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Si è tenuto, venerdì 3 novembre, presso l’ Università degli Studi l’Orientale di Napoli, il corso di formazione per giornalisti, dal titolo:
“Per un approccio interculturale ed interreligioso al fenomeno delle immigrazioni”
Rappresentanti autorevoli del mondo laico e di quello cattolico hanno raccolto l’invito di papa Francesco a instaurare un dialogo di amicizia, per promuovere una cultura dell’incontro e dell’integrazione, in cui consiste la risposta oggi indispensabile a una delle sfide cruciali del nostro tempo.
La manifestazione è stata promossa da Roberto Dante Cogliandro, presidente dell’Ainc associazione italiana notai cattolici, e da Michele Cutolo, presidente Mcl che hanno partecipato alla Tavola rotonda su “Come raccontare una società multipolare: il caso delle Migrazioni”. Hanno partecipato: Ottavio Lucarelli, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Campania; Pino Blasi, Presidente Ucsi (Unione stampa cattolica italiana) della Campania; Donatella Trotta, giornalista e scrittrice; il filosofo Eugenio Mazzarella; Marco de Marco, Opinionista del Corriere della Sera, e Massimo Milone, Direttore di Rai Vaticano. A moderare Raffaele Luise, decano dei vaticanisti italiani.
Tra gli esperti erano presenti: padre Camillo Ripamonti, Direttore del Centro Astalli di Roma, Padre Giulio Albanese, tra i massimi conoscitori dell’Africa in Italia. Mostafa El Ayoubi, Direttore di Confronti, Roberto Tottoli, Docente di Islamistica all’Orientale e opinionista del Corriere della Sera.
Molti gli interventi dei presenti all’incontro, in una sala gremita di giornalisti e studenti dell’Orientale.
“I giornalisti sono obbligati dal codice deontologico ad usare le parole giuste – ci dice il presidente dell’ OdG Campania, Ottavio Lucarelli, – il tema dell’accoglienza e dell’intercultura è molto delicato, e ultimamente, anche oggetto di speculazione da parte della politica. La Carta di Roma ci dà le indicazioni per capire come comportarsi in caso di interventi poco corretti riguardo la tematica dei migranti e non solo.”
Di forte impatto emotivo l’intervento di padre Giulio Albanese: “C’è una questione deontologica: chi prende penna e calamaio deve fare soprattutto un servizio all’opinione pubblica, dare voce a chi non ha voce. Non si possono fare due pesi e due misure, in nessun caso, ma soprattutto quando si parla di stragi e di attentati. Perché la verità è che noi europei stiamo strumentalizzando questioni che hanno a che fare con la sacralità della vita. C’è gente che siede nella stanza dei bottoni che dovrebbero servire la ‘res publica’ ma che al contrario strumentalizza la questione migratoria solo per generare un consenso elettorale. Questo è blasfemo”.
Si deve sapere, i giornalisti dovrebbero far passare il messaggio che le Afriche non sono povere, ma sono state impoverite da chi oggi non vuole sentire ragioni alza i muri. E chi è stato impoverito ora ha tutto il diritto di chiedere aiuto.