Vincenzo Salemme trasforma “Una festa esagerata” da commedia in film

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Giovedì 22 marzo all’Hotel Vesuvio di Napoli si è tenuta la conferenza di Vincenzo Salemme  per la presentazione del suo nuovo film “Una festa esagerata”, che è nelle sale dal 22 marzo.

Salemme, che ha fatto sua la grande scuola di Eduardo de Filippo, racconta e rappresenta la miseria e la nobiltà dell’animo umano, forse più la miseria che la nobiltà, perché l’umanità che circonda il protagonista, uomo virtuoso, è opportunista e meschina. Non manca la comicità dei dialoghi attraverso i duetti fra Salemme e Massimiliano Gallo.

Il regista si è detto molto soddisfatto della collaborazione con  Enrico Vanzina (aiuto regista), che è stato fondamentale per la trasposizione cinematografica, favorendo il distacco dal  teatro, e dando un grande apporto tecnico.

La trama del film è tratta dall’omonima opera teatrale di Vincenzo Salemme, il quale, grazie al noto successo riscosso a teatro, ha deciso di trasporre la commedia al cinema.

La storia inizia a casa Parascandolo, dove si stanno svolgendo i preparativi per la festa della quasi diciottenne Mirea che si svolgerà sulla terrazza del loro appartamento in via Petrarca. Gennaro Parascandolo (Vincenzo Salemme), geometra ed imprenditore edile, vive con Teresa (Tosca d’ Acquino), sua moglie, e la figlia Mirea (Mirea Flavia Stellato ). Gennaro cerca sempre di accontentare le donne della sua famiglia, con l’ aiuto dell’ amico  Lello (Massimiliano Gallo),non badando a spese. Tutto sembra perfetto, fino a quando non arriva la notizia che l’inquilino del piano di sotto, il signor Scamardella, è morto. Come potranno svolgersi dunque i festeggiamenti?

Il film dunque, permeato da un cinismo di fondo, pone l’attenzione sul dilemma etico: se festeggiare sul terrazzo con un morto al piano di sotto.

Nella commedia viene messa in risalto l’ umanità e la comicità dei personaggi, esaltando la semplicità e la spontaneità , il tutto valorizzato dalle musiche di Nicola Piovani.

È stata posta la differenza tra cinema e teatro, per il regista gli attori di teatro possiedono “ l’effetto memoria”, che  invece nel cinema è sostituita dalla “spontaneità della vita di tutti i giorni”. In entrambe le forme d’arte lo spettatore però deve credere che quello che vede sta succedendo in quel preciso momento. Nonostante la diversità tra l’effetto emotivo del teatro rispetto al cinema, Salemme non esclude un “reciproco scambio” di influenza tra i due. Anzi il teatro può dare molto al cinema e viceversa, in quanto oggi sono due facce della stessa medaglia.

Mariarosaria Russo

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