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Con “La passione attraverso la canzone napoletana”, mercoledì 8 giugno Francesca Rondinella e Giosi Cincotti, assieme a Simona Frasca, hanno chiuso alla grande la rassegna “NOTE AD ARTE: dialogo tra arte e musica”. Il concerto-lezione ha concluso una serie di appuntamenti dedicati alle quattro emozioni che attraversano l’arte: improvvisazione, ispirazione, sperimentazione e passione.
Gli incontri si sono svolti nelle sale del Museo del Novecento a Napoli al Castel Sant’Elmo, un luogo suggestivo dove si è effettuato un viaggio nella storia della canzone napoletana del Novecento, attraverso vibrazioni Progr. ed elettroniche, fino a sconfinare negli ultimi anni con le voci di cantautori emergenti, in collaborazione con insegnanti e allievi della scuola MUSICISTI ASSOCIATI di Napoli.
Simona Frasca ha presentato e condotto il concerto con interessanti informazioni, frutto di ricerche minuziose sulla canzone napoletana e su come essa sia stata presente nel periodo dell’emigrazione in America. Si è soffermata sulla produzione iconografica e, con una serie di slide di immagini, ha mostrato sia copielle, o meglio foderine che fungevano da manifesti pubblicitari di canzoni, sia poster di diverse edizioni delle “Piedigrotte” svolte in America degli anni ’30, con cui gli emigranti volevano respirare aria natia nei luoghi in cui si erano trasferiti e in cui si fondeva Napoli e America, musica tradizionale partenopea e jazz in una sorta di arricchente contaminazione musicale. A dimostrazione di ciò In uno dei manifesti, con Vesuvio e mare come sfondo c’erano Pulcinella col sax ed un nero col mandolino.
Dopo l’introduzione si è partiti con le canzoni, selezionate in base ai riferimenti storici citati e arricchiti di volta in volta da ulteriori racconti.
Francesca Rondinella, dopo aver salutato il pubblico ha dato il via al magico percorso musicale con Salvatore Di Giacomo e senza microfono, accompagnata da Giosi Cincotti, ha interpretato con grande trasporto “Era de Maggio”, la nota canzone musicata da Costa. Successivamente, facendo riferimento alla grande Anna Magnani per la passione intensa e viscerale ha presentato “Canzone appassionata”, che ha interpretato col raffinato accompagnamento di Giosi Cincotti alla fisarmonica. E’ stato un momento magico perché il duo, affiatato e legato da un collaudato sodalizio di anni, ha sprigionato una contagiosa sinergia ricca di emozioni. Non sono mancate piccole improvvisazioni con cui Cincotti ha ricordato melodie di Piazzolla. Il concerto è proseguito dando spazio alla presenza della donna nella canzone napoletana, con riferimenti alle “macchiette femminili” e a Viviani che, in un contesto popolare e realista, ha saputo ben rappresentare ed è stato invitato Giosi Cincotti a dare delucidazioni sulla fusione di jazz e musica napoletana. L’eclettico artista ha spiegato come sia possibile a livello armonico spaziare in diversi stili e creare, quindi, incastri di melodie e ritmi con risultati interessanti, come avviene con le canzoni di Viviani che presentano una struttura armonica blues.
Fatte queste premesse, Francesca ha recitato dei versi con cui ha introdotto la canzone “O’ nnamurato mio”, una macchietta di Viviani a cui, nella seconda parte, è stato dato un taglio decisamente blues che ha dimostrato quanto esposto prima da Cincotti. “Tammurriata americana” ha portato, poi, una contagiosa vivacità ed il pubblico è stato coinvolto nel ritmo con le mani, mentre in modo seducente Francesca cantava trasmettendo molta sensualità.
La canzone successiva, “Autunno” è stata presentata da Simona Frasca, pronipote del famoso Gennaro Pasquariello che diede lustro alla canzone napoletana e fu un grande interprete del un brano da eseguire con mezza voce in ambienti piccoli e che Francesca, pur essendo contralto, ha cantato per la prima volta in pubblico in modo raffinato e con grande emozione, descrivendo poi le sensazioni provate ripensando a quando la cantava il padre Luciano. Con “Clementina Santa Fè” l’atmosfera è cambiata completamente. Si è trattato di un’altra macchietta divertente ed eseguita in modo spiritoso ed ironico, oltre che accattivante, seguita da una grintosa “Simm’e Napule paisà” cantata e suonata in modo particolare, con un ritmo cadenzato, raffinato, a tratti jazz e con parti quasi recitate. L’excursus storico è giunto nel pieno ‘900 con il ricordo di Sergio Bruni e Salvatore Palomba attraverso “Amore è o’ bene” in un bell’arrangiamento di Cincotti che ha dato un taglio jazz fuso con i ritmi del tango. Si è giunti a periodi più recenti con Raiz e gli Almamegretta che hanno avuto il merito di usare un linguaggio dei poeti del ‘900 avvicinando così attraverso ritmi nuovi i giovani alla tradizione napoletana. Il brano scelto è stato “Respiro”. Anche stavolta Giosi Cincotti ha suonato con maestria la fisarmonica conducendo Francesca Rondinella in accenni di danza carica di sensualità.
Simona Frasca ha concluso l’interessante viaggio nella napoletanità canora, presentando il medley di canzoni di Pino Daniele che ha fatto da anello di congiunzione tra classico e moderno. Il susseguirsi di assaggi dei quattro brani selezionati tra cui Cammina cammina, Chi tene ‘o mare, Maggio se ne va, ha emozionato fortemente il pubblico che ha applaudito con grande soddisfazione gli artisti e assieme a loro Simona Frasca e a Massimo Abbruzzese di Musicisti Associati.
Daniela Vellani