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Caro Fausto, ci hai spiazzato tutti. Mancano ancora le parole per descrivere il vuoto che ci hai lasciato da uomo e da artista. Chissà se lo sai che, per chi ti incontrava per la prima volta, sembravi talmente introverso da mettere in soggezione. Anche a me è successo, quando ho iniziato a seguirti dopo che una ricerca sulle cantautrici campane mi portò sul sito del Premio Bianca d’Aponte. Ricordo che dopo la mia esibizione, scesi dietro le quinte, abbracciai Gennaro Gatto e tu, mi guardasti e dicesti: – Brav ja, si cuntent? Mo però mettiti sotto, ‘e fatica’, ‘e crescere ancora-. Da quel momento mi hai sempre incoraggiato e io ho scoperto una persona meravigliosa, altro che soggezione. Sono tanti gli episodi che potrei raccontare per spiegare come mi abbia insegnato con i fatti il concetto di “grandezza d’animo”. Talvolta le nostre telefonate duravano anche meno di 30 secondi, il tempo che bastava per assicurarti che stessi procedendo bene, senza fronzoli. Quando ci incontravamo sentivo di dover sempre misurare il livello di confidenza e di distanza, ma non ho mai pensato che ciò avvenisse per qualche problema che tu avessi con me. Sapevamo tutti che eri così. Sei sempre stato il mio esempio di artista: sincero con te stesso e con gli altri, non hai mai dato segni di invidia o cattiveria, hai sempre curato la tua dignità e sei sempre stato concreto e discreto. Solo a guardarti agire, mi hai insegnato tanto e quando non riuscivo a capire da sola, mi prendevi per mano. Vorrei raccontare a tutti quanto tu sia stato capace di darmi il tuo affetto, così sincero ed essenziale. Questa è solo la mia esperienza, ma chiunque potrebbe parlare di te in questi termini, perché eri proprio così: sapevi essere te stesso, sapevi che la cosa più importante per un artista è studiare e studiarsi, concretizzare e tentare senza scendere a compromessi. Sapevi che la ricchezza interiore è la cosa più importante che un uomo possa avere ma, soprattutto, l’hai fatta tua e l’hai donata smisuratamente. Fausto, scusami, non ho potuto fare per te quanto tu hai fatto per me, non ne ho avuto il tempo, pensavo ogni giorno a cosa fare senza essere invadente per ricambiare tutto quello che mi hai dato. Porterò con me ogni tuo consiglio e ne farò sempre tesoro. Sono stata fortunata, ho avuto un gran punto di riferimento che continuerà a vivere in me, sempre. Non smetterò mai di esserti grata. Mai.
Tonia
Carissimo, ora sei proprio lassù, trasformato in quella stella che, come nella tua bellissima canzone, guarda il tuo amato mare. Mi sembra incredibile che possa essere successo e che bruscamente sia calato il sipario sulla tua vita. Un grande artista, un eccellente musicista, uno straordinario chitarrista, ma soprattutto una bella persona dall’umiltà dei grandi, dalla semplicità di coloro che sono superiori, dalla grande ironia e simpatia, ci hai lasciati e tutti, ora, ci sentiamo smarriti e orfani di un grande punto di riferimento. Macerata Campania, Caserta, l’Italia, il mondo intero della musica e dell’arte e della poesia sono addolorati per questa grave perdita. Se n’è andato un pezzo di tutti noi e come fotogrammi di un film a ritroso ci vengono in mente i momenti della tua vita artistica e umana, variegata, bella, ricca di soddisfazioni e riconoscimenti. Il mio ricordo ti vede legato al Premio Bianca d’Aponte, dove assieme a Gaetano, tuo amico fraterno e patron della manifestazione, hai dato la speranza a tante giovani aspiranti cantautrici di poter esprimere le proprie risorse. Ti definivi orso, per il tuo carattere riservato, ma in realtà so che eri una persona dalle mille risorse, sempre pronta ad ascoltare gli altri e a donare sorrisi, collaborazioni, solidarietà in tutte le situazioni. Il mio omaggio a te, è il ricordo di un piccolo grande uomo, dal look inconfondibile col tuo immancabile berretto, resterai nei nostri cuori e continuerai a vivere attraverso la tua musica emozionante e carica di atmosfere suggestive sprigionate dalle corde della tua fedele chitarra “insanguinata” che anche ora ti è accanto nel tuo viaggio tra le stelle.
Daniela
Indomabile Fausto, così ti ho descritto qualche tempo fa. Sì, indomabile perché dopo 50 anni di amore e passione per la chitarra, non ti sei mai risparmiato. Ogni volta, ascoltarti significava vederti immedesimare con quello che non era uno strumento musicale, ma parte di Te, ogni volta, sempre una magia. Con la tua personalità carismatica, non hai mai avuto bisogno di apparire diverso da quello che eri, e ne eri fiero ed orgoglioso. La tua vitalità, la passione, la musica, l’entusiasmo, la poesia e l’umiltà dei grandi ti hanno reso unico. Chi ti ha conosciuto sa che potevi sembrare burbero, a volte anche scostante, ma sempre, sempre disponibile con gli altri, sia professionalmente che umanamente. Noi vogliamo ricordarti con le mani che volano sulla chitarra: l’Insanguinata, con la potenza delle emozioni forti, la sonorità della poesia fatta musica e… Tu.
Fausto, ti ricorderemo sempre e con la tua musica continueremo a rifiorire.
Giustina