cinema che nel teatro, ricorda a tutti i presenti le difficoltà immense che si possono incontrare nel percorso verso il successo, ma anche che con il duro lavoro, l’esperienza, la creatività e il talento, nulla è impossibile.
Tante sono state le voci di chi è stato ed è il volto di Cinemadamare, ragazzi che da anni vivono a 360° un’esperienza unica nel suo genere. Chi conosce il festival, non lo abbandona più, continuando anno dopo anno ad arricchire il proprio bagaglio e a mettere in pratica ciò che si è visto in culture e realtà differenti dalla propria.
Non resta che attendere la prossima estate, per poter scoprire dei nuovi giovani talenti del cinema mondiale.
Roberta Fusco