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Venerdì 7 Aprile, al Teatro Comunale di Caserta, è andato in scena “Matralia”, spettacolo di danza inserito nel progetto “Leggere per…ballare”, che ogni anno porta in scena produzioni che vedono la commistione della danza con l’interesse per la lettura.
Ogni anno viene scelto un libro che ispira il tema dello spettacolo tra le esibizioni dei ballerini, un attore si alterna nel leggere estratti da un libro, precedentemente, scelto. E questo è il senso di “Leggere per…ballare”, un progetto nato sedici anni fa dall’idea di Rosanna Pasi, che è Presidente della Federazione Nazionale Associazioni di Scuole di Danza. Il suo intento era quello di avvicinare gli appassionati della danza agli appassionati della narrativa.
Per questa nuova edizione del progetto è stata scelta per il debutto proprio Caserta tra tutte le città d’Italia.
“Matralia” è uno spettacolo complesso, la cui regia è affidata ad Arturo Cannistrà, noto ballerino coreografo di origini siciliane, e che vede in scena circa cento ballerini, tutti allievi provenienti da nove scuole di danza della regione Campania, tutti coordinati da Annamaria Di Maio, Presidente dell’associazione regionale “Campania Arte Danza”. La parte drammaturgica è stata affidata a Michele Casella, noto regista e scrittore di Terra di Lavoro che ha scelto quest’anno un libro dal titolo “Madri”, scritto dalla celebre giornalista Myrta Merlino che descrive attraverso una serie di racconti le gesta, i sentimenti e le azioni, di alcune donne e madri celebri e di altre meno conosciute. Dal tema del femminicidio a quello dell’emigrazione, passando per il riscatto sociale, tutte storie che meritavano di essere raccontate e la danza dimostra di essere un ottimo vettore di questo messaggio.
Il linguaggio del corpo è potente, diretto, nudo e gli artisti in scena mostrano grande impegno nell’interpretare vari ruoli. Interessante la scelta di proiettare durante il racconto di ogni storia, un dipinto sul tema delle madri appunto, sullo sfondo del palcoscenico. Ecco dunque che corpi flessuosi dalle movenze sinuose e scatti atletici si muovono su tele di Gustav Klimt, di Pablo Picasso o Berthe Morisot. Il pubblico mostra di apprezzare e a più riprese sottolinea con applausi spontanei e calorosi i momenti più salienti delle coreografie.
Il teatro vive di questo, del costante rapporto tra danzatori e pubblico da una parte, e dall’altra, del continuo abbraccio tra i diversi mondi dell’arte, come in questo caso quello della danza e quello della scrittura.
Damiano Gedressi