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In occasione della tappa napoletana del festival CinemadaMare, che si è svolta dal 20 al 24 agosto, DifferenteMente ha voluto seguire, per raccoglierne le esperienze, alcuni dei ragazzi che vi partecipavano.
Come preannunciato da Franco Rina, direttore del Festival, durante la conferenza stampa, i ragazzi hanno girato per le strade napoletane, con l’obiettivo di entrare in contatto con le persone e con lo spirito partenopeo, per una riscoperta del proprio animo. Tanti sono i ragazzi e i progetti realizzati tra location che hanno interessato tutta la città, in particolare quella del Museo Archeologico Nazionale, che grazie alla disponibilità del direttore Paolo Giulierini, hanno avuto l’opportunità di girare alcune scene dei loro progetti tra le splendide sale del Palazzo.
Abbiamo conosciuto alcuni dei protagonisti come Samuel, dal Kenya e il suo toccante racconto di un uomo ricco in fin di vita che lascia tutto il suo potere nelle mani di un povero uomo cieco, mettendo in risalto così l’umanità del gran regnante che aiuta chi ha bisogno, sacrificando se stesso. Oppure Lorenzo e Alessandro che si sono aggirati per le stanze del MANN, realizzando un documentario per valorizzare le opere d’arte e i siti di cultura delle città ospitanti, senza tralasciare uno sguardo sulle persone, sulla loro vitalità.
Nella serata di venerdì 24, c’è la stata la weekly competition: la riproduzione di tutti i corti elaborati nella città partenopea e, a seguito, la premiazione del corto vincitore per la tappa di Napoli, e di altri premi speciali scelti dallo staff. Il direttore Franco Rina ha spiegato che i film debbano essere giudicati solo dai giovani che hanno partecipato al Festival, perché secondo lui, sono gli unici ad avere piena conoscenza dell’impegno che ci si mette in quei giorni di lavoro a tempo pieno e senza sosta. Per quanto riguarda i premi speciali, i quali variano tra le varie tappe, lo staff sceglie: miglior sceneggiatura, miglior suono, miglior produzione, migliore attore e miglior montaggio.
Prima però di vedere i corti, Franco Rina ha ringraziato l’istituto Colosimo per l’accoglienza. La struttura fu dedicata a Paolo Colosimo, morto prematuramente, da sua madre Donna Tommasina Grandinetti, la quale per lenire il dolore per la morte del figlio, iniziò a prendersi cura dei non vedenti. Di lì a poco fu realizzato un istituto dedicato all’integrazione lavorativa dei non vedenti, con corsi di tessitura, lavorazione del ferro, del legno e tanto altro ancora. Ancora oggi, l’istituto ospita classi per ragazzi ipo e non vedenti.
Notevole è il patrimonio dell’istituto Colosimo, sito in via Santa Teresa degli Scalzi, cosa che, però, stupisce è scoprire quanto sia ancora sconosciuto a molti. Una struttura immensa che la Regione Campania, con l’aiuto di Gabriella Pagano, funzionario delle politiche sociali e socio-sanitarie della regione, hanno messo a disposizione di CinemadaMare. L’obiettivo è semplice: dare maggior vitalità alla struttura, accogliendo un gran numero di giovani per un progetto che possa aiutarli a formare, così come ha sempre fatto il Colosimo nella sua storia.
A fine serata, il direttore Rina, ha ringraziato tutte le persone che hanno contribuito alla riuscita dell’evento: l’Istituto Colosimo, la Regione Campania, la dott.ssa Gabriella Pagano, Raffaele Parisi e Napoleone Zavatto, responsabili dell’Associazione Muricena Teatro e soci dell’ass. Teatro Colosimo, partner del progetto CinemadaMare, Paola Amore e Gabriella Galbiati, addetti stampa, per l’aiuto con i contatti, alle forze dell’ordine per la sicurezza che hanno donato ai ragazzi e infine, ringraziamenti speciali al MANN, per la grande occasione che ha concesso ai ragazzi di registrare all’interno del Museo.
Le tematiche dei corti in concorso avevano trame differenti ma il fil rouge che le univa, come ovvio che fosse, era la bellissima e controversa città di Napoli.
Al termine della visione dei corti sono stati eletti i vincitori:
Miglior fotografia: Death in Naples
Miglior Sound: The Garden
Best Editing: Napoli
Miglior attore/attrice: a Gioanna, di Death in Naples
Miglior Film: Napoli
“Napoli” di Wali Sheikh, del Pakistan è un corto che raccoglie in sé varie immagini dei paesaggi napoletani, accompagnati dalla voce narrante che racconta di una Napoli come vittima maltrattata ma piena di amore, tanto da poterne restituire a chi la vive e a chi ne resta ospite solo per qualche giorno. Una commovente cartolina che dipinge il reale spirito della napoletanità.
Roberta Fusco