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Venerdì 29 gennaio, presso San Francesco delle monache, sede dell’associazione culturale Domus Ars, ha riscosso grande successo lo spettacolo “Io, Clara”.
Si abbassano le luci ed un silenzio composto, nella sala gremita da un pubblico attento, accoglie in modo suggestivo l’ingresso delle due “facce” di Clara Wieck Schumann. La Clara giovane, piena di energia e forza vitale, vestita con un lungo ed elegante abito bianco di organza con merletti, sfida la Clara matura, un ossimoro di forza e vulnerabilità, determinazione e malinconia, che indossa un sobrio abito lungo in broccato, bianco e rosso. Le due Clare s’inseguono lentamente in modo circolare e si scambiano intensi ed eloquenti sguardi. Poi si separano: la giovane, impersonata dalla diciannovenne talentuosa musicista Sara Amoresano si avvicina al superbo pianoforte a coda e l’altra, rappresentata dalla bravissima attrice Paola Maddalena, si accomoda su una poltroncina d’epoca di fronte al pubblico. La storia, pregnante di vividi ricordi, si dipana con un’alternanza di musica e momenti recitati, veri e propri dialoghi tra due codici linguistici diversi, note e parole, che si fondono, si mescolano e s’intrecciano armoniosamente, emozionando e commuovendo il pubblico sempre più preso. L’intensa vita di Clara, pianista e moglie di Robert Schumann, tratta dal libro “Clara Schumann” di V. Moretti e pubblicato da La Mongolfiera, viene, infatti, raccontata in prima persona con enfasi, pathos e grande coinvolgimento e la voce dell’attore regista dello spettacolo, Sergio Savastano, riecheggia nella sala con un discorrere forte e deciso, con domande e riflessioni che provengono dal mondo lontano del padre di Clara e del marito Robert, i due uomini determinanti della vita della donna. Grande protagonista della storia è naturalmente la musica che s’interpone tra i monologhi ed i dialoghi in modo pertinente e giusto, ora accarezzando le espressioni dai toni malinconicamente dolci, ora incalzando con note ripetitive ma sempre più forti rendendo più emozionante il crescendo di sfoghi rabbiosi della voce narrante. Non mancano i momenti in cui la brava pianista esegue in modo sciolto con maestria famosi brani di Robert Schumann.
La vita di Clara viene così molto ben delineata. In modo originale, ben recitato e abilmente orchestrato con tempi e spazi giusti, si schiude una personalità intensa e spesso sofferta costituita da passione, amore, emancipazione, carriera, arte, maternità, lotta con la follia del compagno e di Ludwig uno dei suoi otto figli.
Nella messa in scena confluisce un lungo e meticoloso lavoro di ricerca, illuminato dalla creatività e reso molto bene dalla professionalità e virtù dei tre protagonisti: Sara Amoresano, la pianista, Paola Maddalena, l’attrice e Federico Torre, altra voce fuori campo oltre quella di Sergio Savastano, regista e sceneggiatore, nonché il deus ex machina dello spettacolo.
Gli applausi scroscianti del pubblico entusiasta chiudono lo spettacolo, suggellando il successo, confermato dalla richiesta di repliche e dalla proposta di inserirlo tra le iniziative di Marzo Donna 2016.
Daniela Vellani