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Lunedì 11 luglio, a Napoli, l’Arena Flegrea si è riempita di note luminose col canto e la musica di Diana Krall e la sua band. L’open act del concerto è stato affidato a Emilia Zamuner, Pietro Condorelli e Sebastiano Esposito. Si è voluto, in questo modo, dedicare uno spazio agli artisti nostrani che hanno avuto l’opportunità di esibirsi davanti al numeroso pubblico, mettendo in luce le loro notevoli qualità e dimostrare con orgoglio che la nostra terra pullula di risorse artistiche che non sempre si conoscono. Emilia è una giovanissima cantante dalla forte personalità e presenza scenica. Ha una voce notevole forte, ben modulata e con cui può fare tutto. Fornita di grande professionalità, presenza scenica, disinvoltura e fierezza si è esibita col suo canto deciso, limpido e dalle tonalità variate opportunamente anche con vocalizzi e interventi scat. Pietro Condorelli, Maestro presso il Conservatorio di Napoli, è un valente e noto chitarrista che volge attività concertistica e professionale sia in Italia che all’estero. Sebastiano Esposito è un giovane e promettente chitarrista e arrangiatore napoletano. Il trio ha proposto un repertorio interessante costituito da standard di Ellington, Mingus, Shorter ed un brano strumentale a cui l’eclettico cantante Marco Francini ha dato le parole. Prima di accomiatarsi dal pubblico Emilia ha voluto dedicare a Diana Krall A me mi piace o’ blues di Pino Daniele in una vivace interpretazione che ha coinvolto fortemente il pubblico.
Subito dopo ha fatto il suo ingresso, “La regina del jazz e del piano” Diana Krall, vincitrice di tre Grammy Awards e otto Juno Awards, con la sua band di altissimo livello costituita da Anthony Wilson alla chitarra, Karriem Riggins alla batteria e Robert Hurst al contrabbasso.
Bella, statuaria e di gran classe, dalla voce calda, sensuale e accattivante che la personalizza e che scuote gli animi di chi ascolta, l’artista canadese ha ripercorso sul palco il suo ricco e variegato repertorio, proponendo anche brani tratti dal suo ultimo album “Wallflower”. Si è esibita ricamando i tasti del pianoforte che s’intersecavano con gli altri strumenti, creando fusioni sinergiche di musica di alta qualità tra suggestivi giochi di luce.
Il primo brano, vivace e brioso, caratterizzato da improvvisazioni di chitarra, contrabbasso e pianoforte e con un passaggio ad effetto domino di “domande e risposte” dei diversi strumenti, ha dato subito l’idea dello spessore dell’ensemble. Subito dopo la bella Diana ha ringraziato il pubblico e la città di Napoli e si è soffermata sulla band che l’aveva preceduta, facendo i complimenti ed elogiando la vocalist con un “Wonderful Emilia!”. Ha ripreso, quindi, le esibizioni musicali con un brano in cui prendeva la “parola” il contrabbasso introducente un canto soft contornato da begli incontri della chitarra con gli altri strumenti, seguito da Boulevard of Broken dreamis, salutato, sulle prime note, da un forte applauso e con un prosieguo dal bel ritmo cadenzato e raffinato. Ecco la volta di una canzone che la band ha eseguito con bei richiami blues e un’atmosfera delicata. Con una dedica a Nat King Cole ed un pianoforte vivace la Krall apriva la melodia di Just You, Just Me. Nel brano successivo la batteria, con intensi assoli, ha fatto sentire la sua energia, prima di passare ad una canzone pop tipicamente americana.
Di tanto in tanto la cantante si è intrattenuta col pubblico, in inglese, presentando gli altri strumentisti, raccontando aneddoti e dicendo che era un giorno speciale perché sia il marito, Elvis Costello, sia un altro familiare erano impegnati contemporaneamente in concerti in altre location.
I brani hanno continuato a susseguirsi in una varietà di stili che passavano dal jazz al blues, dal pop al country, a tratti con intarsi sudamericani, caratterizzati ora da raffinatezza ora da atmosfere morbide, ora da virtuose improvvisazioni ed ora da assoli di batteria.
L’ultimo brano programmato è stato introdotto simpaticamente da un omaggio all’Italia. Sulle note di “Buonasera signorina” di Buscaglione, infatti, l’ensemble entrava in una particolare e molto piacevole nonché briosa, versione di Cheek to cheek durante la quale ciascun musicista, presentato con entusiasmo da Diana, si è esibito in brevi assoli dando ancora dimostrazione di bravura e virtuosismo. Con una ovazione, il pubblico ha reclamato il bis. Così la band ha fatto nuovamente ingresso sul grande palcoscenico sotto una luna crescente, un cielo sereno e pieno di stelle, esibendosi con ben tre bis sulle note di Bennet, Bacharach in “The look of love” ed una superba “Fly me to the moon” che concludeva in modo meravigliosamente esplosivo un concerto che non si dimenticherà facilmente.
Daniela Vellani