Views: 7
Il 28 settembre con la presentazione del libro “Appia“ di Paolo Rumiz presso la Sala Conferenze del Centro Culturale del Comune di Caserta, del Chiostro di Sant’Agostino si è dato il via alla programmazione dell’Assessorato dalla Cultura legata alla produzione letteraria, dopo l’apertura della stagione del Mac3 con la mostra fotografica di Tito Huang.
L’incontro realizzato grazie a Pasquale Iorio, coordinatore delle Piazze del Sapere, ha avuto come ospite il Vescovo monsignor Raffaele Nogaro, che in un breve ma intenso intervento, ha sottolineato il fascino che, da subito, le città e i territori campani hanno suscitato su di lui, originario del Friuli, e la meraviglia nel costatare quanto questa bellezza vada a cozzare con gli interessi dei suoi stessi cittadini, gli stessi che ha veduto non curarsene nei ventisei anni spesi in queste zone e, in tanti casi, farne scempio con opere e azioni irriguardose del paesaggio e dei Beni Culturali circostanti.
Il libro di Rumiz è un lavoro che con modestia definisce non letterario, anche se si può certo annoverare fra i diari di viaggio, un viaggio iniziato da un sogno rimasto latente dagli anni del liceo, da quando leggendo Orazio aveva avuto una visione goliardica di questo territorio, attraversato da Osterie e storie allegre, a tratti licenziose. Il cammino nasce da qui, da questo giornalista che non esita a definirsi un privilegiato, perché ha avuto l’opportunità di fare grandi viaggi lavorando e divertendosi. Racconta di quando ha attraversato l’Italia con una Topolino, o attraverso le ferrovie meno battute, che ha fatto viaggi in bicicletta, con ogni mezzo ma gliene mancava uno a piedi. Mentre studia il percorso si accorge che è il suo percorso, che dopo la Francigena, Santiago de Compostela, manca un percorso laico, forse il più importante, quello sulla madre di tutte le strade: l’Appia, la strada che da Roma portava fino a Brindisi, la prima strada Europea, dimenticata a tratti seppellita.
Rumiz si arma di zaino e con mappe militari, vecchie cartografie e l’aiuto di GPS e satelliti, cerca questa via dimenticata, la percorre, incontra la gente, scopre la loro meraviglia nel conoscerne l’importanza, nel trovarcisi sopra e non saperlo, ma trova essenzialmente una bella Italia, un’Italia del SUD di cui si era già innamorato nei precedenti viaggi, che voleva approfondire. Trova città e paesaggi antichi, anfiteatri, molti tratti nascosti, alcuni ostacoli invalicabili che ne hanno cancellato indelebilmente il corso, come l’ILVA, costruita proprio sull’Appia Antica. Rumiz scopre che nonostante le tante altre strade asfaltate costruite, l’Appia è sempre il percorso più breve per collegare le città.
Il suo libro, ma già durante il suo viaggio, solleva finalmente l’interesse su questo cammino dimenticato, di comune in comune fanno a gara per ripristinarne la visibilità con la segnaletica, con la manutenzione davvero minima che questo eccezionale monumento a cielo aperto richiede. “Per fare la strada bisogna percorrerla“, dice Rumiz, e in contemporanea al su libro nasce un film: “Il cammino dell’Appia Antica“, di Alessandro Scillitani, girato da quest’ultimo viaggiando con Rumiz, con la telecamera in spalla. Nasce una mostra, “L’Appia Ritrovata“, al parco della musica a Roma fino allo scorso 18 settembre, se ne interessa anche il MiBAC. Rifacendo il viaggio a ritroso, mesi dopo, Rumiz trova migliaia di persone, curiose e oramai consapevoli dell’eccezionalità di questo pezzo di storia ritrovato, alcune vogliono raccontare la loro storia, altre la percorrono, tante ne vogliono saperne di più!
Un incontro di grande livello ha aperto questa programmazione del Centro Culturale del Chiostro di Sant’Agostino, rimasto per anni pressappoco inutilizzato, speriamo nel moltiplicarsi di occasioni di tale slancio culturale, che aprano il nostro territorio a riflessioni e crescita.
Lucia Dello Iacovo