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Ieri sera, in uno scenario spettacolare e suggestivo come quello delle Terme Stufe di Nerone, in una notte di plenilunio che ha fatto da fantastico fondale alla serata, il pubblico ha assistito ad una performance teatrale intensa e magica. In scena un magnifico Ernesto Lama nelle vesti di Jennifer, un travestito napoletano, protagonista dell’opera di Annibale Ruccello “Le cinque rose di Jennifer”.
Lo spettacolo fa parte della rassegna TEATROallaDERIVA (il teatro sulla zattera), ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne è il direttore artistico.
Una zattera galleggiante sull’acqua, costruita appositamente e posizionata all’interno del laghetto circolare delle Terme-Stufe di Nerone, diventa una scenografia (di Mauro Rea) che richiama perfettamente lo stato d’animo della protagonista. Con l’accurata regia di Peppe Miale, Ernesto Lama ha saputo, con la sua esperienza di attore estremamente versatile, incantare il pubblico sin dai primi rintocchi della sveglia, che apre la scena.
Una “donna” sola, con tutte le difficoltà e le amarezze che affronta chi vive queste situazioni: lei aspetta, con ansia, una telefonata che, probabilmente, non arriverà mai. Allo stesso tempo assiste, a causa delle interferenze della linea telefonica del quartiere, anche alle altre scene di vita vissuta, e ritrova un senso di solitudine comune a molti. Il contatto con la realtà è rappresentato, oltre che dalle telefonate sbagliate anche da un’emittente radiofonica che la aggiorna su quello che succede in città e alla quale lei affida il suo messaggio d’amore per il suo Franco, attraverso una quotidiana dedica musicale: “Se perdo te” di Patty Pravo.
All’improvviso, appare in scena Anna (una bellissima e bravissima Elisabetta D’Acunzo) che irrompe in casa di Jennifer con la sua prorompente e, allo stesso tempo, fragile bellezza. Qui, Ernesto Lama dà prova (semmai ce ne fosse stato bisogno) della sua intensità e della sua maestria, il pubblico resta sospeso, quasi senza respiro, il dialogo, fatto più di gesti che di parole, con Anna è duro, tragico, quasi crudele. Da sfondo a queste inquietudini esistenziali un killer che spaventa gli abitanti del quartiere compiendo una serie di omicidi, le sue vittime sono i travestiti che abitano proprio in quella zona. Anna e Jennifer sono spaventate e confuse, ognuna di loro prova un senso di angoscia e anche di invidia reciproca, ma restano, nonostante un timido approccio, irrimediabilmente sole.
Uno spettacolo intenso e suggestivo, la regia di Peppe Miale ha dato il giusto risalto ad ogni singolo momento, la magia della serata è stata applaudita, instancabilmente, da un pubblico entusiasta, suscitando la commozione di un sempre più sorprendente Ernesto Lama.
Giustina Clausino
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