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Arrivata alla sua settima edizione, INSIDE PROJET, ancora curata da Paky di Maio e Luigi Iacono è stata nuovamente una serata all’insegna della buona musica, sempre in collaborazione con lo staff del Teatro Civico14, l’appuntamento si è rinnovato, puntuale, presso il teatro Izzo di Caserta.
Questa nuova prova, dopo Pino Daniele dello scorso anno, preceduta dall’edizione dedicata ai Nirvana e via via tornando indietro nel tempo che ha veduto INSIDE celebrare Bowie, i Queen, i Doors e i Cure, è dedicata ai Depeche Mode. E come presentare una band che ha fatto la storia della musica elettronica dagli anni ’80, la più longeva, con ormai all’attivo circa un quarantennio di storia? Ovviamente sempre in maniera alternativa, sovrapponendo le diverse arti, presentando un prodotto unico, lontano dalle mode, coraggiosamente allontanandosi dalle consuetudini, portando in scena musicisti indipendenti che hanno reinterpretato i Depeche Mode con il loro stile.
Così abbiamo visto succedersi sul palcoscenico performance non solo vocali, da Naf-Mk, l’artista che ha tracciato il canovaccio inverso di un’opera figurativa, che ha delineato i suoi contorni in scena, alla danza dei Trasnochando C’è, che hanno mosso i passi del tango sulle celebri note di Enjoy the silence, “On-Air” la voce del Teatro Civico14 intervallava gli spettacoli con la storia, l’evoluzione artistica della band, dalla nascita al suo lungo periodo berlinese e le prime pubblicazioni prodotte da David Miller. Il numeroso pubblico ha ascoltato Elizabeth O’Key con Personal Jesus, i Das Sistem con Question of the Time e Barrel of a gun, i Malevera e la loro splendida interpretazione di Home, l’elegante chitarra di Gianluca Vanità da sola ad affrontare It’s no so good, In your Room e Behind the weel, la musica elettronica degli Ykap con lo stesso Paky in Enjoy the silence, per arrivare ai 7 Parsec, lo studio e le sonorità di un rock più stridente da Useless fino agli anni ’90 con I feel you, e solo per citare alcuni.
A confermare la versatilità dello spettacolo gli acrobati della compagnia Morks sono improvvisamente apparsi sulle note dell’ultimissimo singolo della band con la loro esibizione su Where’s the revolution: tre figure sui trampoli, gradualmente sempre più alti, dai megafoni sempre più grandi che incombono con i loro ordini su un piccolo uomo, oberato dal peso di un enorme pallone rosso. La performance accompagna argutamente il testo del pezzo fino a travalicare il palcoscenico ed invadere la sala, con gli immensi palloni “rossi” e il loro carico di significati. Chiude la serata la bellissima voce di Cecilia Scatola degli Acustica Caustica che ha interpretato tre pezzi tra cui l’amata Strangelove.
Non è facile restare coerenti con la propria arte in un panorama musicale sempre piuttosto stereotipato, dove anche i gusti spesso si massificano. Il teatro Izzo pieno, ieri sera, dimostra che c’è tanta voglia di nuovi linguaggi e premia il lavoro e il coraggio degli artisti, degli organizzatori, in chi ci crede da diversi anni e riesce a produrre spettacoli sempre di buon livello, rispettando la propria indole artistica, la ricerca, restando intellettualmente onesti.
Lucia Dello Iacovo