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La Biblioteca Comunale “Alfonso Ruggiero” di via Laviano ha celebrato ieri il bicentenario dalla nascita di un illustre giurista, patriota e uomo di cultura, nato in provincia di Avellino, a cui tanto deve la nazione per il suo lavoro sul diritto internazionale: Pasquale Stanislao Mancini. Più volte ministro dopo l’unità d’Italia e fautore della triplice alleanza, ha omaggiato la nostra Caserta con un fervido salotto culturale, tenuto dalla consorte e poetessa Laura Beatrice Oliva, tramandato dalla ricca progenie, fra cui la figlia Grazia Mancini e il genero Augusto Pierantoni, nella bella Villa Pierantoni a Centurano, di cui ci restano i circa duemila volumi del fondo Mancini-Perantoni, lascito da cui nasce la mostra bibliografica ieri inaugurata e visitabile fino al 27 gennaio.
Presenti all’inaugurazione il vice Sindaco di Caserta Francesco De Michele e l’assessore alla Cultura Daniela Borrelli, che intervengono introdotti dalla Responsabile della Biblioteca la dott.ssa Marialidia Raffone, aprendo ad un dibattito qualificato dalla presenza del Presidente del Centro Studi Francesco Daniele, Felicio Corvese, di Nicola Terracciano Presidente dell’Istituto per la storia del Risorgimento Italiano di Caserta, concluso dall’amabile oratoria di Alberto Zasa D’Aulisio, Presidente della Società Storia Patria di Terra di Lavoro.
La figura di Pasquale Stanislao Mancini si delinea durante il dibattito come quella di un uomo dalle grandi doti intellettive, emerse fin dall’infanzia quando a soli sette anni era in grado di tradurre dal Greco e dal Latino, marito di una modernità non consueta per quei tempi di una donna estremamente colta e intelligente, quale Laura Beatrice Oliva. Un gigante, uno degli autori legislativi più noti in Europa, scelto da Vittorio Emanuele II per fare da precettore al futuro Re d’Italia, Umberto I e per questo ebbe il privilegio di dimorare nella Reggia di Capodimonte, posto dove morì il 26 dicembre del 1888. Dai diversi figli nati dall’unione emerge la figura di Grazia Mancini, scrittrice di livello europeo, allieva di Depretis, fondò a proprie spese il primo importante Asilo a Centurano, sposò anch’ella un giurista illuminato, quale Augusto Pierantoni. Dal dibattito emergono numerose curiosità ma stupisce il crocevia culturale che rappresentò la nostra città, dal 1861 sino all’avvento del fascismo, dalla frequente presenza di personaggi della levatura di De Santis, di cui anche decorre il bicentenario della nascita, di cui fu allievo anche Alfonso Ruggiero. Scopriamo che Matilde Serao frequentava abitualmente il salotto di Villa Pierantoni, che appella Centurano come piccolo aristocratico borgo, salotto allietato non raramente dal musicista Francesco Cilea, solo per citarne alcuni. Una Villa ubicata nella zona che era delle Cerase che ora sono sparite per far spazio al Parco Cerasole.
Una Caserta che oggi si ritrova ultima in una classifica che vede Belluno prima, forse è frutto della dimenticanza della memoria storica, la cui centralità viene sottolineata in molti passaggi, dall’assessore Borrelli a Nicola Terracciano, che conclude il suo appassionato intervento esortando ad una concertazione del mondo culturale, all’importanza del recupero del valore della storia, alla fondamentale continuità tra presente, passato e futuro; si vive in un presente precario quando questo è senza passato, per questo si brancola nella nebbia senza sapere dove andare.
La mostra inaugurata ieri sarà aperta al pubblico fino al 27 gennaio, dal lunedì al venerdì dalle ore 9:30 alle ore 12:30, dalle ore 16:00 alle ore 19:00; il sabato dalle ore 9:30 alle ore 12:30.
Lucia Dello Iacovo