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Domenica 11 dicembre, Francesca Rondinella e Giosi Cincotti, in duo, hanno effettuato il terzo e conclusivo incontro per la registrazione del loro disco. La brava e poliedrica cantante e l’eclettico musicista hanno messo in atto una particolare formula di crowdfounding, ossia un “microfinanziamento” attraverso il Meet & Reel del Godfather Studio di Napoli di Massimiliano Pone, anche sede della storica scuola di Musicisti Associati.
La formula sopracitata ha consentito a chi ha assistito alla registrazione live del disco, con una piccola quota, di diventare coproduttore del progetto e di usufruire prima della partecipazione ad un concerto unico ed esclusivo e di ricevere, poi, il prodotto finito e cioè il cd realizzato.
Si è trattato di un’esperienza molto interessante sia per i musicisti sia per il pubblico. All’interno della “recording room”, si è creata una tangibile e proficua sinergia che man mano che si procedeva univa tutti, favorendo lo svolgimento di performance sempre più ricche e intense.
La registrazione è avvenuta durante diverse sedute, “take”, della durata di mezz’ora ciascuna, corrispondente a quella dello svolgimento delle bobine di registrazione, intervallate da piccole e ristoratrici pause, durante le quali è stato possibile partecipare ad un buffet enogastronomico in una gradevole e accogliente atmosfera salottiera con possibilità di instaurare bei rapporti interpersonali tra artisti e pubblico.
La talentuosa cantante Francesca Rondinella, figlia e nipote d’arte, ed il virtuoso musicista Giosi Cincotti al pianoforte e alla fisarmonica, hanno eseguito le tracce che faranno parte dell’opera. Con un invito al religioso silenzio da parte del pubblico e allo spegnimento di cellulari e di qualsiasi apparecchiatura che potesse anche minimamente interferire con la registrazione, i due artisti hanno messo in luce le loro notevoli risorse canore e musicali. I brani, che si susseguivano in un pot-pourri di canzoni, hanno spaziato sia nella storia di Napoli, sia oltre confine, a livello planetario in una fusione di melodie, ritmi, stili, lingue, attraverso proficue contaminazioni frutto degli aspetti positivi dell’era della globalizzazione, quindi di “mondi senza latitudini”. I due, in un feeling costruttivo e contagioso, infatti, hanno proposto un cocktail ricco di ingredienti ben miscelati come la melodia partenopea, la “chansons”, il tango argentino, il blues, il jazz, “vestitini sudamericani”, la tarantella e la canzone-teatro. Non sono mancati brani originali e inediti firmati dal duo, così come non sono mancati riferimenti a Pino Daniele, Paolo Conte, Enzo Moscato, Giorgio Gaber, noti autori della tradizione napoletana, come Gianni Lamagna presente in sala, e finanche Sakamoto.
Francesca Rondinella, a parte la messa in atto di indiscutibili doti professionali, ha cantato con la forza, la passionalità, la sensualità, la teatralità e la gestualità che fanno di lei un’artista unica e dalla grintosa e prorompente personalità. Le sue interpretazioni proposte con grande trasporto hanno emozionato i presenti e donato belle sensazioni. Ha, inoltre, arricchito le sedute con interessanti racconti ed aneddoti legati a ciascun brano eseguito.
Giosi Cincotti, artista noto e bravissimo arrangiatore, grande studioso, ricercatore e sperimentatore di sonorità che fondono generi diversi, ha suonato con classe e maestria, contribuendo con la sua eleganza a determinare interventi musicali arricchenti e ben amalgamati con le interpretazioni intense e molto espressive. Non sono mancate piccole improvvisazioni jazz al pianoforte, bocconcini musicali molto gradevoli.
Si respirava un’atmosfera molto intima ed emozionante, resa ancora più ricca da una sala d’incisione rigorosamente vintage, anni ’70, rimasta intatta da quando in passato apparteneva a Peppino Di Capri ed ha visto nascere i suoi primi successi. Le apparecchiature sono d’epoca e sono un vero e proprio scrigno di alta fedeltà. Le registrazioni vengono effettuate infatti in modo analogico. Al giorno d’oggi le incisioni vengono effettuate unicamente al computer. Le tecnologie moderne restringono sicuramente i costi e bruciano i tempi, offrendo un lavoro buono e soddisfacente. Ma la registrazione su grosse bobine a nastro, come avviene al Godfather, unico studio del sud Italia dotato di tale apparecchiatura in pieno funzionamento, garantisce un prodotto superiore e fa la differenza. E’ come mettere a confronto un abito confezionato da un bravo sarto, con uno realizzato da macchinari industriali, una confettura di frutta della nonna e una acquistata in supermarket, un disco in vinile con un cd.
E’ stata un’esperienza intensa e arricchente per tutti, pubblico ed artista e sicuramente il disco prodotto sarà unico e da collezione.
Daniela Vellani
foto Sonia Ritondale