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È partito da Piacenza Il viaggio legale della Mehari di Giancarlo Siani, l’auto simbolo del cronista libero, martire per la verità.
Il viaggio è un percorso di cittadinanza e di contrasto alle mafie lungo la Via Emilia tra spettacolo, convegni, mostre e momenti di sensibilizzazione sui temi della legalità.
La tappa piacentina della Mehari di Giancarlo Siani si è svolta in vari momenti, ad iniziare dall’anteprima de “Il viaggio legale” che si è tenuta giovedì 17 novembre al Teatro Trieste, con lo spettacolo “Di Carne” di e con Alessandro Gallo, ispirato alla vita di Giancarlo Siani; spettacolo organizzato in collaborazione con “100X100 in Movimento”.
Io vi racconto quella a cui ho partecipato: l’incontro di venerdì sera, svoltosi in due momenti, il primo nella splendida Cappella Ducale di Palazzo Farnese, il secondo in un luogo magico quasi incantato, l’agriturismo “La stoppa” di Rivergaro.
Non sarà una cronaca dell’accaduto, come avrebbe dovuto essere, ma un viaggio di emozioni in un’Italia molto spesso bistrattata e tenuta nascosta. Forse perché non fa notizia, non “paga”.
Nel cortile di Palazzo Farnese in un pomeriggio umido e leggermente nebbioso, la Mehari verde, protetta da un gazebo e illuminata da faretti, pur avendola già vista a Napoli, mi ha nuovamente commossa; sono tornata indietro nel tempo, a quando la notizia di quel giovane giornalista ucciso nella sua auto, riecheggiava nei telegiornali dell’epoca.
Ho pensato a te, Giancarlo, alle tue aspettative e alla tua forza, a tutto ciò che ti è stato tolto, a ciò che è stato tolto a noi, colpendo te.
Mi sono asciugata le lacrime, ho cercato di reagire, ho fatto un giro nel palazzo, poi sono scesa e ho salutato Raffaele Sardo, giornalista di Repubblica, anche “compagno di viaggio” nelle tante battaglie per salvaguardare la nostra Terra, quella che una volta veniva definita Felix.
L’incontro nella Cappella Ducale è stato molto interessante, i presenti hanno ascoltato con attenzione le relazioni dei partecipanti al tavolo: Geppino Fiorenza, della Fondazione PoLis, la dott.ssa Stefania Pellegrini docente dell’Università di Bologna, Vincenzo Colla segretario generale CGIL Reggio Emilia, Cosimo Ferri sottosegretario al Ministero della Giustizia. Tutti interventi di rilievo e molto profondi.
Dopo il convegno l’incontro ha avuto un seguito all’agriturismo “La stoppa” di Rivergaro. Il viaggio in auto è stato una piacevole pausa, ho conosciuto due ragazzi fantastici, Massimiliano Noviello, figlio di Domenico, imprenditore vittima innocente della camorra, e Chiara Manna, una giovane e simpaticissima donna, che lavora alla Coop di Modena, allo stesso tempo è impegnata nell’associazione Io Lotto, nata per caso qualche anno fa – mi racconta – per sentire più vicino il territorio d’origine e creare un collegamento con la nuova terra che li accoglie. Per essere vicini alle mamme che lottano per i loro figli che, in Campania, nella Terra dei Fuochi, si ammalano di tumore e muoiono. Così nasce l’idea di questa associazione che unisce, non divide il nord e il sud. Una comunione di intenti che è iniziata con un gruppo di amici, ma che continua a fare rete, a creare aggregazioni sociali, per il bene comune.
Mi sono sentita subito a mio agio, grazie a Raffaele che conosco da molti anni, ma anche grazie a questi due giovani che fanno sacrifici ma sempre con il sorriso. Massimiliano che porta la testimonianza del coraggio di suo padre, che non volle cedere alla camorra, e pagò con la vita. Massimiliano che sacrifica tempo alla famiglia, ma che lo fa perché gli sembra giusto, deve portare la voce e la memoria del padre affinché il suo sacrificio non sia stato vano.
Abbiamo riso tanto, ma abbiamo parlato di tante cose serie, dell’impegno di chi dal sud si sposta al nord per lavoro, di come si può dare l’esempio, facendo semplicemente il proprio dovere.
Nel frattempo siamo arrivati al locale: una sala calda, accogliente e sapientemente allestita ha accolto gli ospiti. A preparare la cena, c’erano ad aspettarci Peppe Pagano e i ragazzi di N.C.O nuova cooperativa organizzata, con i prodotti della Terra Felix, da sposare con quelli dell’Emilia. La cena è stata un momento di incontri e riflessioni, Michele Ammendola, dell’associazione Io Lotto, è stato un ottimo intrattenitore, ha animato la serata con la sua esperienza, ha raccontato e fatto raccontare le emozioni che si vivono quando si preferisce la politica (nell’accezione aulica del termine) del fare a quella del parlare, uomini e donne del nord e del sud, di paese o di città, tutti uniti da un unico intento, lavorare per la propria terra, agire sul territorio e creare legami.
Al nostro tavolo, c’era la Campania, la Calabria, l’Emilia Romagna e non v’era differenza alcuna, alcuni di noi era la prima volta che si vedevano, ma la compagnia era quella giusta, quella dove ci si incontra, si parla di tutto e ci si ritrova.
Il cibo e il vino rendevano il convivio ancora più ideale, le pause riflessive degli ospiti ancor più belle e inebrianti, come quelle di Geppino che ha ricordato ancora una volta Giancarlo Siani: lo ha reso vivo davanti a noi, facendocelo immaginare davanti alla sua macchina da scrivere, alla ricerca della verità.
Peppe Pagano, dopo aver cucinato per tutti noi, ha raccontato la sua esperienza di vita, lui si è emozionato ancor più di noi, la voce gli tremava. È convinto che quello che fa non sia niente di speciale, che il suo lavoro, il suo impegno che da anni lo vedono impegnato su uno dei territori più difficili, non sia nulla di eclatante: – Non sono un eroe! Smettiamola con questi termini, non ci sono eroi e non ci sono superuomini! Io sono solo un cittadino che fa il proprio dovere. Dobbiamo impegnarci a creare infrastrutture sociali che facciano rete e che siano in grado di garantire ai più deboli la possibilità di avere un futuro. –
Con la voce spezzata dall’emozione, orgoglioso delle proprie origini e dei “suoi ragazzi”, Peppe ha dimostrato a chi pensa, molto spesso, che la paura sia insormontabile, che si può andare avanti nonostante ne si abbia molta. E che solo uniti e solidali si superano gli ostacoli più difficili della vita.
Giustina Clausino
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