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Si è tenuta il 16 gennaio, al Nuovo Teatro Sanità, la conferenza stampa per presentare “Cities on the Edge”. Il progetto che prevede la cooperazione artistica internazionale, ideata dal Goethe Institut di Napoli e Marsiglia, coinvolgendo zone marginali o di disagio tra Italia, Francia e Germania. La conferenza stampa si è svolta al termine di due giorni di incontri tra i partner italiani (Nuovo Teatro Sanità, la Cooperativa Sociale Dedalus con Officine Gomitoli e l’Associazione musicale Alessandro Scarlatti), francesi (Centro culturale-sociale Friche la Belle de Mai e il Festival de Marseille) e tedeschi (pottfiction, circuito composto da cinque teatri giovanili collocati nella regione della Ruhr), ospitati proprio dal Nuovo Teatro Sanità di Mario Gelardi.
Tutte le associazioni interessate, sono strutture che da anni agiscono in maniera attiva sul campo, con l’intento di smuovere la situazione nei posti più marginali e combattendo per donare ai ragazzi una sensibilità artistica.
Il progetto parte da Maria Carmen Morese, direttrice del Goethe Institut di Napoli, la quale dopo aver vinto il bando europeo, decide di contattare subito Mario Gerardi, direttore del ntS’, data la sua stima profonda nei confronti del teatro. Gerardi accetta, dichiarando di voler dare la possibilità ai suoi ragazzi di viaggiare e portarli sui palchi europei.
Da lì, parte poi la collaborazione con le fondazioni francesi e tedesche, trovando un semplice punto di accordo: promuovere la produzione artistica teatrale coinvolgendo i giovani. Da questo momento, i giovani vengono sensibilizzati e portati sul palcoscenico dopo un lungo percorso lavorativo, anche attraverso conferenze e workshop con esperti del mondo dello spettacolo.
In ogni città, le diverse cooperazioni seguiranno una linea e un tema differente. Per ntS‘ lo spettacolo sarà affidato a Philippe Lohle, il quale ha lavorato già a Noi non siamo barbari!, dopo giorni a Napoli, userà ciò che ha visto nella città per la stesura dello spettacolo. Per quanto riguarda le Friche, sei ragazzi stanno lavorando con il coreografo Ben Fury, specializzato in breakdance. Frank Horne e Manuel Moser, cureranno invece il progetto tra Bochum e Herne, a seguito degli incontri sui ragazzi con il tema dell’utopia-distopia, e la domanda “Come sarà il nostro futuro?”, il regista produrrà un‘opera in base alle sollecitazioni provocate sui ragazzi.
Sono circa 80 i giovani coinvolti, 20 i formatori italiani, francesi e tedeschi, che porteranno avanti il progetto in 6 diversi spazi artistici d’Europa, con 3 spettacoli da mettere in scena.
Insomma, un’iniziativa tutta nuova che avvicina città così lontane geograficamente ma così vicine con il cuore: tutte unite con l’intento di promuovere la cultura lì dove è difficile l’accesso. Un progetto nuovo che si spera abbia la possibilità di muoversi in più posti d’Europa e oltre.
Roberta Fusco