Napoli, alla Galleria Toledo, è in scena “Le braci”. Dignità e onore contro passione e desiderio

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Ieri sera al Teatro Stabile d’Innovazione Galleria Toledo é andato in scena “Le Braci” di Sandor Màrai, adattamento teatrale a cura di Fulvio Calise, per la regia e drammaturgia di Laura Angiulli, con Renato Carpentieri e Stefano Jotti.

La narrazione teatrale tiene fede al tema del romanzo, un testo che ha alla base la memoria, che attraversa la metafora della fiamma, e come tale arde e si spegne lasciando solo tiepide braci. Braci paragonati con sofferenza a rapporti umani oramai segnati e ridotti in brandelli.

I protagonisti: Henrik e Konrad sono amici ma amano la stessa donna, Krisztina, che è moglie di Henrik.

Quando Konrad (Stefano Jotti) entra a casa del suo vecchio amico Henrik (Renato Carpentieri) tutto è uguale a come l’aveva lasciato 40 anni prima. Le stesse poltrone, la stufa accesa, i libri sempre al loro posto sul tavolino accanto alla stufa. Tutto tranne Henrik.

L’antica amicizia basata su valori autentici quali l’onore, la comprensione, la lealtà, la disciplina militare in quanto entrambi soldati, è scomparsa per fare spazio alla vendetta.

Due uomini. Un solo amore: Krisztina.

E come dice Henrik, quando il destino  (Konrad) entra dalla porta che noi stessi abbiamo spalancato, non si può far altro che affrontarlo e  quindi Henrik fa le due domande che per 40 anni hanno tormentato il suo animo: se sua moglie Krisztina fosse a conoscenza del tentativo da parte del suo amico fraterno Konrad di ucciderlo, così da poter vivere liberamente il loro amore e se poi Krisztina avesse considerato il suo amante un vigliacco perché alla fine non aveva avuto il coraggio di uccidere e, meschinamente, era scappato ai Tropici.

Risposte che Henrik non avrà mai, ma il solo fatto di aver pronunciato quelle parole ad alta voce al suo amico, dopo così tanto tempo, ha placato il suo animo, mettendo a posto tutti i pezzi del puzzle, permettendogli di morire in pace, e dandogli l’agio di congedarsi dal suo amico Konrad con il quesito più importante: “si può e soprattutto si deve restare fedeli alla passione che ci possiede, anche se questo significa distruggere la propria felicità e quella degli altri?”

Un testo impegnativo ed impegnato quello di Màrai, che parla ed approfondisce la complessità dell’animo umano e tutte le sfaccettature legate al sentimento più caratterizzante: l’Amore.

Un amore infedele che ha impedito a Henrik di perdonare la moglie, lasciandosi consumare dalla rabbia e tormentandosi, fino alla fine dei suoi giorni, su quale sia stato il momento in cui l’ha persa veramente.

“Quand’è che si spezza qualcosa tra due persone?”

Lo stesso amore infedele che ha costretto Konrad a scappare ai Tropici nella speranza di dimenticare tutto per un bene superiore, senza sapere di condannare così tutti all’infelicità. Ma quando si è innamorati, si persevera nell’agire  nell’errore: perché l’uomo non vuole soltanto vivere, vuole conoscere fino in fondo il proprio destino, a costo di esporsi al pericolo ed alla distruzione. 

Come dice Henrik al suo caro amico: forse dobbiamo semplicemente sopportarci, ed accettarci per ciò che siamo

 

Paola Improda

 

 

Lo spettacolo sarà in replica fino a domenica 25 febbraio.

Escluso lunedì 19 febbraio.

 

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