Capua, al Museo Campano, tesori e grandi opere da salvaguardare

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Nella città di Capua, tra i campanili di chiese e cattedrali medioevali, barocche, neoclassiche, fra fortificazioni e castelli, a pochi passi dalle Torri di Federico II, o di quel che ne resta della porta che dal ponte sull’Appia dava accesso a questa città di origine longobarda, in via Roma, si scorge un edificio in stile catalano: palazzo Antignano, ove è la sede del Museo Campano. Lo stesso edificio, con suo magnifico portale e la bella scala, è già parte dell’interessante percorso che offre questo museo, inaugurato nel 1894, e ricco di testimonianze provenienti in maggioranza dal fondo Patturelli e dal Tempio di Diana Tifatina, dove attualmente sorge la bellissima basilica paleocristiana di Sant’Angelo in Formis. Un museo di media grandezza ma di contenuti di tutto rispetto, molti dei quali unici, come spiega la guida del museo, che di certo avrebbe fortune diverse se fosse allocato in una città più grande, o in un percorso come Napoli, ma che nella ormai periferica Capua, langue con difficoltà a reggersi.

La serie di marmi che accoglie già nel cortile, con stele e teste marmoree provenienti dall’Anfiteatro Campano, sono imponenti ma l’interno, con le sale delle Mater Matuta racchiude la peculiarità per cui è famoso questo museo, il più ricco di queste sculture del V secolo a.C., provenienti dal fondo Patturelli da cui molto è stato anche dato via ed è sparso in diverse sedi nel mondo. Mitologia, religione, storia e archeologia si fondono fra le 103 statue delle madri, rappresentanti la fertilità e il mito della dea del Mattino, protettrice della nascita, da cui la festività Matralia dell’11 giugno; miti e feste pagane che trasformandosi sono giunte fino a noi in altre vesti.

Terrecotte e vasi Italioti, greci, etruschi, ex voto, antefisse compongono le interessanti sale archeologiche. Nella sala Federiciana i resti delle giganti statue che componevano le Torri Federiciane danno lo spunto per parlare dei grandi personaggi che da Capua hanno avuto le loro origini: Ettore Fieramosca, Pier delle Vigne, Ferdinando Palasciano. Qui possiamo ammirare la bellissima statua sepolcrale di Pompeo dell’Uva con suo nipote Giacobello, di Francesco Cassano, ed apprendere dall’appassionata guida che, come ogni museo che si rispetti, anche il museo Campano ha il suo fantasma, incontrato in una sala durante il giro di notte di uno dei custodi, il piccolo Giacobello!

Una quadreria di tutto rispetto con la collezione dei ritratti dei Borbone, i Savoia nonché di tavole e tele ecclesiastiche, una biblioteca, un archivio; tutto questo con un biglietto di soli 6 € per gli adulti e 3 € ridotto per ragazzi, anziani e gruppi, dal martedì alla domenica.

L’ingresso al museo è gratuito ogni prima domenica del mese ma se vogliamo che il nostro territorio conservi questa ricchezza, che scolaresche, ragazzi e studiosi possano ancora apprendere la nostra storia attraverso le belle testimonianze ivi raccolte, bisogna promuoverne e diffonderne la bellezza e invogliarne la visita anche negli altri giorni, in fondo è il costo di un aperitivo che tutti possono permettersi.

Per maggiori info http://www.museocampano.it

 

Lucia Dello Iacovo

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