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Domenica sera col concerto di Enrico Pieranunzi si è conclusa la quarta edizione di Piano City Napoli.
La manifestazione, ideata da Andreas Kern, diretta artisticamente da Dario Candela e Francesco D’Errico, organizzata dall’Associazione Napolipiano in collaborazione con la ditta Alberto Napolitano pianoforti di piazza Carità, e con un folto staff di coadiutori tra cui Livia Grimaldi, ha riscosso molto successo, con grande soddisfazione di tutti.
La musica sprigionata dai pianoforti si è diffusa in tutti i quartieri della città ed in location svariate: dai luoghi storici e monumentali ai salotti privati, dagli hotel ai locali commerciali, dai musei alle biblioteche, dall’aeroporto alla metropolitana, dai teatri ai club, dalle scalinate urbane alle strade, con concerti, maratone, seminari, laboratori e lezioni musicali per bambini.
Piano City è ormai una tradizione della città di Napoli. Si tratta di un singolare happening ideato dal pianista tedesco Andreas Kern con lo scopo di ridare ai salotti una dimensione di interessante luogo di scambio culturale. Piano City è nato a Berlino nel 2010. Successivamente l’idea è stata attuata a Milano e dal 2013 a Napoli. È stato proprio Kern che ha indicato Napoli come luogo ideale per esso. “Perché Napoli?” gli chiesi tempo fa. Lui mi rispose che, poiché nella città c’era l’usanza tra la fine dell’800 ed i primi del ‘900 di organizzare le “periodiche”, riunioni e concerti nelle case, il pianoforte è una tradizione ed anche oggi è molto presente nei salotti. E non aveva torto, infatti, quest’anno ben sessanta case, nei vari quartieri della città, hanno aperto i loro salotti al pubblico per consentire lo svolgimento di House Concert.
Naturalmente non potevo mancare a quest’appuntamento, quest’anno ancora più nutrito perché si sono svolti ben 200 concerti con la partecipazione di 400 pianisti, con una grande presenza di pubblico, turisti compresi. Non possedendo il dono dell’ubiquità, ho dovuto fare delle scelte, scaturite sia da motivi personali che logistici. Proverò a fare un piccolo reportage sui momenti vissuti.
La manifestazione, che quest’anno è durata quattro giorni, si è inaugurata giovedì sera con un concerto maestoso: ben ventuno pianoforti sul colonnato della piazza più bella di Napoli, Piazza del Plebiscito, tra suggestivi giochi di luci, diretti dal M° Mariano Patti hanno eseguito il concerto di Patrizio Marrone: Riflessioni per 21 pianoforti. La piazza era gremita e circolava tra i presenti una grande emozione. Non si poteva, infatti, restare indifferenti di fronte ad uno scenario del genere.
Il giorno dopo in un’altra location suggestiva, il famoso Palazzo dello Spagnolo, tra colori, emozioni e bellezza del posto, “appollaiati” sulla sua superba scalinata abbiamo assistito al concerto del talentuoso e creativo ideatore di Piano City, il già citato Andreas Kern in Concert on stairs. Subito dopo ho fatto letteralmente una “corsa” verso la Basilica di San Paolo Maggiore, anche quest’anno “quartier generale” della manifestazione, per assistere al concerto di Danilo Rea & Sue Songe in “One love”, durante il quale la musica classica si è fusa in modo sublime col jazz in una staffetta di note che si trasformavano magicamente in virtuose improvvisazioni jazz. Grande interesse ed emozione ha suscitato un medley di Rea con note canzoni napoletane in chiave jazz intramezzate da brani di Fabrizio De Andrè e dei Beatles. Il concerto è stato sublime, una vera e propria ovazione si è sollevata alla conclusione, con la richiesta del bis. Ancora una “corsa” verso un’altra location e sono giunta a piazza del Plebiscito dove stavolta sotto la direzione del M° Adam Rudolph, in una composizione in prima assoluta con 8 pianoforti, di cui 2 percossi, si è svolto l’evento dal titolo Go Organic Piano Orchestra, con Francesco D’Errico, Armanda Desidery, Franco Piccinno, Francesco Lombardi, Ciro Longobardi, Roberto Durante, Lucio D’Amato, Alessio Busanca ed i percussionisti Marco Fazzari e Paolo Bianconcini. Ancora giochi di luce, musica bella e ben diretta hanno, quindi, regalato emozioni al folto pubblico avvolto da note e da un forte scirocco che diffondeva profumo di mare tra emozioni e note, concludendo la seconda giornata della manifestazione.
Ed eccomi al terzo giorno col grande imbarazzo della scelta: “Dove andare tra tanto ben di Dio?” Iniziamo dalla mattina. Presso la Città della scienza a Bagnoli si è svolto “Interconnessioni” col filosofo Aldo Masullo ed il M° Francesco D’Errico in una “Conversazione” sui futuri orizzonti interculturali tra i vari popoli ed interventi al piano di D’Errico. Si è trattato di un momento di grande spessore culturale e di enorme interesse.
Nel pomeriggio non poteva mancare un’incursione nel Godfather Studio di Massimiliano Pone per Piano City Records con il concerto jazz e registrazione live di Lorenzo Vitolo. Nella serata, ancora una volta, mi sono recata nel centro storico, alla Basilica di San Paolo Maggiore dove l’eclettico Musicista Giosi Cincotti ha interpretato composizioni originali e rielaborazioni in chiave jazz di classici napoletani. Subito dopo il duo straordinario e funambolico Francesco Nastro e Nello Mallardo si è esibito in “Flying on classic”, fra jazz e classica sulle danze ungheresi. Poi è stata la volta delle scale di Montesanto con “Ramin Bahrami suona Bach”. Per concludere la bella giornata di musica perché non andare a Lanificio 25 dove Andreas Kern ha “dialogato” col DJ Alessandro Aspide in “Classic Meets Electronic”?
E siamo giunti a domenica, ultimo giorno della manifestazione. Ho provato una forte emozione al concerto di Danilo Araimo che si è svolto nel bellissimo refettorio di San Paolo Maggiore. Il giovane pianista partenopeo ha eseguito brani molto belli, alcuni di sua composizione, con degli effetti musicali interessanti e sperimentali. II concerto è stato toccante e assai coinvolgente perché quando la musica parte dall’anima colpisce le corde delle emozioni ed entra empaticamente dentro di te lasciando tracce musicali indimenticabili.
Subito dopo ancora forti emozioni sono state sprigionate da un duo sinergico, simpatico e coinvolgente. All’interno della bellissima basilica, presentate dall’attrice Maria Gabriella Tinè, le pianiste compositrici e arrangiatrici Maria Grazia Ritrovato (presente anche come compositrice nella Maratona di improvvisazione con “La Tarantella procidana” eseguita da Canio Fidanza) e Mariella Pandolfi in “Sono io George Sand- Due donne… due pianoforti… un solo amore: Chopin” hanno unito, con affiatata e collaudata complicità, jazz e classico. Non sono mancati due “soli” La Ritrovato ha eseguito “Fantasia Improvviso op.66” e la Pandolfi iniziando col “Preludio n.21” ha eseguito “Someday My Prince Will Come”. Alla conclusione del concerto un’esplosione di applausi del numeroso pubblico accorso ha richiesto il bis.
Altre emozioni sono state sprigionate dalla talentuosa pianista compositrice Veruska Graziano che, con forte personalità, talento e grinta, ha eseguito brani di compositori contemporanei e musiche originali, alcune delle quali faranno parte del suo secondo album attualmente in fieri.
Non poteva mancare l’esperienza dell’House Concert e così mi sono recata nell’abitazione della professoressa Anna Maria Monticelli. Nell’elegante salotto, da dove si poteva ammirare un panorama mozzafiato sulla città, in un clima familiare, caloroso, signorile e gioviale, si è svolto il concerto di Costanza Tuzzi e Paola Guadagnino, due promettenti e talentuose pianiste. Costanza Tuzzi ha eseguito brani di Beethoven, Brahms e Debussy. La seconda, Paola Guadagnino, ha eseguito brani di Bach, Beethoven, Chabrier, Chopin e Debussy. Le ragazze hanno effettuato le loro performance dimostrando notevoli doti e infondendo sui presenti un’atmosfera ricca di emozioni, molto bella e raffinata. Un piacevole stupore si è diffuso allorché a sorpresa, quasi in punta di piedi, ha fatto il suo ingresso nella casa Andreas Kern in persona, ebbene sì, proprio lui, l’ideatore della manifestazione. Si è accomodato in silenzio e ad occhi chiusi ha assorbito le belle note sprigionate dalle ragazze. In un piccola pausa tra le due performance, non sono mancati i complimenti ed i saluti rivolti a lui che ha ricambiato con sorrisi e grande simpatia. Si è quindi accomiatato sempre in punta di piedi per raggiungere probabilmente un altro House Concert, mentre s’intravedeva sorgere la luna nel pieno del suo splendore tra le note della celeberrima “Sonata al chiaro di luna”.
E a proposito di ciò non c’era serata più bella e romantica, sotto un cielo di stelle limpido e illuminato da una suggestiva luna piena, per concludere, assieme ad Enrico Pieranunzi nel Chiostro di S. Caterina a Formiello con un pubblico letteralmente assiepato intorno a lui, una manifestazione straordinariamente magnifica che ha dato lustro alla città di Napoli e ha messo in luce le molteplici risorse culturali. Tantissimi giovani talenti, hanno avuto l’opportunità di esprimersi e mostrare talento, dedizione e creatività.
La città, toccando tutti gli stati sociali, tutte le età e tutti i quartieri, è stata vestita da musica bella. Io ho potuto raccontare solo un pezzetto di questa ricca avventura, ma basta andare a leggere il programma diffuso in rete per rendersi conto della portata della manifestazione. Un grande applauso dunque a tutti coloro che con passione, premura e profusione hanno reso possibile tutto ciò: organizzatori, musicisti, proprietari dei salotti dove si sono tenuti gli House Concert, collaboratori e Assessorato al Comune di Napoli.
Daniela Vellani
foto per gentile concessione di Sonia Ritondale