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Dopo il primo fortunato romanzo del 2016, “Le streghe di Lenzavacche”, tra i dodici finalisti al Premio Strega, a distanza di un solo anno Simona Lo Iacono vede editare da Neri Pozza Editore “Il Morso”, vincitore del premio Racalmare-Sciascia nell’anno appena trascorso.
Una scrittura potente, colta, che si accosta alla cultura classica di una Sicilia pervasa da quella greca, di cui ancora conserva i celebri teatri, dove la scrittrice si è formata, lavora e tuttora vive. Simona Lo Iacono è una donna di grande cultura, magistrato presso il tribunale di Catania e attiva nel sociale, sarà per questo che i soggetti dei suoi due romanzi sono entrambi personaggi femminili ai margini della società, le prime bollate come streghe, la protagonista de “Il morso”, stavolta, ha il marchio della “babba”, dal dialetto siciliano, pazza!
L’ambientazione storica di questo nuovo romanzo è quella del 1848, sotto le ceneri già ardeva la rivoluzione e la ribellione contro i Borbone; dal personaggio di Lucia Salvo, prende il via l’ispirazione per il romanzo, dalla serva al servizio della famiglia dei Ramacca di cui Luigi Natoli narra nel suo “Cronache e leggende di Sicilia”, un personaggio che pare sia realmente vissuto. La nobile famiglia Ramacca, antica famiglia siciliana di vocazione antiborbonica, utilizzava la propria serva per far passare messaggi in segreto nel carcere, dove i rivoluzionari erano detenuti e questa, fingendosi matta, entrava indisturbata portando generi alimentari e di conforto ai galeotti. Anche in questo romanzo aleggia il mistero, la diversità e assieme l’accettazione e una sorta di rassegnazione di queste donne al loro destino, che si tramuta in uno sguardo saggio sulla vita, che apre orizzonti per altri sconosciuti.
La Lucia del romanzo della Lo Iacono in realtà è affetta da epilessia, un mistero ancora da decodificare a quel tempo e che le fa guadagnare l’appellativo di babba. La ricostruzione storica, l’ambientazione geografica, come nel primo, è impeccabile, accurata, il romanzo per il resto è ricco di personaggi simbolici: il nano Minnalò, il castrato signorino, il mutismo del Conte padre, la stessa pazzia della protagonista Lucia è un tramite per disvelare la crudeltà del mondo, della miseria di chi non ha nulla, neanche se stessa, ma ha tutto un mondo di pensieri a cui nessuno ha accesso.
Il morso che Lucia sferra al Conte figlio oltre ad essere un atto di ribellione può essere considerato il simbolo della contaminazione, atto con cui Lucia si ribella alla sua sorte di oggetto da trastullo a cui era stata destinata, con cui trasforma la vita del giovane capriccioso e insoddisfatto, mai pago dei continui capricci e lussi che si concede, che improvvisamente, come contagiato da uno spiraglio su un mondo sconosciuto, viene rapito dalla ricerca di una vita più ascetica.
Magia e tragedia attraversano i protagonisti del romanzo, poveri, disperati, sventurati ma appassionati e nonostante tutto eleganti nei loro sentimenti, si elevano sulle miserie umane, diventando quasi magici.
Il 2018 vede ricorrere il 170° anniversario dei moti rivoluzionari siciliani e l’Editore Neri Pozza ha selezionato “Il Morso” per il progetto “Vivere la storia”. Per orientare gli studenti delle scuole superiori all’amore per la lettura, un bando di concorso invita a leggere il romanzo a realizzare un cortometraggio o un booktrailer frutto della sua rielaborazione. Le classi vincitrici per ciascuna sezione verranno proclamate ai primi di maggio e riceveranno in premio libri del catalogo Neri Pozza.
Lucia Dello Iacovo
Per maggiori info www.neripozza.it/news_dett.php?id_news=369