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Sabato 9 dicembre, a pochi giorni della terza data del miracolo della liquefazione del sangue del santo patrono di Napoli, ossia quella legata alla disastrosa eruzione del Vesuvio nel 1631, il Museo del Tesoro di San Gennaro apre le porte alla visita teatralizzata di NarteA “Januaria – Una notte al museo di San Gennaro”, che conduce il pubblico alla scoperta dell’immenso tesoro del Santo patrono di Napoli, unico al mondo in grado di competere con quello della corona inglese. Ad accompagnare gli ospiti, oltre alla guida, ci saranno gli attori Valeria Frallicciardi e Andrea Fiorillo, che si faranno interpreti di aneddoti e misteri connessi al culto del santo più venerato al mondo; testi e regia di Febo Quercia. Il primo turno partirà alle ore 19.00. Al termine dell’evento è prevista una degustazione di vino campano delle cantine Nugnes. Costo del biglietto, 15 euro. Info e prenotazioni al 339 7020849 o 333 3152415.
Januaria è nome che evoca per assonanza quello del santo patrono di Napoli, Gennaro, che risale al latino Ianuarius, derivato a sua volta da Ianus (Giano), il dio bifronte, a cui era consacrata la Gens Januaria. Si tratta quindi del cognome del santo e non del nome, trasformatosi poi nel napoletano Januario. E Januario è il cognome proprio delle cosiddette discendenti di San Gennaro, le sue parenti, donne, che durante le celebrazioni per il miracolo, a lui si rivolgono in maniera colorita e pretenziosa, in nome dell’antico legame, sostenute dall’idea che hanno diritto di chiedere molto di più rispetto ai comuni fedeli. Sarà proprio una parente del santo, Eusebia Januario, discendente di colei che ne conservò il sangue nelle ampolle, a guidare il pubblico alla scoperta del magnifico tesoro, per lasciare poi il passo e la parola a Giuseppe Navarra, detto il re di Poggioreale, famoso per aver recuperato alla città di Napoli il tesoro stipato in Vaticano allo scoppiare della seconda guerra mondiale. Tra quei gioielli, si annoverano la celebre mitra gemmata dell’orafo Matteo Treglia, composta da 3694 pietre preziose e realizzata nel 1713 su commissione della Deputazione di San Gennaro; la leggendaria collana da fare invidia alla corona inglese, in oro e argento, fatta da Michele Dato nel 1679 e arricchitasi fino al 1879 di varie pietre con le donazioni di regnanti di tutta Europa. E ancora, i doni preziosi fatti recapitare al santo da Napoleone, da Papa Pio IX e da Re Umberto I e Margherita di Savoia.
La figura di San Gennaro, santo laico e prodigioso, è venerata da circa 25 milioni di devoti in tutto il mondo. Lo spettacolo attraversa un arco temporale di settecento anni, e vuole recuperare la memoria di testimonianze storiche e fantasiose leggende – la cui veridicità si perde nel grembo della Napoli antica- connesse all’accumulo di quei preziosi ricchi soprattutto di storia, mai rubati e resi celeberrimi anche dal film di Dino Risi, Operazione San Gennaro, che vide protagonista, tra gli altri grandi, il veneratissimo principe della risata Totò.