Napoli, a Palazzo Pacanowski, Michelangelo Pascali parla di “Malamusica”. Neomelodia e legalità

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L’ Università degli Studi di Napoli “Parthenope” – Dipartimento di Giurisprudenza – presenta:

Incontro – ­dibattito sul libro “Malamusica”. Neomelodia e legalità

di Michelangelo Pascali

Il 17 maggio, alle ore 13,30 presso il Palazzo Pacanowski, via Generale Parisi 13, Napoli

Saranno presenti all’incontro:

Federico Alvino, Direttore Dipartimento di Giurisprudenza

Francesco di Donato, Coordinatore Dottorato di ricerca in “Diritto e istituzioni economico-

Federico Vacalebre, Giornalista de “Il Mattino”

Nicola Quatrano, Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli

Carmine Malinconico, Avvocato penalista, ex Presidente dell’VIII Municipalità di Napoli

Riccardo Rosa, Redattore di “Napoli Monitor”

Michelangelo Pascali, Ricercatore di Sociologia generale, Università degli Studi “Parthenope”

Alberto De Vita, Ordinario di Diritto penale, Università degli Studi “Parthenope”

Il libro di Michelangelo Pascali, indaga il rapporto tra musica neomelodica, criminalità e camorra

dalla prospettiva della ricerca culturale.

Lo fa, per usare le parole della studiosa Luigina Mortari, seguendo l’orientamento

fenomenologico, nel rispetto dell’imperativo epistemico di “Andare alle cose stesse… di essere

fedeli al fenomeno”. Questo implica il ricorso sia ad un principio di evidenza che ad uno di

trascendenza, nella consapevolezza che il fenomeno vada indagato con onestà intellettuale e

scientifica, in base alle sue evidenze empiriche, seguendo solo le direzioni che il fenomeno

stesso sembra indicare.

Ma anche con la coscienza che tali evidenze potrebbero mutare a seconda del tipo di domande

che vengono poste alla realtà, alla prospettiva dalla quale ci si pone ed agli strumenti euristici

utilizzati, cioè del modo di accedere ad esse. Ogni fenomeno, quindi, rifacendoci a quanto

affermato dalla Mortari, “non si rende completamente trasparente al nostro sguardo e ogni cosa

invita a trascendere le apparenze”.

Ne nasce uno “sguardo complesso”, con continui rimandi dialettici tra ciò che sembra evidente a

prima vista ed il suo speculare lato nascosto, che non appare immediatamente

In tal senso, il termine malamusica sembra indicare vari strati possibili di significato: da una parte

è “mala” perché rinvia al degrado sociale e morale (effettivo o attribuito) di alcuni quartieri da cui

trae linfa. Dall’altra rischia talora di idealizzare un’etica “letale” che cela dietro la promessa di

un’apparente benessere possibile un “disastro collettivo”, un malessere corrosivo per tutta la

società civile. In più, bisogna capire se e come sia possibile alle organizzazioni malavitose

presentarsi nei testi come “vendicatori”, per usare un termine su cui riflettono gli studiosi Ballò e

Pérez, cioè come assassini efferati ma anche eroi, che perpetrano una violenza necessaria a fare

giustizia ed a ripristinare condizioni di equità.

Ma dietro tutto il male possibile – il quale va poi accuratamente individuato e quantitativamente

circoscritto –, potrebbe celarsi anche un bacino di valori positivi ed “etici” che è importante

conoscere se si vuole davvero andare alle radici di un problema e divellerle.

E’ l’indagine che Pascali porta avanti, attraverso una prosa ricercata ed elegante, che non è mai

mero esercizio stilistico, bensì il tentativo di “prendersi cura” delle parole, restituendo loro un uso

proprio ed adeguato, che le utilizzi nel posto, al momento e con il significato giusto, disvelando

anche nuovi accezioni possibili, sempre fedeli ad una rigorosa interpretazione filologica.

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