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Il 10 febbraio è stato un giorno di festa per Poggiomarino (NA) e per la comunità di Longola, gli appassionati di archeologia, le Soprintendenze e tutte le associazioni che diciassette anni fa hanno assistito ad una scoperta eccezionale, quella di un abitato databile al periodo del Tardo Bronzo (2000–1750 a.C.) finalmente, sabato, hanno veduto quest’area fruibile al pubblico. Probabilmente un porto fluviale, dove l’antico popolo dei Sarrastri ha vissuto per un lungo arco temporale, fino al VI sec. a.C, quando a causa di un’inondazione è stato abbandonato; il sito di Longola è stato definito dagli stessi archeologi una “Venezia di 3500 anni fa” ed è il tassello che mancava nella storia della valle del Sarno, fino al periodo della fondazione di Pompei, di cui i Sarrastri probabilmente sono stati fra i popoli fondatori.
Da 17 anni, diversi sono stati gli studiosi: dall’archeologa Claude Albore Livadie del CNRS che intervenne per prima, ad altri che hanno permesso di dare una chiave di lettura ai numerosi straordinari reperti di epoca protostorica, conservatisi eccezionalmente grazie alle acque fluviali che li ricoprivano. Il progetto di costruzione del Sito Archeo Fluviale, inaugurato ieri su un’area di 30000 mq, è stato frutto di una scelta obbligata: a causa delle ingenti somme che richiedeva il mantenimento del sito e gli eventuali scavi necessari, si è reso necessario ricoprirlo, per evitarne il deterioramento, e provare in qualche modo a valorizzare il territorio con questo parco Archeologico sperimentale.
All’inaugurazione, i presenti hanno avuto accesso ad un vasto programma che prevedeva il taglio del nastro alle 12:30 ( i saluti del Sindaco, delle istituzioni, degli addetti ai lavori), la giornata rallegrata dalla banda Musikarte e lungo il percorso finalmente percorribile, una mostra fotografica a cura dell’Ass. G.A.P, laboratori didattici dell’Ass. Gruppo Archeologico Terramare 3000, una mostra degli Antichi Mestieri, la visita accompagnata dai progettisti che hanno ricostruito il Villaggio di Longola, ed infine un ricco buffet, con un’immensa torta decorata con il logo del sito Archeologico di Longola.
L’area è, in effetti, immensa: si apre con lo spazio espositivo, prosegue con le serre didattiche, il birdwhatching, l’area giochi, quella pic-nic e, la più affascinante, la zona dedicata alle capanne preistoriche, riprodotte fedelmente, degli isolotti e dell’ecosistema, come era al tempo in cui gli antenati Sarrastri ci vivevano. L’importanza di questi ritrovamenti, d’altronde, consta anche nel fatto che grazie ad essi si è potuto ricostruire il contesto, il tipo di costruzioni, ma anche il tipo di flora e fauna presente. Gli ingegneri ci spiegano come erano divisi gli ambienti delle abitazioni, dell’uso di un’area absidata adibita a dispensa, di un focolare all’ingresso, delle tecniche di intreccio del legno per sostenere le mura, di una sorta di calce molto simile alla nostra attuale per le costruzioni. Raccontano dei ritrovamenti e del loro stato conservativo eccezionale, di una sorta di canoe con cui usavano spostarsi, ma anche di diversi resti di derrate alimentari: grano, legumi, nocciole e tanto altro, che rappresentano preziose testimonianze sulla flora ma anche della fauna preistorica locale.
Durante la cerimonia di inaugurazione erano presenti il Sindaco di Poggiomarino, Leo Annunziata, la consigliera delegata ai Siti UNESCO della Città Metropolitana di Napoli, Elena Coccia, l’assessore alla Formazione della Regione Campania, Chiara Marciani, e il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Massimo Osanna.
“In questi tempi infami” – esordisce il Sindaco Annunziata- “di notizie che ci sconvolgono per la loro bruttezza, Poggiomarino risponde restituendo alla comunità una meraviglia, perché solo così si può rispondere a questi tempi di acciaio” – e continuando – “siamo stati i primi a credere nella bellezza del nostro territorio, e mostriamo che a Poggiomarino è possibile amministrare anche il bello.” Ringrazia Terramare che è stata la prima associazione ad occuparsi di Longola e ovviamente tutte le associazioni e le istituzioni che si sono prodigate, ricordando che l’inaugurazione del sito è il primo passo, ma tanto vi è ancora da fare per proseguire nella strada di un riconoscimento e di una gestione tanto importante.
La dott.ssa Elena Coccia afferma: “siamo tutti “Sarrastri”, di Terzigno, di Pompei e di tutti gli altri posti che il Vesuvio non ha sterminato, ma ha creato e conservato tutti questi siti. Finiti gli anni della “monnezza” cominciamo con gli anni della bellezza e se diciamo che la bellezza salverà il mondo, noi tutti insieme dobbiamo salvarla e preservarla per i nostri figli.”
Nel suo intervento, il direttore generale del Parco archeologico di Pompei, il dott. Massimo Osanna, conferma l’importanza di dar vita al sito, una volta inaugurato, riempiendolo di contenuti. Ricorda che le ricerche sono ancora importanti, anche se complicate e costose per le finanze pubbliche, ed è per questo che è stato meritorio anche chiudere il parco, a suo tempo. Oggi questo pezzo visitabile può far comprendere il fascino del lavoro degli archeologi.
Abbiamo appreso che per tutelare la conservazione dei materiali, i legni originali sono stati protetti e conservati in vari siti, come le piroghe, fra i magazzini di Pompei, e la facoltà di agraria dell’Università Federico II. Si sognano ancora tante cose e progetti per questo Sito Archeologico: fra questi che, in un futuro non troppo lontano, i reperti, compresi quelli lignei, possano tornare qui in un’area espositiva e che il parco di Longola possa far rete con i siti di Pompei, Nola, Terzigno, per un’offerta sempre più varia e una valorizzazione del territorio meritoria, fiore all’occhiello e orgoglio per la comunità.
Lucia Dello Iacovo
Per info sul Parco Archeo-fluviale di Longola visita il sito www.longola.it