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Chi può dire di conoscere realmente il posto dove vive? E le storie che si celano dietro le mura di cui, delle volte, s’ignora anche l’esistenza? Questa, è l’impressione che hanno avuto gli aversani che hanno preso parte, il 29 dicembre, alla XII edizione di “A spasso con la storia”, con lo spettacolo “La Contra Normanna”, a cura di Nostos Teatro.
Dopo essersi riuniti a Palazzo Parente, nel centro storico di Aversa, è partita la magia. Un gruppo di attori, in abiti d‘epoca, hanno animato il cortile del palazzo. Attraverso personaggi che hanno costruito la storia della cittadina normanna, lo spettatore viene subito rapito e trasportato in tempi lontani.
Si parte con un elegante Gaetano Parente, primo sindaco di Aversa, e Rainulfo Drengot e della sua sposa, conte e contessa normanni che coinvolgono persino il pubblico nella rappresentazione.
Dopo una prima presentazione della città normanna secondo le vicende di questi illustri personaggi, una “bella ‘mbriana”, così si vuol far chiamare, guida il pubblico per le strade di Aversa.
Fulcro della rappresentazione è Via Drengot, dove vi sono i palazzi più antichi della città, tra cui Palazzo Saporito, dove un’aggraziata Donna Lucrezia Scaglione parla del suo amore con Gaetano Parente.
Ciò che più colpisce lo spettatore è l’accoglienza nei cortili delle strutture scelte dove, lo spettatore viene accolto da musica e attori che animano con il canto e il parlato le storie di un passato lontano che è ancora vivo e presente, grazie alle mura e agli edifici che testimoniano ancora dopo secoli, la storia della nostra città.
Tra musica e storia, non manca l’aspetto macabro. Da una grata di un’antica chiesa adiacente a Palazzo Saporito, fuoriescono le urla di un “puzzar”, uomo che tramite le fogne riesce ad entrare nelle abitazioni di tutti: dimenandosi con le braccia per cercare un qualsiasi contatto con le persone presenti, costui inquieta con i suoi racconti sul suo terribile destino da ripudiato a causa della sua nascita nel peccato.
Una cartomante accoglie il pubblico in quello che gli aversani chiamano Palazzo dei Monaci. La donna invita gli spettatori a stare attenti nel loro cammino dato l’incontro che stanno per fare: tra le fiamme di un mangiafuoco, in abito scuro la bella Giovanna I d’Angiò, la quale divenne regina a soli 16 anni, racconta della sua fama, di come arrivò così presto a regnare e del suo infelice matrimonio.
Subito dopo ci si sposta nel Palazzo Barone, anche noto come Palazzo Comparone, data l’appartenenza a tale famiglia da oltre 100 anni. Il passaggio è breve, dato che subito si viene guidati per le strade più antiche della città normanna da un gruppo di musici, i quali al di fuori della Chiesa di San Domenico, omaggiano il pubblico con uno spettacolo di ballo e canto. Ciò anticipa l’arrivo all’ultima tappa del percorso: la Chiesa di Santa Maria a Piazza dove Domenico Cimarosa narra della sua fama da grande compositore aversano con l’aiuto di attori in abiti d’epoca che invitano il pubblico a ballare con loro.
È meraviglioso che un gruppo teatrale abbia la capacità di rievocare un ricco passato di una città che nel corso dei secoli è stata attraversata da civiltà di ogni tipo. Nelle strade di Aversa si respira la storia di Romani, Francesi, Arabi e così via, e il cittadino aversano spesso lo ignora. La rievocazione delle vicende, guidata dalla “bella mbriana”, ha consentito al pubblico di passare un pomeriggio di magia, apprendimento e stupore, nello scoprire le varie storie che s’intrecciano tra le strade della città.
Roberta Fusco