“S.P.O.T (Senza perdere ‘o tiempo)”, Giovanni Block presenta il suo nuovo album

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copertinaQuesta sera alle ore 21,00 nello spazio AGORÀ/DEMA, in via Santa Brigida 65, a Napoli,  Giovanni Block presenterà il suo nuovo cd  “S.P.O.T (Senza perdere ‘o tiempo)”. Scritto, orchestrato e prodotto artisticamente dallo stesso cantautore,  registrato negli studi della Polo Sud di Ninni Pascale.

L’album, tutto in napoletano, è stato anticipato dall’uscita il 24 aprile del singolo “Tiemp’ ‘e viento” ed è composto da 10 brani per 11 tracce: “O mare va truvann e forti”, “Cchiù sul” (due versioni), “Senza dicere niente”, “Int’ all’undreground”, “Core mio”, “Storia di un antico tradimento”, “Palomma e’ notte”, “Addà veni baffone”, “E va a fernì  sempe  accussì”

Abbiamo incontrato e fatto quattro chiacchiere con Giovanni Block, per avere una visione globale del suo lavoro.

D: Qualche giorno fa, sulla tua pagina Facebook , scrivevi  “È come se fosse il mio primo vero disco. È una sensazione che non so spiegare”. Ti va di provare a spiegarci qualcosa?

R: Questo album nasce come un’esigenza personale, è interamente in lingua napoletana rispetto al primo disco che è tutto in lingua italiana. Un tempo co-arrangiavo e co-producevo con Josh Sanfelici,  che lavorava anche con Roy Paci. Nel caso di S.P.O.t. il direttore artistico sono io, perché è un disco che ho, fortemente, voluto io. Ti dirò che mi era stato sconsigliato da tutti,  siccome ho la testa dura  e questo cd è il frutto di anni di ricerca, studio, lavoro, silenzio, solitudine, ho ascoltato il mio istinto e sono andato avanti con il progetto. Una volta ero fatto di testa oggi sono fatto di pancia, ogni canzone è una storia vera.

D: Il singolo “ Tiempo e vient” , che ha anticipato l’uscita del cd,  in un mese ha raggiunto 35.000 visualizzazioni senza nessuna “sponsorizzazione”,  come tu stesso hai tenuto a precisare. Sei soddisfatto?

R: Si, mi ritengo soddisfatto perché tutto quello che stiamo creando, anche con il Be quiet, è qualcosa che va contro questa sponsorizzazione forsennata di varie etichette che continuano a pagare i social network, sfruttando il meccanismo secondo cui chi più paga più è visibile e, a dire il vero,  non è assolutamente quello che ci aspettavamo. La comunicazione interattiva sui social avrebbe  dovuto avere un sistema democratico, dove la gente possa condividere liberamente,  non ritrovarsi “veicolati”.

Tutti noi del Be Quiet  siamo convinti di poterci creare il nostro pubblico libero e consapevole, e quindi, seppur con qualche difficoltà, continuiamo a guadagnarci le nostre visualizzazioni e  il nostro pubblico si fidelizza e ci aiuta a crescere.

… Missione impegnativa….

R: È una missione impegnativa perché molto spesso ci si ritrova ad avere a che fare con molta prepotenza, però fortunatamente questo mestiere ci ha insegnato a saper rispondere alla prepotenza con la gentilezza e  con la qualità.

D: Come nel singolo, e come in passato, sei solito fare molte collaborazioni con altri artisti. Ti piace che gli altri  contaminino la tua musica?

R: Mi piace invitare chi stimo. In questo disco ho invitato dei big dell’underground. E  parlo dell’underground perché, oggi come oggi,  la mentalità comune è quella di frequentare o cercare di frequentare chi è più famoso, chi è più potente di noi, per brillare non di luce propria ma di luce altrui. Invece io preferisco frequentare personaggi coraggiosi che, comunque, restano nell’underground e mai alla ribalta nazionale, perché vogliono preservare la loro indipendenza, come Francesco Di Bella, Flo, Alessio Arena, Ciro Tuzzi, Moda Loda Broda, Bata’ Ngoma, che sono gli ospiti del mio disco. Inoltre voglio ringraziare tutti i musicisti (che sono dei talenti eccezionali) che hanno reso possibile il mio disco. Li preferisco perché mi piace innanzitutto coltivare il rapporto umano e non per trarne qualche vantaggio. E perché cerchiamo di brillare tutti di luce propria.

D: Nel 2011 collaboravi  alle musiche del Faust (per la regia di Sara Sole Notarbartolo) per il Napoli Teatro Festival al Teatro San Ferdinando di Napoli. Poi al Teatro Bellini allo spettacolo di Luciano Melchionna Dignità autonome di prostituzione. È stata solo una breve avventura quella teatrale o mai dire mai?

R: Il mio rapporto con il teatro inizia ben prima di DADP. È una parentesi felice, voglio bene a Luciano [Melchionna] è stata un’esperienza divertente.  Ho lavorato anche con Arnoldo Foà ed in generale ho bazzicato per anni nel teatro sia come musicista che come performer, mai come attore. Non sono affatto un attore ne è mia intenzione sembrare un canta – attore, non ho mai studiato recitazione e non è un mio interesse ma sicuramente il teatro con DADP resta una parentesi divertente che è durata un anno e mezzo.

cd

Registrato nella storica  Polo Sud di Ninni Pascale e missato da Alessandro D’Aniello. Tutte le migliori nuove leve napoletane hanno portato con affetto il loro supporto a questo disco.

Ospiti: Flo / Alessio Arena / Moda loda broda / Gli Epo / Francesco Di Bella / Batà ngoma

Chitarre: Marcello Giannini / Ciro Tuzzi / Enzo Foniciello / Duilio Meucci

Sezione Ritmica: Augusto Bortoloni / Pasquale Benincasa

Basso e Contrabbasso: Dario Maiello / Antonio Gomez

Fiati: Fabio Renzullo / Pietro Santangelo / Luciano Nini / Carmine Marigliano

Pianoforte: Mariano Bellopede

Ukulele e Mandolino: Luigi Scialdone

Archi: Valerio Starace / Antonio Ruocco / Giovanni Sanarico / Arcangelo Michele Caso / Caterina Bianco

Back Vocals d’eccezione: Sabba / Fabiana Martone / Alfredo D’Ecclesiis / Dario Guarino / Ninni Pascale (che si è divertito a lasciare la sua voce in qualche traccia) / Cosimo Amato “Cosmico” (giovane beat boxer)

Il testo del brano “Sul” è scritto dall’attore Gianfelice Imparato

 Paola Improda

 

AGORÀ/DEMA Ingresso gratuito

 

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