Napoli, al Teatro Bellini, Toni Servillo porta in scena “Elvira”

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Elvira(Elvire Jouvet 40) di Brigitte Jaques © Gallimardtraduzione Giuseppe Montesanoregia Toni Servillocostumi Ortensia De Francescoluci Pasquale Marisuono Daghi Rondaniniaiuto regia Costanza Boccardicon Toni Servillo, Petra Valentini, Francesco Marino, Davide Cirrifoto di scena Fabio Espositocoproduzione Piccolo Teatro di Milano - Teatro d’Europa, Teatri Uniti

Dal 24 gennaio al 12 febbraio al Teatro Bellini di Napoli

“Elvira”, il nobile mestiere di recitare

Toni Servillo incontra Louis Jouvet

Dai successi di Milano e Parigi al debutto a Napoli. In scena per tre settimane lo spettacolo prodotto da Teatri Uniti e Piccolo TeatroDai successi di Milano e Parigi al debutto a Napoli. Toni Servillo porta in scena “Elvira”, per tre settimane di repliche, al Teatro Bellini dal 24 gennaio al 12 febbraio.

L’originale di Brigitte Jaques, Elvire Jouvet 40, è la trascrizione delle sette lezioni sul “Don Giovanni” di Molière tenute dal grande attore francese Louis Jouvet al Conservatoire di Parigi sotto l’occupazione nazista. Da questo testo parte Toni Servillo affrontandolo nella nuova traduzione realizzata da Giuseppe Montesano e avendo accanto tre giovani interpreti: Petra Valentini (nel ruolo del titolo), Davide Cirri e Francesco Marino.

Elvira – spiega Servillo – porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio, con un maestro e un’allieva impegnati in un particolare momento di una vera e propria fenomenologia della creazione del personaggio. Dopo anni in cui le riflessioni di Louis Jouvet sul teatro e sul lavoro di attore mi hanno fatto compagnia nell’affrontare repertori diversi, da Molière e Marivaux, da Eduardo a Goldoni mi è parso necessario che arrivasse il momento di un incontro diretto”.

E’ iniziato così il percorso di “Elvira”, prodotto dal Piccolo Teatro e da Teatri Uniti, che rinnovano, nella circostanza, un sodalizio felicemente iniziato con gli straordinari successi, anche internazionali, di Trilogia della villeggiatura di Goldoni e Le voci di dentro di Eduardo, entrambi diretti ed interpretati da Toni Servillo.

Un percorso gratificante quello di “Elvira”, un successo da “tutto esaurito”, sin dal debutto, nell’ottobre scorso a Milano, al Piccolo Teatro nella storica sala di Via Rovello, con 26.946 spettatori in due mesi di recite, ad oggi, in scena a Parigi per due settimane,  all’Athénée Louis Jouvet, che annuncia il “sold out” per tutte le repliche. A questo va aggiunto un riscontro di critica a dir poco lusinghiero: “l’immenso Servillo”, così i titoli francesi, “artista magistrale, d’una profondità e sobrietà che soggiogano” (Le Figaro), che con Elvira crea uno spettacolo “estremamente vivo e coinvolgente” (Le Monde). “Jouvet – conclude Servillo – parla a tutti ed il suo  tentativo di costruire un alfabeto dei sentimenti costituisce un antidoto ai nostri tempi frettolosi. Lavorando al secondo monologo di Elvira dal Don Giovanni di Molière, Jouvet e la ragazza Claudia, interpretata da Petra Valentini, tracciano in queste lezioni una relazione col proprio mestiere e con una maniera di stare al mondo. Questo vale per tutti, il pubblico se ne accorge e vi si riconosce”

 

LA SCHEDA DELLO SPETTACOLO

 

Elvira

(Elvire Jouvet 40) di Brigitte Jaques © Gallimard

traduzione Giuseppe Montesano

regia Toni Servillo

costumi Ortensia De Francesco

luci Pasquale Mari

suono Daghi Rondanini

aiuto regia Costanza Boccardi

con Toni Servillo, Petra Valentini, Francesco Marino, Davide Cirri

foto di scena Fabio Esposito

coproduzione Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa, Teatri Uniti

 

 

 Elvira porta il pubblico all’interno di un teatro chiuso, quasi a spiare tra platea e proscenio, con un maestro e un’allieva impegnati in un particolare momento di una vera e propria fenomenologia della creazione del personaggio.

Un’altra occasione felice, offerta dalle prove quotidiane del monologo di Donna Elvira nel quarto atto del Don Giovanni di Molière, consiste nell’opportunità di  assistere ad una relazione maieutica che si trasforma in scambio dialettico, perché il personaggio è per entrambi un territorio sconosciuto nel quale si avventurano spinti dalla necessità ossessiva della scoperta. Louis Jouvet formula a proposito dell’attore la famosa distinzione comédien/acteur e dice precisamente: “il comédien è per così dire il mandatario del personaggio, mentre l’acteur delega se stesso personalmente. Il comédien esiste grazie allo sforzo, alla disciplina interiore, a una  regola di vita dei suoi pensieri, del suo corpo. Il suo lavoro si basa su una modestia particolare, un annullarsi di cui l’acteur  non ha bisogno”. Trovo il complesso delle riflessioni di Jouvet particolarmente valido oggi per significare soprattutto ai giovani la nobiltà del mestiere di recitare, che rischia di essere svilito in questi tempi confusi.

Toni Servillo

 

 

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