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“I diritti non sono per sempre, vanno difesi ogni giorno”. E’ uno dei passaggi dell’intenso incontro tra il Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, il procuratore Capo della Repubblica di Salerno, Corrado Lembo, con 100 ragazzi delle Masterclass del Giffoni Film Festival, organizzata in collaborazione con BadTaste.it. Un incontro su legalità e imprenditoria introdotto da Lembo che ha sottolineato come “alla parola legalità preferisco la parola giustizia perché evoca qualcosa di etico. Roberti è un esempio di magistrato che ha coronato il suo percorso fatto di consapevolezza profonda del modo di agire etico”. Roberti ha parlato ai ragazzi dell’importanza di uno stato di diritto: “La differenza tra lo stato assoluto e lo stato di diritto è che quest’ultimo non concede ma riconosce i diritti che vanno difesi sempre nell’interesse dei cittadini, ognuno deve fare la propria parte”.
“Il fondamento del rapporto tra cittadini e istituzioni è fondato sulla separazione dei poteri che deve essere continuamente difeso dai pericoli. In Polonia, per esempio, in questi giorni c’è una spinta per cancellare la separazione tra potere della magistratura a favore dell’esecutivo”. La parola chiave delle istituzioni è la “fiducia – aggiunge Roberti – che va meritata e guadagnata. La fiducia significa che i cittadini devono sapere che le istituzioni agiscono nel loro interesse. Per fare questo occorre che le istituzioni ascoltino i cittadini”. Il Procuratore nazionale antimafia ha ricordato i magistrati, le forze dell’ordine, i politici morti contrastando la criminalità organizzata, Piersanti Mattarella, Gaetano Costa, La Torre, Dalla Chiesa, Falcone e Borsellino. Tuttavia “c’è ancora molto da fare, il successo ci sarà solo quando non ci saranno più le condizioni per cui si può riproporre la criminalità”. Come esempio Roberti cita il Clan dei Casalesi che “abbiamo combattuto con successo ma c’è il rischio che ritorni perché non sono state superate le condizioni che possono eliminare quella criminalità, la povertà e il sottosviluppo”.
Altro aspetto di emergenza è quello dei fenomeni migratori: “La comunità internazionale sta sottovalutando il fenomeno che non è fatto di ondate come nel passato ma è un effetto della globalizzazione. C’è l’incapacità di contrastare le grandi organizzazioni criminali che si rafforzano con i fenomeni migratori”, ha spiegato Roberti. Quanto agli imprenditori, Roberti sostiene che hanno un ruolo fondamentale per l’economia ma ricorda che “nel fare impresa deve esserci una finalità sociale, una equa retribuzione e la dignità dell’essere umano che precede l’eguaglianza”. L’ultima battuta è su Totò Riina e la polemica sull’ipotesi di scarcerazione: “L’articolo 27 dice che la pena deve essere retributiva, deve rispettare la dignità del detenuto e tendere, e sottolineo tendere, alla rieducazione del condannato. Rieducare un condannato può avvenire anche per chi ha commesso reati più efferati ma Riina è ancora oggi il capo riconosciuto di Cosa nostra. Sta nelle mani del signor Riina la scelta se pentirsi, cosa che non ha fatto quindi significa che resta in carcere”, conclude Roberti.